
Mondolibri, 2000
Prezzo: 18 (?) euro
Pagine: 1378
Consigliato? Non c’è neanche da chiederselo. Il libro più bello di tutti i tempi. Se amate il fantasy, le atmosfere magiche e suggestive, gli incredibili paesaggi e descrizioni, personaggi splendidi, e la lotta perenne tra bene e male, oltre che il viaggio di formazione, ve lo consiglio per chi ancora non ha avuto il piacere di leggerlo. Io lo amo! È il mio libro preferito, quindi… LEGGETELO!
Trama:
Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,
Sette ai Principi dei Nani nelle lor rocche di pietra,
Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende,
Uno per l’Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra
Nella Terra di Mordor, dove l’Ombra nera scende.
Un Anello per domarli, Un Anello per trovarli,
Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli,
Nella Terra di Mordor, dove l’Ombra cupa scende.
Recensione:
Ci siamo. Come già detto più volte trovo molta difficoltà a recensire i libri di Tolkien, perché non mi reputo in grado di parlare di opere di tale portata, ma in fondo voglio esprimere in questo frangente unicamente quelli che sono i miei personali e modesti pensieri e le emozioni che sono scaturite dalla lettura.
Il Signore degli Anelli, come ormai tutti sanno, è un grande tomo suddiviso in tre parti principali, più un prologo sulla Contea e i suoi abitanti, e delle Appendici varie.
Le tre parti peculiari sono: La compagnia dell’anello, Le due torri e il Ritorno del re.
Se volessi recensire tutto il tomo usando tre semplici parole, questo sarebbe il mio metodo:
per La compagnia dell’anello la parola da abbinare, a mio parere, è sicuramente magia. Si entra nel mondo degli hobbit per poi scoprire più da vicino quello degli elfi, i primi figli di Ilùvatar, dalla grazia e bellezza indimenticabili, scendendo anche tra i resti di quello che era il regno dei nani. I luoghi che restano più impressi però restano Gran Burrone e Lòrien, abitati dagli elfi, ed è proprio per tale motivo che mi sento di dire che “Magia” è la parola da utilizzare per questo primo, grande, capitolo.
Per Le due torri userei la parola Passaggio. Sì, perché sia nel libro che nel film, mi da la sensazione di una parte che mostra sì il proseguimento dei singoli eroi dopo la disgregazione della compagnia, ma sembra solo il preludio di ciò che avverrà successivamente. Vengono mostrati i regni degli uomini, Rohan e i suoi abitanti, una prima importante battaglia e i piccoli Frodo e Sam conosceranno Gollum e le prime vere tenebre di Mordor, eppure ammetto che è la parte che mi ha donato, in un certo senso, meno emozioni, anche se sempre incantevole.
La terza parte, Il Ritorno del Re, è un tripudio di emozioni, quindi Emozione è la parola da usare.
C’è il vero e proprio scontro finale tra bene e male, le incertezze, i pericoli, i dolori e le morti. C’è il ritorno del Re umano che sovrasterà l’oscuro signore, grazie all’aiuto e alla tenacia di due piccoli hobbit e a quello essenziale e inconsapevole di Gollum, senza il quale, probabilmente Sauron avrebbe vinto.
C’è la fine del magico regno degli Elfi, e l’inizio di quello degli uomini. Una realtà più attuale, non più fantastica, se così si può dire. E’ la parte che più di ogni altra è riuscita a farmi piangere ed emozionare.
Il Signore degli Anelli entra a diritto tra i miei libri preferiti, in verità lo è sempre stato dalla prima volta che l’ho letto. Occupa un posto importante insieme alla Saga di Avalon della Zimmer Bradley.
E’ una storia tra l’epico e il fantasy, un romanzo completo in ogni elemento. I personaggi sono caratterizzati così bene da immaginarli con facilità, i loro problemi, le loro paure ed emozioni ti entrano dentro ed è come se lo condividessi. E’ facile immedesimarsi con molti di loro.
Il tono non è colloquiale come nel Lo Hobbit, c’è un grandissimo lavoro dietro, e la bellezza dello stile di Tolkien, oltre nella fantasia, sta nella sua immensa bravura esercitata nelle descrizioni di ogni luogo. Sembra quasi di sprofondare nella terra di Mezzo, e di restare estasiata a guardare gli alberi d’oro e d’argento di Lòrien (luogo che più amo), o gli splendori di Gran Burrone, il Palazzo D’oro di Edoras, Meduseld, o il biancore regale di Minas Tirith. Mi piace anche la sua passione per la descrizione della natura, è particolare, è dettagliata, ma io sono un’amante delle ricche descrizioni, a differenza delle semplici azioni descritte in modo frettoloso.
È difficile essere capaci di scrivere un’opera così importante, dettagliata e profonda. Ci sono così tante razze, ognuna con la propria cultura, tradizioni e lingua, che sono amalgamate all’interno dell’universo creato da Tolkien.
Gli elementi del Fantasy ci sono tutti: c’è il viaggio, anche considerato di formazione, giacché alla fine ogni personaggio si ritroverà cambiato (basti pensare agli hobbit che da tranquilli e spensierati, si ritrovano a sentirsi quasi estraniati una volta tornati nella quieta Contea, o ad Aragorn che da semplice ramingo si trasforma in Re, o anche allo stesso Gandalf, che da semplice Grigio, diventa Bianco, la carica più alta degli Istari); ma c’è anche la perenne lotta tra il bene e il male che dopo enormi sacrifici, dolori, e morte vede la vittoria del Bene, e della speranza che mai scompare tra i nostri eroi. Finché la verde speranza fiorisce nei nostri cuori, il male non potrà mai trionfare. Speranza, Estel, vista in Aragorn.
Ma ci sono anche altri temi, tanti in verità, tra i quali possiamo ricordare sicuramente l’amicizia profonda che lega i vari personaggi: l’esempio più eclatante è dato da Frodo e Sam, da quest’ultima figurina coraggiosa che dimostra in ogni modo il suo affetto smisurato per il suo Padrone e amico. Sam, il personaggio che più amo, per la sua semplicità, la sua forza, la sua lealtà e il suo più profondo senso di amicizia. Ma ci sono anche Merry e Pipino che soffrono quando devono separarsi; o anche quella più particolare tra Legolas, un elfo, e il nano Gimli, un’amicizia che resterà salda e forte anche alla fine del viaggio, tanto che Gimli forse sarà accolto al di là del mare e potrà rivedere l’incantevole e lucente bellezza di Galadriel (per il quale è rimasto come folgorato).
C’è il tema dell’amore, in tutte le sue versioni. Amore come illusione e non ricambiato, quello che prova Eowyn per Aragorn; un amore forte e incrollabile, come quello tra Aragorn e Arwen, la quale è disposta a rinunciare alla sua vita immortale per lui, come fece la sua antenata Lùthien; ma anche quello dolcissimo che nasce nelle case di guarigione tra Eowyn e Faramir, quello che amo più di tutti. Da non dimenticare è anche quello tra Sam e Rosie, no? Non sono adorabili?
C’è il tema della pietà, che così come ha colpito Bilbo ne Lo Hobbit, prende anche Frodo. Entrambi sono incapaci di uccidere un essere così malridotto dalle trame sottili, invisibili e corrosive dell’anello, Gollum. Ne provano un’intensa pietà e, forse da parte di Frodo, c’è anche con il tempo un’immedesimazione: lui capisce che il potere dell’anello è così forte da trasformare il più buono degli uomini in un essere orribile.
Ora, sicuramente, ce ne saranno altri, ma io ho deciso di citare questi, perché sto scrivendo così come le emozioni mi dettano.
Chi ha visto solo i film ha fatto male, si perde tantissimo altro che Peter Jackson per vari motivi non ha inserito: come la presenza di alcuni personaggi deliziosi, vedi Tom Bombadil e Baccador, il Signore della Vecchia Foresta e la Figlia del fiume, Glorfindel, che salva Frodo dopo essere stato ferito a Collevento (mentre nel Film è Arwen), ma anche varie scene che sono state del tutto eliminate. Come ad esempio il pezzo finale, il viaggio di ritorno e la lotta degli hobbit contro Saruman e Vermilinguo.
È difficile in questo caso rispondere a una domanda del genere: Quali sono i miei personaggi preferiti? Non lo so, in vero.
Mi piacciono tutti, ognuno di loro ha luci ed ombre che li rendono ugualmente interessanti. Forse quelli che più colpiscono – almeno a me – sono Aragorn, Sam e Gandalf. Mi piacciono tantissimo, ma adoro anche Eowyn e Faramir e la bellezza e grazia sublimi di Galadriel.
Eowyn in particolare ha un carattere forte. Dimostra di avere un grande coraggio e fa capire che anche le donne possono aiutare in battaglia. Non siamo meno forti di loro, anzi, sarà proprio lei, insieme al mezzuomo Meriadoc a porre fine alla vita del capo dei Nazgul. Adoro Eowyn, ed entro in sintonia con lei. Mi si spezza il cuore nel vedere che crede di essere innamorata di Aragorn, ma che quest’ultimo, ovviamente, non può ricambiare l’amore, perché in fondo è solo di un’ombra o di una figura che si è innamorata. Effettivamente il carisma di Aragorn, futuro re, è talmente intenso che tutti ne restano incantati. Però, la mia adorabile Eowyn troverà infine il vero amore in Faramir, un uomo incantevole, coraggioso, che tutta la vita lotta per ottenere un poco di affetto e di riconoscimento da parte di un padre che vede solo il fratello maggiore, Boromir, e non si cura del minore, se non in punto di morte, ma anche in quel momento si paleserà la sua follia.
Sam mi colpisce molto più di Frodo, personaggio quest’ultimo che ammetto di non amare troppo. È vero, sarà Frodo a dover sopportare il grande fardello e la sua antipatia man a mano che raggiunge Mordor e la montagna di fuoco è dettata dal potere dell’anello che si fa sempre più forte e grava su di lui come un pesante macigno; ma senza Sam, Frodo non potrà mai vincere e il mondo sarebbe concluso con un’eterna ombra, e morte e dolore.
Sam così umile e così coraggioso. Sam dalla bontà infinità e con un profondo e sincero amore per il suo padrone. Anche di fronte ad umiliazioni si ritroverà a non cedere, e porterà per un breve ma importante tragitto il suo padrone sfinito sulle spalle.
Adoro Sam, forse è il personaggio più bello che Tolkien ci dona.
Il Signore degli anelli è un libro meraviglioso che ti entra dentro e ti segna nel profondo. Non appena leggi le ultime parole di Sam “sono tornato”, provi un miscuglio di emozioni. Serenità per la fine della storia, nonostante quella malinconia nel vedere che la compagnia si è sciolta completamente, ma anche desiderio di riniziare il libro da capo, se non fossero più di 1300 pagine da leggere e vorrei anche andare avanti con altre letture!
Sam rincontrerà mai il suo padrone alla fine? C’è la speranza nel cuore che quando sarà giunto il momento, Sam sia davvero andato al di là del mare, come ultimo portatore dell’anello.
Anche ora che sto scrivendo questi semplici pensieri, più che una vera e propria recensione, ho gli occhi lucidi.
Vi consiglio di leggerlo, se ancora non l’avete fatto. Non lasciatevi scoraggiare dalle tante pagine, e se proprio al sol guardare quell’immenso tomo vi viene da desistere, comprate le versioni divise, così che la lettura sarà più agevole.
La Terra di Mezzo è la mia seconda casa e un giorno ci tornerò di nuovo e di nuovo.
Spero anche di trovare gli altri libri e di comprarli non appena possibile. Voglio riempire anche quei piccoli vuoti che ho ancora nella mente.
Grazie Tolkien per questo spettacolare universo che ci hai lasciato e grazie per il messaggio insito che ci vuoi dare. Sul web ho letto che in una lettera suo figlio scriveva, a proposito del Nazismo (che in fondo si riflette nei suoi libri, come del resto passi della bibbia o altre religioni): “Però stai attento, figlio mio, a non odiare; non devi combattere il nemico con le sue stesse armi, e non devi usare l’anello”.
Non devo essere come gli altri, come i cattivi. Devo smetterla anche io di odiare le persone che mi hanno fatto del male e continuano a farmene incuranti di ciò che posso provare. Perché più perservero in questo sentimento tenebroso e più le ombre prendono il sopravvento su di me. Il potere dell’anello corrode anche il mio cuore, e sto diventando cattiva come non lo sono mai stata.
Non è facile, perché la sua voce seducente mi spinge a provare sentimenti molto negativi verso almeno due persone, ma non voglio continuare. Io non voglio e non devo.
Devo mostrarmi superiore a loro e provare altri sentimenti, prendendo esempio da Sam e da Aragorn, Faramir, Eowyn e dagli altri personaggi positivi di questa storia sublime.
Finisce qui il mio viaggio nella Terra di Mezzo. In lettura ora c’è il secondo libro di Virginia de Winter, L’Ordine della Chiave, e quando lo avrò finito posterò ovviamente qui la recensione.
A presto, viaggiatori tra i mondi e grandi sognatori!