Vorrei iniziare con il ringraziarvi profondamente per aver superato i 500 mi piace nella mia pagina facebook associata al blog. Grazie, sul serio. Essere seguita, anche se in maniera silenziosa, mi rende molto felice e spero sempre che questo mio angolino virtuale possa essere un mezzo utile sia per scegliere le vostre letture, sia per comprendere quanto bello sia questo "virus". Leggere fa bene all'anima, ne sono convinta.
Ultimamente so di non essere più presente come un tempo, e sto andando anche lenta con le mie letture, ma è un periodo pieno di pensieri e anche di letture non sempre facili, almeno per me. Non che siano pesanti, ma i classici vanno sempre letti con un'attenzione in più.
In questo post cercherò di raccogliere i miei pensieri in particolare su Charles Dickens e tre racconti natalizi. Avrei voluto inserire anche il Diario di una Scrittrice di Virginia Woolf, ma temo di creare un articolo troppo lungo e forse noioso, quindi tagliamo un po' e rimandiamo al prossimo post ciò che penso dell'ultima lettura fatta!
Le mie ultime letture provengono entrambe dalla mia capatina in biblioteca, che però ora ho bloccato, per consentirmi di leggere alcuni libri che ho in casa da tempo (anche se ci sono molti altri titoli che hanno attirato la mia attenzione, quindi tra qualche mese ci tornerò sicuramente).
Sono racconti che vi consiglio davvero di leggere, magari - come ho fatto io - proprio nel periodo natalizio e fine dell'anno così da immergervi totalmente nelle ambientazioni!
Come già detto, il primo è stato il mio preferito. Lo conoscevo già da molto tempo, chi in fondo non sa della storia dell'avido Ebenezer Scrooge e della sua avversità verso il Natale? La Disney si è molto divertita nel dar vita a questo racconto, sia attraverso lo Zio Paperone che ben si presta al ruolo così attaccato ai suoi soldi; ma anche l'incantevole A Christmas Carol, film del 2009!
Questo racconto suddiviso in cinque parti narra le vicende di Scrooge, un avido e tirchio uomo di affari che ha un palese odio verso questa festività, ritenendola una perdita di tempo. Trova tutto una "Sciocchezza!", risponde male a ogni individuo che si presenta alla sua porta, incluso suo nipote, e costringe il suo impiegato a lavorare anche la vigilia di Natale e a presentarsi puntuale il giorno successivo a quella perdita di tempo.
Rimasto solo, nella sua casa, però, qualcosa accade. Lo spirito del suo collega, Marley, gli fa visita, mostrandogli a cosa lo ha portato la sua avidità, il suo egoismo, il suo legame forte con i soldi a discapito di valori più importanti. Marley metterà in guardia Scrooge, spingendolo a cambiare prima che sia troppo tardi e lo avviserà dell'arrivo di tre importanti spiriti che lo guideranno, poi, in un viaggio tra Passato, Presente e Futuro che farà aprire cuore e occhi al nostro protagonista.
Quello dei tre fantasmi è un tema che poi è stato adottato spesso sia nella letteratura che nei film. Fantasmi che faranno vedere al protagonista ciò che ha rimosso, ciò che i suoi occhi non osservano da solo, e gli effetti futuri delle sue azioni colme di egoismo.
Scopo del racconto è sicuramente una critica profonda verso la società in cui viveva lo stesso Dickens, mettendo in luce l'estrema povertà, ma anche il lavoro minorile, l'analfabetismo e le profonde ingiustizie del tempo; ma anche di mettere in luce i valori più importanti, l'amore, l'aiuto a chi ha meno di noi, e l'importanza della famiglia e degli affetti.
È un racconto che tocca il cuore, che apre alla riflessione.
Non soltanto ci fa conoscere la triste realtà dell'epoca, ma puo' essere anche attuale. Spinge ad aprire il cuore, a comprendere come l'egoismo e l'avidità possano portare non solo alla solitudine, all'essere dimenticati, ma provocano effetti negativi anche agli altri.
Commovente è soprattutto l'immagine del piccolo Tim, bimbo che rischia la vita, e che riuscirà a provocare un profondo turbamento nel cuore freddo di Scrooge e a comprendere quanto meschino sia stato nei confronti del padre e di tutti gli altri bambini sottoposti a lavori estenuanti per la loro età, o alla povertà.
Insomma, un racconto molto toccante e magico, da leggere e rileggere e una perfetta lettura Natalizia, come, infatti, vi ho consigliato.
In questo caso però, l'atmosfera non è più quella Natalizia, ma si sposta verso la fine del vecchio anno e l'inizio del nuovo, che Dickens tratteggia mettendo in luce tutte le domande e le speranze delle persone che spiccano tra queste pagine.
In questo racconto Dickens riprende il tema dello spirito che conduce il protagonista a conoscere il futuro dettato dalle sue azioni. Meg, la sua unica figlia, vorrebbe sposarsi la notte di Capodanno con il suo amato, ma questo non è visto di buon occhio dalla gente ricca, che sembra voler dettare gli usi e i costumi e le leggi dell'epoca. Come se i poveri non valessero nulla e sposandosi tra poveri avrebbero solo ottenuto ulteriore miseria. In questo caso elemento fondamentale sono le campane che sembrano aver parola, voci che attirano il protagonista e lo portano a compiere un viaggio verso un futuro che sembra piuttosto freddo, triste, e arido per sua figlia.
Credo che questo sia il racconto più malinconico dei tre, pur concludendosi con una sorta di "lieto fine". E forse, è quello che mi ha colpito di meno. Dickens mette in luce sempre il mondo in cui vive, e forse anche le sue esperienze, c'è sicuramente anche qui una critica verso la società e il modo in cui trattano i poveri, però... non mi ha presa totalmente, tanto più che spesso mi sono distratta (con tutto quel parlare di trippa poi!).
Quello che ci viene narrato è un intreccio di piccole storie quotidiane, ma molto emozionanti. La storia di un amore che nonostante la lontananza non si è mai affievolito; di un altro amore non ricambiato, ma che si trasforma in generosità, lasciando liberi, senza forme di crudeltà e possesso, ma ciò che è emerge è anche l'importanza della famiglia, della fiducia, e dei consigli sapienti di un piccolo esserino capace di far ragionare, comprendere, aprire gli occhi.
Mi ha particolarmente colpito l'immagine di Caleb e il suo tentativo di proteggere sua figlia, cercando di volare con la fantasia nel descrivere la loro condizione e le persone che li circondano, come se volesse cacciare ogni forma di male per quella figlia che ha già dei problemi, non potendo vedere. Non lo so, è un'immagine che seppur nella falsità delle descrizioni, mi ha molto colpita. Esprime tutto l'amore di un padre, per la sua "bambina", la volontà di rendere il mondo migliore di quello che effettivamente è.
Insomma, tre storie che vi consiglio di leggere.
Mi piace anche molto lo stile di Dickens. Pensavo di trovarlo pesante, invece parla spesso con il suo lettore e sembra quasi di sentire la sua voce. Ti fa entrare tranquillamente nella storia, nelle varie ambientazioni, conoscendo così i personaggi e non sentendoti mai troppo un estraneo nella lettura.
Concludendo, 5 libricini per questo libro! Certo, come detto, ho preferito Il Canto di Natale, ma a mio avviso son carini da leggere. Merita.
Scusate se sembra tutto troppo affrettato o se non sono riuscita ad esprimere in maniera chiara e completa tutto ciò che c'è da dire su Dickens e i suoi lavori, ma ultimamente faccio molta fatica. Purtroppo. Spero di tornare all'ispirazione di un tempo, quando le parole - anche se con difficoltà - fluivano più tranquillamente, permettendomi di buttar giù tutte le emozioni, tutte le sensazioni provocate dalla mia lettura.
Buona serata e vi auguro, come sempre, tante belle letture.