Oggi mi e vi aspetta un post un po' particolare e forse molto lungo, anche se tenterò di contenere la mia voglia di esprimere di tutto e di più! Ho deciso di parlavi un po' in generale degli aspetti che mi sono piaciuti di più, ma anche di quelli negativi e poi mi addentrerò nella recensione del primo libro. Nei prossimi giorni arrivano le altre, promesso!
Vi avverto, purtroppo sono tra le persone che sono rimaste un po' deluse andando avanti nella lettura. Se il primo libro mi aveva totalmente rapita, coinvolta, tanto da dargli il punteggio massimo, il secondo mi ha convinta meno e il terzo mi ha delusa per molti aspetti. Non si tratta della storia d'amore e del triangolo amoroso. Io non sono il genere di persona da dire di appartenere al team Peeta o Gale, dato che ritengo abbiano entrambi dei pro e dei contro, ma ci sono tanti piccoli particolari che mi hanno spinta a non donare un punteggio troppo altro e mi hanno lasciata perplessa e insoddisfatta. Però, i miei "giudizi" sui libri letti sono molto soggettivi. Quindi come io rispetto il parere altrui, vi invito a rispettare il mio. Sono solo una lettrice che si diletta a lasciare pensieri, e non una critica letteraria esperta.
Detto ciò, che i miei pensieri abbiano inizio!
Ho letto questa trilogia colta, come sempre, dalla curiosità. Tempo fa ho visto la trasposizione cinematografica del primo libro e ne sono rimasta colpita, affascinata ed è per questo che, quando ne ho avuto la possibilità, mi ci sono tuffata completamente e devo ammettere che per come sono strutturati è meglio leggerli uno dietro l'altro. Sì, perché la Collins ha tra gli aspetti positivi la capacità di suscitare interesse e curiosità nel lettore, così da spingerlo costantemente ad andare avanti, volendo sapere di più, conoscere meglio i dettagli e la sorte dei vari personaggi che ci presenta. Quando ho concluso il primo, sentivo subito la necessità di tuffarmi nel secondo, e poi nel terzo. Li ho divorati in pochi giorni, ma... se, come dicevo prima, il primo mi ha totalmente fatta sprofondare in quel mondo e rapita, i successivi non mi hanno emozionata come avrei desiderato.
Tra gli aspetti positivi c'è sicuramente la novità e, a mio parere, l'originalità di questi "Hunger Games" e del controllo assoluto della televisione e di reality tv che spingono le persone a non ragionare, a lasciarsi completamente plagiare da un sistema perverso che tiene tutti sotto scacco. Una politica repressiva, che ogni anno richiede dei "tributi" giovani da porre all'interno di un'Arena, ripresi 24 ore su 24, fino alla conclusione dei giochi che portano a un unico vincitore. La cosa raccapricciante è che il "gioco" consiste nell'uccidersi a vicenda, fino a lasciarne solo uno in vita. Un metodo meschino ma efficace per non far nascere rivolte, per controllare i vari distretti in cui è suddivisa Panem, attraverso anche l'uso della violenza.
L'idea della Collins mi è piaciuta molto. Mi ha coinvolta, emozionata, a tratti spaventata. Ti ritrovi facilmente a provare empatia con alcuni personaggi, a tifare per la protagonista, ad avere gli occhi lucidi e lo stomaco sottosopra per alcune morti veramente ingiuste.
È un distopico davvero riuscito, perlomeno come idea e nella prima parte.
Lo stile non è tra i miei preferiti, ma con un linguaggio semplice e frasi brevi, tutti i libri si fanno leggere facilmente e con velocità, ritrovandoti ben presto alla conclusione.
Alcuni personaggi poi sono ben descritti, come sicuramente la protagonista, Katniss, che ci racconta il suo mondo attraverso i suoi occhi.
Però... questa narrazione in prima persona è il primo elemento che personalmente mi ha in parte disturbata. Non sono contro questa scelta, anzi, solitamente mi piace molto. Ma in un mondo simile, dove l'azione è fondamentale, dove è importante comprendere meglio certi meccanismi e altri personaggi, vedere tutto attraverso Katniss non aiuta. L'autrice è stata brava a utilizzare questa forma, perché effettivamente non corre nel rischio di fare errori, di narrare cose che Katniss non può vedere o sentire, ma... questo va a discapito di altro. Sicuramente, almeno per quanto mi riguarda, avrei voluto saperne di più sulla sorte di altri personaggi (un discorso soprattutto riguardo all'ultimo libro), ma anche di altre scene che per forza di cose non sono presenti, poste in secondo piano, o proprio inesistenti. Non so se riesco a far capire questo mio pensiero.
Altri punti che via via mi hanno spinta ad abbassare il mio "voto" sono le ripetizioni. Mi spiego meglio. All'inizio de "La ragazza di fuoco" ho trovato davvero degli elementi ripetitivi. Non sono subito stata coinvolta nella storia e ho provato anche una sorta di monotonia e noia. Poi, per fortuna, si entra più nel vivo, si conoscono nuovi personaggi - alcuni molto affascinanti, come Mags e Finnick, per dirne due - e il finale sorprende e desta curiosità. Andando avanti, però, avrei voluto scoprire di più, comprendere meglio alcuni personaggi, sprofondare ancor di più nei sentimenti, assaporare le emozioni, anche quelle più tristi, ma... a parte alcuni momenti, non sono riuscita ad emozionarmi come avrei sperato e voluto. Nell'ultimo libro accadono fatti davvero tragici. Alcuni che sorprendono e lasciano allibiti, altri prevedibili. Tuttavia, non sempre sono riuscita a sentirmi veramente coinvolta. Forse ciò dipende anche dalla caratterizzazione della protagonista. In fondo noi lettori vediamo tutto dal suo punto di vista, e Katniss non mi è piaciuta troppo o sempre (nel primo sì, negli altri insomma). È umana, ha le sue fragilità, ed è solo una ragazza che si ritrova a dover vestire un ruolo troppo grande per lei, ma non sono riuscita ad entrarci totalmente in sintonia. Ho preferito sicuramente la sua sorellina Prim. Quest'ultima, infatti, se nel primo libro è poco accennata ma già si scorge il suo essere solo una bambina impaurita e fragile, nel corso degli eventi è costretta a crescere troppo velocemente e ne "Il canto della rivolta" diventa quasi più saggia di sua sorella. Sarà lei a confortarla spesso, a spingerla ad andare avanti. Sì, Prim e Rue sono tra i personaggi che più ho adorato e verso le quali ho provato davvero emozioni forti. Così piccole, ma ugualmente forti. Esseri innocenti in un mondo pieno di violenza e follia. Vittime di qualcosa di più grande, orribile.
Ce ne sono sicuramente altri di personaggi che ho molto apprezzato. Vari nomi, alcuni più importanti, altri solo citati o con poca rilevanza. Tra i tanti ho adorato anche Cinna, lo stilista di Katniss, e ho avuto un rapporto conflittuale con il suo mentore, Haymitch. Mi è piaciuto moltissimo anche Finnick, un altro dei pochi personaggi per cui ho provato realmente qualcosa per ciò che gli hanno fatto dopo la sua vittoria. Bello da morire, ma con un passato tragico, e un amore impossibile da vivere. Tra i miei preferiti.
Peeta e Gale sono un bel dilemma. A mio avviso hanno i loro pro e anche i contro. Peeta si dimostra veramente innamorato di Katniss, ma forse in un primo tempo la idealizza troppo. Di Gale si apprende troppo poco, a mio avviso. Risulta più presente nel terzo e purtroppo è uno di quei personaggi che avrei voluto conoscere meglio. Come ho accennato all'inizio, non sono tipa da scegliere l'uno o l'altro... anzi ammetto che questa continua presenza di "lui, lei e l'altro" mi risulta un po' noiosa alla lunga, e anche in questo caso l'ho trovata un po' ridicola, se così si può dire. Perché in fondo si capisce sin dalle prime pagine chi sceglierà Katniss, senza dover spendere tutto quel tempo dietro alle sue "fisse mentali", alla sua confusione, all'incapacità di comprendere realmente i suoi veri sentimenti. Quindi, questa sorta di amore non risulta avvincente ed emozionante, anzi, è facile porlo in secondo piano... mettendo in risalto altro.
Ma ora passiamo al primo libro!
Editore: Mondadori (Oscar, best sellers)
Pagine: 371
Prezzo: 13 euro
Consigliato? Sì. Lo consiglio a tutti coloro che sono alla ricerca di una storia nuova, fantasy e distopica. Azione, sentimenti, e riflessioni. Un inizio davvero coinvolgente, che rapisce il lettore e lo trasporta in un mondo che non è poi così irreale. Sicuramente non aspettatevi rose e fiori, sorrisi e tenerezza, perché i fatti crudi e tristi ci sono... e molti.
trama
Ognuno dei Distretti deve sacrificare un ragazzo e una ragazza che verranno gettati nell'Arena: ne sopravvive uno solo, il più bravo, il più forte, ma anche quello che si conquista il pubblico, gli sponsor, l'audience.
Katniss appartiene al Distretto dei minatori, quello che gli Hunger Games li ha vinti solo due volte in settantatré edizioni, e con lei è stato sorteggiato Peeta Mellark; sa di avere poche possibilità di farcela. Ma si è offerta al posto di sua sorella minore e farà di tutto per tornare da lei. DA quando è nata ha sempre lottato per vivere e lo farà anche questa volta.
recensione
Che gli Hunger Games abbiano inizio!
Nei vari distretti tutti attendono con ansia e una certa dose di terrore la "mietitura" che segna l'inizio degli Hunger Games, giochi terribili a cui devono partecipare un tributo maschio e uno femmina per ciascun luogo. Lo scopo è semplice: o uccidi o muori. Soltanto un tributo potrà restare in vita e a portare, così, per almeno un anno cibo e ricchezza nel proprio distretto. Un metodo malsano e orribile per tenere a freno le rivolte, per non far insorgere tutti come già successo in passato. C'è anche da dire, poi, che i Distretti sono separati gli uni dagli altri. Nessuno sa cosa effettivamente accada agli altri.
Quando nella piazza cittadina la presentatrice, Effie, chiama il nome di Prim, Katniss non può trattenersi. Si candida al suo posto per proteggerla, per impedirle di morire, come ha sempre cercato di fare. Prim per lei è il suo "bene" più prezioso, e forse la vera persona che ama.
Insieme a lei viene scelto Peeta, "il ragazzo del pane", e vengono così inviati a Capitol City dove un team di stilisti, cercano di donare loro l'immagine più appropriata per andare in scena!
Dopo una serie di allenamenti e prove, tutti i tributi vengono portati in Arena e qui, sorvegliati da telecamere fisse, e dall'azione di Strateghi che cercano ogni giorno di rendere più emozionante questa sorta di Reality show, devono combattere fino alla morte. Katniss si ritrova ben presto sola, e non è importante la sola forza bruta, bensì altre qualità. Non sarà facile per lei affrontare gli orrori che l'Arena è capace di sprigionare, ma ben presto troverà validi alleati. Nel finale, però, un suo gesto decreterà l'inizio di qualcosa più grande, una piccola scintilla che scoppierà nei volumi seguenti.
Questo primo libro mi è piaciuto tantissimo. L'ho divorato in pochi giorni ed ho amato non solo l'originalità - almeno per quanto riguarda le mie letture - ma anche gli stessi personaggi. In questa prima parte, Katniss mi è piaciuta molto. Viene presentata come una ragazza determinata, solitaria e indipendente, pronta ad andare contro le regole ma capace di usare la testa per risolvere anche le situazioni più difficili. Non ho scorto troppo l'egoismo che si palesa forse nei libri seguenti. Anzi. Ho amato come si comporta con Prim e poi con Rue. I suoi gesti, le azioni che permettono di capirla più di tante parole. E anche i suoi momenti sia con Gale che con Peeta, di cui, ripeto, non ho preferenze. Ho adorato le descrizioni dei giochi. E, anche se si mette in mostra un mondo terribile, dove la tv sembra comandare e plagiare le menti, l'ho trovato anche molto realistico più che fantasy. Una saga che offre sicuramente tanti punti di riflessione. Capitol City è una "città" in cui non conta nulla se non l'apparenza. I suoi abitanti sono persone squallide ed insipide. Pensano a seguire le mode, attendono con trepidazione questi giochi, tifano per l'uno o per l'altro, senza rendersi forse conto della sorte di quei poveri ragazzi. Le telecamere, l'apparenza, il mondo televisivo comandano le loro vite, e diventano ben presto tutti burattini incapaci di assumere una propria personalità, pensieri. Ed è proprio lo scopo del governo di Snow, presidente malsano e disgustoso. In un mondo simile, all'interno di questi giochi di sangue, Katniss capisce ben presto che non bisogna fidarsi di nessuno. Non si possono mettere in mostra certi sentimenti, si è costretti a far sorrisi, a trattenere lacrime, a fare di tutto pur di piacere al pubblico a casa: tutto ciò potrà infatti colpire gli sponsor, e regalare loro medicine o cibo necessario per andare avanti. A volte si ha come la voglia di tifare anche noi per alcuni tributi, dimenticando per un attimo che sono tutti ragazzi. Anche quelli, in apparenza, più terribili, sono costretti a compiere certe azioni. Sono pedine mosse da un burattinaio. Alcuni dei primi distretti, vengono allenati per raggiungere al meglio questo momento. Ed è proprio questa la paura più grande di Peeta stesso: quella di essere usato come pedina, di diventare un mostro al servizio di Capitol City. Se proprio deve morire, lui vorrebbe restare se stesso. Non essere costretto ad uccidere. E questo è un lato che ho molto amato del personaggio, un pensiero importante e vero.
Il modo in cui la Collins descrive il tutto, ti spinge a comprendere che si perdono facilmente le emozioni, a volte si è costretti, per sopravvivere. L'amore viene trattato ugualmente come arte, una sorta di messa in scena pur di tornare vivi. Peeta e Katniss sono costretti a fingersi innamorati, ma questo scatenerà qualcosa di più grande, di più forte, non solo nei vari distretti ma anche nei loro cuori. Katniss, infatti, dovrà fare i conti con i suoi veri sentimenti, nascosti in quella scorza da dura, da persona cinica e diffidente.
Un inizio sicuramente vincente. Un libro che mi ha coinvolta totalmente, affascinata, e rapita. Un esordio fantastico che, però, per quanto mi riguarda si perde nei seguenti.
Direi di parlarvi dei prossimi in altre occasioni. Mi rendo davvero conto di scrivere troppo e non voglio annoiare nessuno con un unico, lunghissimo, post.
A prestissimo!