Come procedono le vostre letture? Io ultimamente ho concluso diversi libri. Quello di cui vi parlerò oggi stesso, "Persuasione" di Jane Austen e due racconti davvero belli di cui presto lascerò il mio piccolo pensiero: "La vocazione conclusiva del Rondò" e "Seonac's son". Letture brevi ma molto dolci ed emozionanti. Mi auguro di trovare il tempo per scrivere le recensioni al più presto, ma la prossima settimana sarà piena! Tra lavoro e nipotina non so quanto potrò dedicarmi al blog e mi attende un bellissimo weekend tra amici. Ma smettiamola di parlare dei fatti miei e passiamo al libro di Loredana Limone.
Devo essere sincera. Probabilmente non l'ho letto nel periodo migliore. L'ho letto in maniera molto lenta, un po' per una sorta di 'blocco del lettore', un po' per altri motivi di cui non parlerò in questa sede, ma alla conclusione della lettura posso aggiungermi a quelli che ve lo consigliano. Certo, forse vado un po' controcorrente non avendomi entusiasmato più di tanto, ma è stata una lettura adatta alla stagione e consigliata.
Editore: Salani
Pagine: 384
Prezzo: 14,90 euro
Voto: 3/5
Consigliato a chi è alla ricerca di una storia semplice, ma che tratta personaggi che potremmo definire della porta accanto. Persone reali, che magari possiamo conoscere o associare a chi incrociamo durante le nostre vite. Con un ambientazione deliziosa, Borgo Propizio, paesino che racchiude storie, vite, amori, problemi e dolori, e una vendetta che si fa strada durante l'organizzazione di un festival letterario.
Serie:
#1 Borgo Propizio
#2 E le stelle non stanno a guardare.
#3 Un terremoto a Borgo Propizio.
Trama
Con a capo il sindaco Rondinella, il paese sfoggia una nuova zelante giunta, il cui assessore alla Cultura, il nevrotico professor Tranquillo Conforti, incarica Ornella di organizzare un evento per l’inaugurazione della biblioteca. Sì, perché il paese ora vuole la sua biblioteca civica. E dovrà essere un evento speciale, o meglio spaziale, addirittura un festival letterario, sotto le luccicanti e propizie stelle del borgo. Be’, non sempre propizie. Le chiacchiere ricominciano il giorno in cui giunge Antonia, una forestiera dai boccoli ramati, che porta un misterioso bagaglio interiore. Scappando da se stessa, è alla ricerca di un luogo dove curare l’anima,tanto da decidere che lì organizzerà la propria vendetta d’amore. Una vendetta contro chi? E perché? Quale che sia il motivo, è un piatto che andrà servito freddo. Ma Antonia non sa che Borgo Propizio ha il dono di cambiare la vita di coloro che varcano la sue mura merlate…
Recensione
« Un amore sbagliato è pur sempre un amore e non è mai del tutto sbagliato. Gli errori si pagano con le condanne, ma a volte è la coscienza che ci punisce di più: la giustizia terrena e quella divina non sempre coincidono »
Mi sono approcciata a questa lettura con il piede sbagliato. Forse non era il momento giusto, ma anche altri motivi che non starò a delineare in questa sede hanno influito molto. Sorvolando su ciò, ho voluto proseguire anche se, almeno inizialmente, non sono riuscita a sprofondare totalmente nella trama, anzi, in quelle varie storie e vite che si susseguono e cercano di incastrarsi e che hanno come sfondo un paesino che tanto mi ricorda i borghi delle mie amate Marche. Paesi diroccati su colline, lontani da una realtà che scorre troppo veloce, e che spesso fa perdere le vere gioie della vita, quelle piccole situazioni e piaceri che si possono scoprire solo guardando il mondo con più attenzione, cogliendo le sfumature, procedendo più lentamente.
"E le stelle non stanno a guardare" è il secondo romanzo della serie, che segue "Borgo Propizio", e forse per tal motivo, almeno agli inizi, non sono riuscita a comprendere totalmente i personaggi. Ne sono tanti, e si alternano facilmente nei vari capitoli, creando a mio modesto avviso un poco di confusione. Ma, quando procedi nella lettura, pian piano sembrano diventare conosciuti. A piccoli passi entri nelle loro vite, e sembri essere un attento spettatore dei loro problemi, dei loro rapporti con gli altri, dei loro dolori e delle loro gioie.
La storia narrata dall'autrice è di per sé molto gradevole.
Siamo a Borgo Propizio e il tutto è narrato da più voci, quelle di alcuni abitanti del luogo. Alternando i vari punti di vista, il lettore viene reso partecipe delle attività che si svolgono in questo piccolo borgo, delle persone che vi vivono, con i loro problemi, i loro dubbi, i loro sogni e i rapporti che li legano gli uni agli altri. In particolare, in questo secondo capitolo, assistiamo alla creazione di un festival letterario per dare un'incentivazione culturale al luogo e inagurare così anche la Biblioteca.
I personaggi sono reali, possono essere tranquillamente i nostri vicini di casa, abitanti di un piccolo angolo di mondo che tanto mi ha ricordato Castelluccio o quei piccoli borghi delle Marche da me tanto amati, pregni di misteri, storia e culture locali, e dove tutti conoscono i segreti di tutti e si è facile preda di pettegolezzi! Le vite narrate sono quelle normali, fatte di rapporti non facili tra sorelle o famiglie; di sogni da realizzare. Di sbagli relativi a lavori o studi. Di amicizie e amori pronti a nascere o a finire. Una storia che nella sua semplicità può regalare tenere emozioni, far riflettere e sicuramente perfetta per l'estate.
Sfortunatamente, come già detto, non è riuscita a coinvolgermi in maniera completa. In primo luogo, forse perché non ho letto il primo capitolo e mi sono trovata a sprofondare in un mondo nuovo con personaggi di cui non sapevo assolutamente nulla ma che si avvertiva avessero avuto già una “storia” nel precedente capitolo. In secondo luogo, questo alternarsi continuo di punti di vista l'ho trovato, come già detto, forse un po' confuso. Almeno inizialmente. Non riuscivo ad entrare in sintonia con un personaggio, a comprendere la sua storia, che subito si saltava a un altro, e poi al seguente. Se da un lato è un ottimo modo per mantenere viva l'attenzione e la curiosità – e infatti ho concluso il libro anche se più di una volta avevo la tentazione di interrompere la lettura – dall'altro potrebbe confondere un poco. Ovviamente è solo un mio modesto parere.
In sostanza, però, è una lettura che consiglio a chi è alla ricerca di un romanzo semplice, che parla di quotidianità e di piccole realtà che danno un senso di pace, ma in cui facilmente si possono trovare eventi che spezzano la monotonia del luogo. Un romanzo pervaso anche dall'amore per la letteratura e la cultura che si respira tra le vie del borgo. Una lettura che può staccarti da una realtà in cui tutto scorre troppo in fretta, lasciandoti sprofondare nelle vie di piccoli paesi dove ritrovare un po' di serenità e dove a volte può sembrare che il tempo scorra più lentamente, e che i valori di un tempo non si siano persi.
Nella calma e placidità del luogo, però, qualcosa accadrà. L'arrivo di una forestiera turberà un poco l'armonia del borgo. Si parla di vendetta. Di amore che non è vero amore. Di ferite dell'anima che vanno risanate. Di vendetta che s'insinua nei vari capitoli e che scaturisce curiosità, che potrà essere rivelata solo nel finale di cui ovviamente non vi anticipo nulla.
Ho riscontrato, inoltre, argomenti piuttosto attuali. Come la difficoltà delle persone abitanti i piccoli borghi di riuscire spesso a comprendere le novità, e di accettare quella che appare ai loro occhi come diversità, ma che in verità è pura normalità. L'amore è unico. Temi molto importanti, che vengono affrontati con una certa dose di delicatezza e anche con simpatia.
Concludo dicendo che è uscito il terzo romanzo a riguardo: Un terremoto a Borgo Propizio. Cliccate sul link per accedere alla pagina della casa editrice e scoprire la trama!