Vorrei riportare alcuni brani de Il signore degli Anelli, che parlano di Eowyn - il personaggio femminile che più amo - e del suo amore nascente, dopo la sua illusione con Aragorn.
Iniziamo:
Splendido il suo volto, ed i lunghi capelli pari a un fiume d'oro. Era bianca ed esile nella bianca veste cinta d'argento; ma pareva forte e severa come acciaio, una figlia di re. Così Aragorn mirò per la prima volta alla luce del giorno Eowyn, Dama di Rohan, e la trovò bella, bella e fredda, come una mattina di pallida primavera, e non ancora maturata in donna.
Questa è la descrizione che ne da Tolkien, e il primo sguardo tra Aragorn ed Eowyn, che porta quest'ultima ad illudersi di essersi innamorata del futuro Re.
Un secondo incontro tra di loro, mi ha spinta ad amare il personaggio di questa gelida ma coraggiosa fanciulla.
[...] «Il tuo dovere è con il tuo popolo», rispose Aragorn.
«Troppo spesso ho udito parlare di dovere», ella gridò. «Ma non sono forse della Casa di Eorl, una guerriera e non una balia asciutta? Ho atteso ormai troppo tempo su piedi malfermi. Poiché adesso pare che non lo siano più, perché non impiegare la mia vita come voglio?»
«Pochi vi riescono con onore», egli rispose. «Ma quanto a te, signora: non hai forse accettato l'incarico di governare il tuo popolo in attesa che ritorni il suo sovrano? Se non avessero scelto te, qualche maresciallo o qualche capitano sarebbe ora al tuo posto, e ora non potrebbe certo abbandonare l'incarico, per impaziente che fosse».
«Sceglieranno sempre me?», ella replicò amaramente. «Rimarrò dunque sempre a casa mentre i Cavalieri partono, a badare alle faccende domestiche mentre essi conquistano la gloria, per poi trovare cibo e giacigli al loro ritorno?».
«Presto nessuno di loro farò più ritorno», egli rispose. «Allora vi sarà bisogno di valore senza gloria, perché nessuno ricorderà le ultime imprese compiute in difesa delle vostre dimore. Eppure, anche se non lodate, saranno imprese altrettanto valorose».
Ma Eowyn rispose: «Tutte le tue parole significano soltanto:"Sei una donna e il tuo compito è la casa. Ma quando gli uomini saranno morti in battaglia con onore, tu avrai il permesso di bruciare insieme con la casa, perché ormai gli uomini non ne avranno più bisogno". Ma io sono della Casa di Eorl, e non una serva. So cavalcare e maneggiare le armi, e non temo né il dolore né la morte».
«Che cosa temi dunque, signora?», egli domandò.
«Una gabbia», ella rispose. « Rimanere chiusa dietro le sbarre finché il tempo e l'età ne avranno fatto un'abitudine, e ogni possibilità di compiere grandi azioni sarà per sempre scomparsa».[...]
Altra frase che adoro di Eowyn è quella in cui prende con sé Merry per andare insieme in battaglia, non ubbidendo così alle parole del loro Re Theoden, di rimanere a casa.
Dove vi è la volontà, nulla è impossibile.
E come non riportare il momento in cui lei, una donna, insieme a un Mezzuomo riescono a sconfiggere il capo dei Nazgùl? Ahh, lo adoro, e adoro lei immensamente!
[...]Una spada risuonò mentre veniva sguainata. «Fa' ciò che vuoi; ma io te lo impedirò, se potrò».
«Impedirmelo? Sei pazzo! Nessun uomo vivente può impedirmi nulla!».
Allora Merry udì fra tutti i rumori il più strano: gli sembrò che Dernhelm ridesse, e la sua limpida voce era come una vibrazione d'acciaio. «Ma io non sono un uomo vivente! Stai guardando una donna. Eowyn io sono, figlia di Eomund. Tu ti ergi fra me e il mio signore dello stesso mio sangue. Vattene, se non sei immortale! Viva o morente ti trafiggerò, se lo tocchi!» [...]
[...] Ma ella rimase immobile: fanciulla dei Rohirrim, figlia di re, esile ma come una lama d'acciaio, bella eppure terribile. Vibrò un abile colpo, rapido e micidiale. Squarciò il collo teso e la testa decapitata cadde come un sasso. Con un balzo Eowyn indietreggiò mentre l'enorme massa crollava accasciandosi per terra con le ali aperte; e mentre cadeva, l'ombra scomparve. La luce la circondò e i suoi capelli brillarono al sole sorgente.[...]
E veniamo infine all'incontro e all'amore che pian piano sboccia tra Eowyn e Faramir, uno dei momenti che più amo di questo meraviglioso libro. Sarebbe da riportare tutto, ma significherebbe dover scrivere numerose pagine, così trascrivo solo dei passi che mi hanno toccata particolarmente.
[...] «Eowyn, perché resti qui, invece di unirti ai festeggiamenti a Cormallen, oltre Cair Andros, ove tuo fratello ti attende?».
Ed ella rispose: «Non lo sai?».
Ma egli disse: « Vi sono due motivi possibili, ma quale dei due sia quello vero, non saprei dire».
Ed ella disse: «Non desidero giocare agli indovinelli. Parla più chiaro! ».
«Poiché lo desideri, signora» egli disse: «tu non parti, perché soltanto tuo fratello ti ha mandata a chiamare, e ammirare in tutto il suo trionfo Sire Aragorn, erede di Elendil, ormai non ti procurerebbe alcuna gioia. Oppure perché io non parto, e desideri rimanermi accanto. E forse per ambedue i motivi, e tu stessa non sapresti scegliere. Eowyn, tu non mi ami, o non vuoi amarmi?».
«Desideravo l'amore di un altro», ella rispose; «ma non voglio la pietù di nessuno».
«Lo so » egli disse. «Desideravi l'amore di Sire Aragorn. Perché egli era grande e potente, e tu ambivi la fama, la gloria: volevi essere innalzata sopra le cose meschine che strisciano sulla terra. E come un grande capitano a un giovane soldato, egli sembrava a te ammirevole. Perché lo è, un signore fra gli uomini, e il più grande che esista oggi. Ma quando ti diede soltanto comprensione e pietà, tu non desiderasti più nulla, se non una morte coraggiosa in battaglia. Guardami, Eowyn!».
Eowyn guardò Faramir a lungo e senza abbassare gli occhi; e Faramir disse: «Non deridere la pietà, dono di un cuore gentile, Eowyn! Ma io non ti offro la mia pietà, perché sei una dama nobile e valorosa e hai conquistato da sola fama e gloria che non saranno obliate; e sei una dama tanto bella che nemmeno le parole dell'idioma elfico potrebbero descriverti. E io ti amo. Un tempo ebbi pietà della tua tristezza. Ma ora, se tu non conoscessi la tristezza, la paura o il dolore, se tu fossi anche la benefica Regina di Gondor, io ti amerei lo stesso. Non mi ami tu, Eowyn?».
Allora il cuore di Eowyn cambiò ad un tratto, e fu ella finalmente a comprenderlo; e improvvisamente il suo inverno scomparve, il sole brillò in lei.
«Questa è Minas Anor, la Torre del Sole» ella disse; «e, guarda!, l'Ombra è scomparsa! Non sarò più una fanciulla d'arme, né rivaleggerò con i grandi Cavalieri, né amerò soltanto i canti che narrano di uccisioni. Sarò una guaritrice, e amerò tutto ciò che cresce e non è arido». E di nuovo guardò Faramir. «Non desidero più essere una Regina», disse.
Allora Faramir rise, felice. «Meno male», esclamò, «perché io non sono un re. Eppure sposerò la Bianca Dama di Rohan, se ella lo vorrà. E se ella lo vorrà, potremo attraversare il Fiume in giorni più felici e dimorare nello splendore d'Ithilien e coltivarvi un giardino. Ogni cosa vi crescerà con gioia, se coltivata dalla Bianca Dama».
«Devo dunque lasciare il mio popolo, uomo di Gondor?», ella disse. «E vorresti che la tua gente orgogliosa dica di te:"Ecco un signore che ha domato una selvaggia fanciulla del Nord! Non vi era dunque una donna della razza dei Numenoreani ch'egli potesse scegliere?"».
«Lo vorrei», disse Faramir. E la prese fra le braccia e la baciò sotto il cielo assolato, e non si curò di essere in piedi sulle mura, visibile a molti. E molti infatti li videro, e videro la luce che brillava intorno a loro mentre scendevano dalle mura e si recavano, mano nella mano, nelle Case di Guarigione.
E al Custode delle Case Faramir disse: «Ecco Dama Eowyn d i Rohan, ed ora è guarita».
E il Custode disse: «Allora le permetto di partire e le auguro buon viaggio, e possa non soffrire mai più di ferite o malattie. L'affido alle cure del Sovrintendente della Città fino al ritorno del fratello ».
Ma Eowyn disse: «Eppure, adesso che posso partire, desidero rimanere. Questa Casa è divenuta per me di tutte le dimore la più felice». E vi rimase fino all'arrivo di Re Eomer.
Non sono, dunque, meravigliosi?
Mi piacerebbe molto, scrivere un giorno una fanfiction su di loro, su quello che accade dopo la fine del libro. Sul loro amore, sulla realizzazione dei loro sogni, sulla creazione di una famiglia. Però vedo sempre un poco di difficoltà nel scrivere su personaggi di altri, se poi sono quelli di un grande Autore e Maestro come Tolkien è proprio complicato. Però non nego che lo voglio porre tra i miei progetti futuri, chissà, magari riuscirò a scrivere qualcosa su di loro, sul loro meraviglioso amore, e le splendie persone che sono.
Tolkien è riuscito ad inserire amori meravigliosi nella sua splendida opera, che profumano di magia, sincerità, e fanno incantare.
Credo che con questo concludo davvero il mio percorso sulla Terra di Mezzo, almeno fino a quando non avrò altri libri di Tolkien. La mia seconda casa occupa sempre un posto speciale nel mio cuore, e non è detto che non ci tornerò di nuovo, perché a lungo andare non ne posso rimanere lontana.
Appena possibile pubblicherò la mia recensione su Black Friars - L'Ordine della Chiave, di Virginia de Winter, che ho da poco concluso, e da domani inizierò a leggere il terzo capitolo della Saga. Tra i miei progetti di lettura del 2013, c'è poi una full immersion nel mondo di Jane Austen, riscoprendo il magico e meraviglioso Orgoglio e Pregiudizio, Ragione e Sentimento, Emma e tutti gli altri titoli che ancora non sono riuscita a leggere. E poi chissà, la lista è ancora moooolto lunga!
Tra i miei progetti di scrittura, invece, c'è ancora molto da fare. Ho così tante storie in mente, ma non sempre l'ispirazione si collega alla capacità di riportare sulla carta i pensieri. Nella mia testa i mondi, i personaggi, gli eventi ci sono tutti, ma è difficile trovare il momento giusto e l'opportuna situazione per scrivere tutto.
Comunque sono in attesa di scoprire i risultati di due contest a cui ho partecipato, e sto elaborando un'altra storia per un terzo. Sì, lo so, mi ero riproposta di smettere con i concorsi, ma la curiosità mi spinge a leggerli e non sempre riesco a bloccarmi. Ma finché l'ispirazione bussa alla mia porta, posso continuare.
Ci riuscirò. Sempre.