Come promesso, eccomi di nuovo qui a raccontarvi i miei pensieri riguardo a questa trilogia conclusa davvero da pochissimo. Una saga che a mio avviso ha i suoi pro ma anche i suoi contro dei quali spero di riuscire a parlare con chiarezza. Oggi è il turno del secondo capitolo: La Ragazza di Fuoco, che mi ha convinto un po' meno del precedente, ma ho ugualmente apprezzato, soprattutto per i nuovi personaggi che vengono presentati ma anche per alcune scene che destano emozioni uniche.
Vi lascio tutti i dettagli e poi la mia recensione.
Mi raccomando, se non avete letto il primo libro, non continuate a leggere questo post!
Editore: Mondadori (Oscar, Bestsellers)
Pagine: 377
Prezzo: 13 euro
Consigliato...? Sì. Consiglio di leggere tutta la saga di Hunger Games, nonostante tutto. È una bella lettura, seppur tratti di argomenti spiacevoli. Propone riflessioni anche su un mondo che non è poi diverso da quello attuale, dove l'apparenza e la televisione sembrano governare tutte le menti; dove la guerra miete vittime innocenti.
Trama
Recensione
Lei ha acceso una scintilla che, se lasciata incustodita, può crescere e trasformarsi in un incendio che distruggerà Panem.
La vittoria, inoltre, non sembra rappresentare una tregua nella sua vita. Capitol City ha deciso, infatti, di attuare qualcosa di minaccioso per placare le rivolte. Un'edizione particolare degli Hunger Games: non solo Peeta e Katniss dovranno tornare nell'Arena, ma con loro alcuni dei tributi vincitori delle precedenti edizioni! Alcuni dei quali vecchi, altri drogati, e quindi non in condizioni di tornare a uccidersi e sopravvivere in questi malsani giochi.
Eppure quella scintilla scattata nel precedente capitolo della saga, causerà qualcosa di imprevedibile anche per lo stesso Governo e il finale risulterà sorprendente e vi spingerà a voler subito aprire il terzo volume per saziare la curiosità!
Ho optato per non riferirvi di più, perché non voglio gettare troppi spoilers. Come dicevo ieri, questo libro mi è piaciuto, ma meno rispetto al precedente. Meno semplicemente perché non c'è più quella sorpresa dei giochi. So già cosa sta per accadere e certi elementi li ho trovati per forza di cose ripetitivi. La prima parte, ad eccezione di alcuni eventi che sono rimasti impressi nel cuore e nella mente, mi è sembrata più lenta, meno coinvolgente, e ho trovato un pochino noioso e ripetitivo il momento di preparazione ai giochi. Già letto. Già sapevo. Eppure quando entrano in Arena ho ritrovato l'azione e la voglia di conoscere altri personaggi, alcuni dei quali si sono rivelati molto interessanti. Il finale, come già detto, mi ha sorpreso e incuriosita, ma anche durante il Tour ho riscontrato dei passaggi ben riusciti. La Collins ci descrive scene davvero emozionanti, seppur nella loro tristezza. Come quella dell'uomo del distretto 11 che fischietta il motivetto con cui Rue riproduceva il canto della ghiandaia imitatrice, per poi fare un gesto - ripetuto da altri - molto importante per Katniss: premere le tre dita di mezzo della mano sinistra sulle labbra per poi tenderle verso di lei. Un gesto compiuto da lei stessa nell'Arena, salutando la piccola Rue, un gesto però visto da Capitol City come un altro segno di rivolta, da sopprimere al più presto. Una scena che non può non emozionare. Una scena in cui le lacrime possono scendere facilmente, visto il modo in cui tutto ciò è fermato.
Ci sono altre scene, che colpiscono personaggi che ho amato, ma di cui non posso parlare per non rivelare spoiler importanti, che mi hanno sconvolta e che creano sempre più questo clima di terrore e dittatura di Snow. Azioni ignobili che servono a gettare la protagonista nello sconforto, a farle perdere tutto, per spingerla ad arrendersi, per andare contro alla sua immagine che ha scaturito il primo accenno di rivolta. Katniss, la ghiandaia imitatrice da seguire per riuscire a raggiungere la libertà. Con uno stile semplice e asciutto, la Collins riesce a creare realmente delle immagini forti, importanti, che racchiudono emozioni.
In questo secondo capitolo noi conosciamo meglio i personaggi principali, sappiamo già ciò che hanno dovuto vivere e affrontare, ed è facile provare rabbia verso Snow, per la sua cattiveria assurda, il suo essere una persona viscida e senza cuore. Credo che l'autrice lo abbia descritto perfettamente, perché ho provato quasi sulla mia pelle la stessa sensazione di nausea avvertita da Katniss al suo cospetto. Un uomo che profuma di sangue e rose. Un uomo dal sorriso crudele, che non ci mette nulla a mietere vittime, a bloccare ogni forma di protesta contro il suo "regno".
L'edizione della memoria l'ho trovata interessante, anche se diversa dalla precedente. Qui, le alleanze si creano subito, perché c'è un gioco più grande da rispettare. Anche se Katniss non riesce a fidarsi facilmente. Ha sempre il terrore di essere colpita alle spalle, in fondo, alla fine dei giochi dovrà restare solo uno in vita. E questa volta non ci sono scappatoie. Non potrà ripetere il suo trucchetto, il suo atto di "insolenza" verso Snow. Tra i nuovi tributi ho trovato molto interessanti Finnick e Mags. Quest'ultima è un'anziana signora che si propone volontaria, per salvare una ragazza, Annie, che non sta bene mentalmente. Nonostante la veneranda età, Mags entra in Arena ed è disposta a sacrificarsi ancora per qualcosa di più grande, per qualcosa di - forse - già scritto.
Finnick inizialmente può sembrare un bel ragazzo superficiale. Bello, amato da tutti per la sua avvenenza fisica, ma in realtà dimostrerà molto altro. Di avere un cuore e, nel terzo libro, si capirà molto di più del suo triste passato. Già qui, però, a me è piaciuto. Non sono riuscita a provare una vera e propria diffidenza verso di lui, anche se tutto gioca su una sorta di ambiguità. Fidarsi o meno di queste alleanze? Poi ci sono Johanna e Beetee, che saranno importanti anche nel terzo libro. Lei sembra antipatica, sfrontata, pronta a uccidere senza troppi problemi Katniss. Ma anche in questo caso occorre andare oltre la semplice apparenza. Questi Hunger Games, questa politica atroce perpetuata dal governo di Snow, ha inflitto molto ad ognuno di loro, portandoli a cambiare, ad essere diversi da quello che erano.
La saga di Hunger Games non è qualcosa di dolce, bello, e piacevole da leggere. Tratta di argomenti spinosi, di guerra e fame, e di come la tv possa entrare così facilmente nelle menti delle persone, da spingerli a pensare solo alla mera apparenza, e di non ascoltare il cuore. È una saga da leggere con attenzione, un'idea importante e coinvolgente, anche se in alcuni punti non mi ha convinta del tutto. Soprattutto nella descrizione dei sentimenti.
Comunque, consiglio di leggerla e questo libro, a parte alcune ripetizioni, l'ho trovato una bella lettura... che lascia al lettore una curiosità grandissima, la voglia di sapere di più, soprattutto grazie ad alcuni indizi che portano e accennano a un distretto dimenticato da tutti... il 13!
A prestissimo, con l'ultima recensione! Spero di essere riuscita ad esprimere i miei pensieri senza troppa confusione o lacune. In caso contrario, perdonatemi. Ammetto che non sempre riesco ad esprimere quello che penso con precisione e le dovute parole.