Oggi torno con una nuova recensione. In queste ultime settimane mi occupo solo di questo perché non ho tempo di pensare a un altro genere di post e devo recuperare le recensioni sulle mie ultime letture!
A voi, i miei umili e semplici pensieri su "La segretaria dello 'Scrittore'" di Elena Attala Perazzini.
Editore: Barbera editore
Pagine: 128
Prezzo: 12,90 euro cartaceo
Anno: 2011
Voto: 3.5/5
Trama
La protagonista di questo romanzo è giovane, brillante e determinata, ha lasciato l'Italia per vivere a New York dove la aspettano un fidanzato e, spera, una nuova vita.
La Grande Mela la accoglie con tutta la sua vivacità, ma dietro all'arte, agli appuntamenti, alle scintillanti luci di Manhattan, scopre che la vita nella metropoli americana non è come quella sognata dalla privincia. Non è facile trovare un lavoro stimolante, ancor più difficile affittare un appartamento decente e, come se non bastasse, il suo fidanzato è costretto a condivedere la casa con un'altra donna. La vita della giovane italiana verrà sconvolta dall'incontro con Oriana Fallaci, che le offre un lavoro e le apre, per pochi mesi, le porte della propria casa e della propria anima. Sarà un'esperienza dura, illuminante, formativa. Un'occasione di crescita e conoscenza che la porterà a riflettere sulle scelte della sua vita e su quelle della solitaria scrittrice.
Recensione
“Inutile negarlo: abbiamo bisogno di sapere che lasceremo qualcosa. Non ce ne frega un tubo se gli altri saranno d'accordo o se ci criticheranno, l'importante è che riusciamo a scorticare una parte di noi per regalarla all'eternità. In quest'ottica la scrittura è più soddisfacente di un figlio. Solo in quest'ottica morbosa ma irrimediabilmente umana, però. Perché un figlio prima o poi muore, la sua stirpe pure, le discendenze si diluiscono sempre di più con le generazioni. Ciò che scrivi, invece, è immutabile, permanente. La scrittura ti dà la certezza che la tua impronta rimanga.”
Ho ricevuto questo libro da mio padre. Glielo hanno regalato in libreria dopo aver acquistato una lettura per la mia adorata nipotina. Sapete quei libri, spesso “inutili” che danno in occasione di qualche promozione? Ecco.
Devo ammettere che, però, ha fatto una bella scelta. Sono subito rimasta attratta dal titolo “la segretaria dello 'Scrittore'” amando io la scrittura, oltre che la lettura ma, leggendo in seguito la trama mi sono lasciata subito rapire.
Questo libro è stato scritto da Elena Attala Perazzini, scrittrice e giornalista che ha svolto il ruolo di segretaria di uno “scrittore” molto particolare: Oriana Fallaci. Ci descrive non solo la sua vita, la sua nuova esperienza nella Grande Mela, e i suoi problemi amorosi, ma soprattutto l'incontro difficile ma illuminante con lei. Non posso addentrarmi troppo nei particolari, perché ammetto la mia ignoranza. O meglio, non ho letto molto di Oriana Fallaci. Ho cercato di documentarmi un poco, ma non posso dire di “conoscerla” bene, quindi non so quanto questo libro sia sincero. Però l'ho trovata una lettura interessante, con alcuni passaggi che ho voluto sottolineare per serbarli nei ricordi. Il tutto però è raccontato in forma romanzata, anche se leggendo forse si può trovare una parte dell'"essenza" della Signora, termine utilizzato per denominarla (non verrà mai fatto il nome, infatti).
Quello che emerge, comunque, dalla scrittura e dallo sguardo di una Elena molto giovane e forse ingenua è il ritratto di una donna forte, che ha lottato molto nella vita per far emergere la verità, per mostrare a tutti, con il suo lavoro – quello di giornalista – i fatti veri del mondo, le crudeltà, la morte. Una donna molto legate alle parole. Al loro vero significato.
Una donna che ha voluto scandagliare l'animo umano, cercando di comprendere il senso nascosto dietro a un sorriso, a una smorfia, a un determinato atteggiamento, trovando la vera essenza di una persona. Una donna che sin in giovane età ha dovuto tirar fuori gli artigli, dimostrando un coraggio e una forza sorprendenti. Oriana Fallaci è descritta in questo romanzo durante gli anni in cui è tornata a vivere nascosta a New York, lontana dai riflettori, rifiutando interviste e incontri. Più di una volta ha licenziato i suoi “assistenti”, fino a trovare Elena. Una giovane ragazza giunta in città da poco, con il sogno per la scrittura, e tanta voglia di crescere e imparare. Una ragazza molto intelligente e determinata, con i suoi problemi amorosi (il ragazzo vive in un appartamento con un'altra donna) e con il quale ben presto si comprende che c'è una certa mancanza di comunicazione e comprensione reciproca. La protagonista viene subito assunta dallo “Scrittore” ma si ritroverà a vivere una situazione non facile. Comprendere e risolvere i suoi sbalzi di umore e i suoi pensieri si rivela ben presto complicato, eppure, in quei mesi di servizio riesce anche a scoprire un altro lato di lei. Dietro la dura roccia, si svela la fragilità. La sua anima forte e tormentata. Le sue paure. I suoi pensieri. Un ritratto speciale di una giornalista di cui sicuramente vorrei poter leggere di più.
Con le sue parole, forse dure ma efficaci, riuscirà anche a farla riflettere su se stessa e la sua vita. Un'esperienza, quindi, anche di crescita.
Come ho scritto prima ho sottolineato dei passi che mi hanno colpita molto. Ve li riporto.
“L'amore è una menzogna, non è qualcosa che esiste. È la combinazione di tante piccole invenzioni del nostro cervello”
“[...] l'amore non è altro che un raggiro della nostra emotività, ma è qualcosa per cui vale la pena soffrire. Perché soffrire è il senso di tutto, ricordalo.”
“La vita è la cosa più preziosa che ci sia mai stata data, la vita non è scontata. Voi quest'idea non la conoscete, perché non avete conosciuto la morte, non avete mai avuto paura.”
[...]
“Ho paura. Paura di morire." "… non voglio vivere morendo, voglio vivere vivendo, e vivendo a modo mio. Ho paura di quella morte. Vorrei che qualcuno di voi imparasse ad avere paura, perché bisogna sapersi spaventare, bisogna saper temere non solo la morte del corpo, ma quella della coscienza, della ragione, dell'intelletto. Quella non fa paura a nessuno. Specialmente a voi giovani... purtroppo sono pochi quelli in grado di spaventarsi, con la sensibilità di capire che stanno uccidendo la nostra mente, le nostre speranze, stanno ridimensionando i nostri sogni per addomesticarci... come bestie.”
[...]
“le bestie non hanno sogni, non si evolvono e il potere vuole mantenerci così: senza miraggi, se non quelli che loro riescono a manipolare. Solo dalla paura di questo può sortire il coraggio, quello che credono io abbia avuto. Paura e coraggio sono la stessa cosa.”
“Sai che cosa ho capito?” disse “ Che bisogna essere felici non solo di quello che si ha, ma anche di quello che non si ha; non solo di quello che si raggiunge, ma anche di tutto ciò che non si è potuto fare. Ricordai di aver sentito dire da un filosofo che le mancanze sono ciò che riempie la vita, che spesso sono le assenze e le imperfezioni a dare un senso a tutto”.
Il dolore che riguarda l'amore è brutale perché non lascia spazio ad altro.
Frasi forti. Frasi importanti, che fanno riflettere. Frasi che, a mio avviso, colpiscono il lettore.
Una donna forte e coraggiosa, sicuramente. Difficile da sopportare per il suo carattere fermo e spesso burrascoso, per la sua lingua tagliente, o almeno da quel che si evince da questo romanzo, eppure si ha un ritratto di una grande Donna. Non voglio aprire, comunque, un discorso su di lei; sulle sue opinioni, su quanto ha scritto o detto, perché non ne ho le giuste competenze e conoscenze. In fondo, mi limito solo a descrivere ciò che questa lettura mi ha lasciato.
Nella mia ignoranza a proposito non posso parlarne troppo, ma sicuramente questo libro, oltre ad altri motivi, mi hanno trasmesso una gran curiosità di leggere di più su quanto "lo Scrittore" ci ha lasciato.
Autrice
Laureata a Bologna con una tesi in criminologia, ha vissuto anche a Madrid e Londra. A New York è stata free-lance producer per Rai International, public -relations officer di Rainbow Room e ha aperto, nel 2001, un ristorante-spazio espositivo che ha gestito fino al 2006.
Ha pubblicato il romanzo Tre stop a New York (Barbera, 2009) col quale le è stato conferito il premio Internazionale Cartagine 2010 per la sezione Arte e Cultura.