Editore: Netwon Compton
Pagine: 387
Prezzo ebook: 0,99 euro
Prezzo cartaceo: 6 euro
Consigliato? Sì, come tutti i romanzi di Jane Austen, va sicuramente letto! Amo quest'autrice ed è impossibile non consigliarvi le opere scaturite dalla sua adorabile, quanto ironica, penna.
Introduzione di Ornella De Zordo
Traduzione di Maria Felicita Melchiorri
Edizione integrale
Mansfield Park, uno dei romanzi più noti e discussi di Jane Austen, narra la storia di Fanny Price. Adottata, ancora bambina, dagli zii Sir Thomas e Lady Bertram, Fanny viene accolta e allevata nella loro lussuosa proprietà di Mansfield Park. Qui cresce, parente povera in un ambiente d’élite, e misura tutta la distanza fra il proprio modello educativo – fondato sul senso del dovere, l’abnegazione, la virtù – e quello, in particolare, della spregiudicata Mary Crawford. Alla fine la protagonista sposerà il cugino Edmund, figlio di Sir Thomas, e con lui si stabilirà definitivamente a Mansfield Park. Al di là dell’apparente trionfo della morale tradizionale, la narrazione contiene un’implicita e corrosiva critica della cultura dominante del primo Ottocento: Fanny – suggerisce l’autrice – realizza, infatti, l’ascesa sociale al prezzo della negazione della propria libertà e spontaneità. Mansfield Park ha il suo vero centro nel tema scottante dell’educazione femminile e dimostra tutta la modernità di Jane Austen, le cui opere, non a caso, conoscono oggi uno straordinario e duraturo successo, coronato anche da fortunate trasposizioni cinematografiche.
«Il fasto della casa la sbalordiva, ma non riusciva a consolarla. Le stanze erano troppo grandi perché vi si potesse muovere con disinvoltura; temeva di rompere qualsiasi cosa toccasse e si aggirava quasi furtivamente, nel costante terrore di una cosa o di un’altra, rifugiandosi spesso a piangere nella sua camera.»
Recensione:
Ho concluso da qualche giorno questo libro, ma le feste pasquali mi hanno portato via tutto il tempo necessario per mettermi al pc a scrivere qualcosa a riguardo. Tuttavia non è solo questo. Terminando la lettura di quest'opera della Austen, mi sono a lungo chiesta come valutarla, quanti libricini darle. Mansfield Park non mi ha entusiasmata come Orgoglio e Pregiudizio, eppure alla fine ha lasciato dentro una serie di riflessioni su ciò che l'autrice ha voluto trasmettere. Sì, perché Jane Austen con la sua abilità comunicativa e la sua penna pungente e ironica, vuole sempre trasmettere un messaggio e, in un certo qual modo, attaccare la cultura dell'epoca, che vedeva la donna doversi comportare in un certo modo, rinunciando alla sua spontaneità e seguendo delle regole rigide, al fine di ottenere lo scopo più grande: l'accettazione in società e il matrimonio. Come in ogni suo romanzo, infatti, il tema dominante è il matrimonio, anche se Mansfield Park e la sua eroina si discostano dagli altri libri letti finora. Mentre nel già citato Orgoglio Pregiudizio, ma anche in Emma e Ragione e Sentimento era facile innamorarsi di uno o più personaggi, qui ammetto di non essere entrata in sintonia con nessuno dei tanti individui tracciati dalla sua penna. Jane Austen è bravissima a tessere i ricami di una trama e a muoverci i suoi personaggi come marionette, come attori di una recita teatrale, si avverte la sua ironia, eppure non mi ha convinta del tutto, pur rimanendo sicuramente un bel romanzo da leggere.
All'inizio è stata un poco dura, poiché introduce moltissimi personaggi tutti insieme, e non è facile entrare subito nella vicenda. Il ritmo, nella prima parte, era piuttosto lento, ma poi, pian piano, la trama si è fatta più articolata e coinvolgente.
La protagonista è Fanny, una bambina che è adottata dai suoi zii, per aiutare la sua famiglia: sua madre, infatti, ha una famiglia molto numerosa e non è così ricca da sostenerli tutti in maniera adeguata. I suoi zii, invece, vivendo in condizioni notevolmente migliori, la accolgono a Mansfield Park, cornice di quasi l'intera vicenda, dove viene cresciuta insieme ai loro quattro figli: Thomas, Edmund, Maria e Julia. E' trattata, sin da piccola, con sufficienza dai cugini, ad eccezione di Edmund che si dimostra sempre molto gentile e affettuoso nei suoi riguardi. Oltre ai Bertram, Fanny ha un'altra zia, Mrs Norris, la quale disprezza chi è al di sotto della sua classe, e così la stessa bambina, umiliandola costantemente, a differenza degli altri nipoti, che invece stravizia, in modo particolare Maria, e questo sarà una delle cause dei successivi, sgradevoli, avvenimenti per la famiglia.
La piccola Fanny cresce con un forte senso della virtù e della compostezza; diverrà una fanciulla gentile, generosa, remissiva e sempre pronta ad accettare ogni ordine che le viene dato. Non darà mai veri segni di ribellione, se non fosse per un unico punto, che riguarda uno dei suoi saldi principi ai quali si attiene: sposare l'uomo che ama. Ogni volta che, però, andrà contro i voleri dello zio - di cui inizialmente avrà paura - si sentirà profondamente mortificata. Spesso non è felice, ma le uniche luci in quella grande casa, saranno il suo affetto smisurato per il fratello con cui rimane in profondo contatto, e l'amore che pian piano affiora nel suo cuore per suo cugino Edmund.
Nella prima parte del romanzo, Fanny viene spesso messa in disparte, come mera spettatrice di ciò che avviene a Mansfield Park. L'arrivo dei due fratelli Crawford, Mary e Henry, sarà alla base dello stravolgimento nella vita tranquilla del luogo.
Mary ed Henry si dimostreranno presto dei ragazzi molto spregiudicati, dediti in modo particolare alla vanità e all'egoismo, e alla volontà di contrarre il matrimonio più redditizio possibile. Sono il perfetto opposto della fragile e composta Fanny, un neo della società basata su rigidi dettami.
Mary inizierà a frequentare presto Edmund, mentre Henry si divertirà a far innamorare di sè le sue sorelle, incurante che Maria sia già promessa sposa di un altro.
Tutto ciò avviene quando Mr Thomas Bertram sarà lontano, per risolvere alcuni problemi nella sua piantagione ad Antigua, e i ragazzi, senza il controllo del padre, con una zia (Norris) pronta a viziarli, e una madre che li ignora altamente, dedicandosi unicamente al suo cagnolino e all'ozio, finiranno per commettere degli sbagli. Nasce in loro l'idea e la volontà di mettere in scena un'opera teatrale, nonostante il parere contrario del moralistico Edmund, che insieme a Fanny, ritiene il contenuto scandaloso, così come sconveniente la partecipazione di una donna a una rappresentazione teatrale.
Questo gioco fatto anche di fraintendimenti e di reciproche confessioni di sentimenti, viene interrotto dal ritorno di Mr Bertram, che si infuria terribilmente della sgradevole situazione che si ritrova in casa.
Maria finirà per sposare il suo promesso sposo e porterà con sé la sua sorellina, e così la scena si sposta soprattutto su Fanny che inizia ad essere guardata da tutti in maniera diversa. Infatti, nella seconda parte del romanzo, da mera spettatrice, sembra diventare la vera protagonista del romanzo - come dovrebbe essere -. Mr Bertram, ad esempio, venuto a conoscenza del comportamento dignitoso della fanciulla, inizia a dimostrarle un maggior affetto, e anche i due fratelli Mary e Henry spostano i loro sguardi su di lei, anche in maniera sgradita alla povera ragazza, che conoscendo i loro veri caratteri, non riesce proprio ad apprezzarli. Tanto più che Fanny soffre terribilmente nel vedere l'affetto crescente che lega suo cugino alla bella e forte Mary.
Henry, non potento più avere le due sorelle Bertram, sposta il suo interesse proprio verso quella fanciulla tenuta da parte, e sembra fare di tutto per spingerla a sposarlo. Nonostante i continui rifiuti della ragazza, non sembra placarsi, e alla fine la dolcezza e la pacatezza di Fanny, lo porteranno a innamorarsi realmente di lei.
Sir Thomas e lo stesso Edmund spingono più volte Fanny a cambiare opinione: Henry Crawford sarebbe un buon partito per lei, un ragazzo adatto a una come lei, ma lei si dimostra davvero irremovibile. Per tal motivo, Sir Thomas la manda a vivere dalla sua famiglia, nella speranza che le ristrettezze economiche la portino a modificare la sua opinione su Henry e ad accettarlo.
Ma la situazione scivola in basso, irrimediabilmente. Fanny si ritrova a vivere in una ambiente del tutto diverso da quello in cui è cresciuta: nonostante sia la sua famiglia, si sente quasi un'estranea, e si avverte la forte differenza tra i due ambienti e le differenti classi sociali. A Mansfield Park regna la pulizia, il decoro, l'educazione, il silenzio; nella vecchia casa di famiglia, i bambini non fanno altro che urlare e correre per tutta la casa, sbattendo porte e litigando tra di loro, e i suoi stessi genitori sembrano ignorarla. Stringerà un rapporto più importante con una delle sue sorelle, Susan, che dimostrerà la viva volontà di apprendere quella pacatezza di modi che tanto ammira in Fanny.
Tuttavia, nella famiglia dei Bertram la situazione diventa sempre più spiacevole. Il primogenito, Tom, rischierà la vita per una malattia contratta a causa della sua vita dissoluta, Maria fuggirà con Henry incurante del suo matrimonio, Julia seguirà il suo cattivo esempio con un altro uomo. Solamente Fanny si dimostrerà essere la perfetta figlia che si attiene alla rigida morale dell'epoca. E i suoi atteggiamenti, spesso remissivi e pacati, finiranno per condurla alla realizzazione del suo sogno e all'aspirazione del suo cuore: sposare colui che ama.
Il finale non lascia felici come negli altri romanzi, ha un retrogusto un po' amaro, è come se la rigida società tanto criticata da Jane, alla fine avesse la meglio. Colei che si è attenuta alle regole, ha ottenuto il suo amore, ma resterà sempre in quell'ambiente dove è stata a lungo trattata quasi come un oggetto.
Questa è a grandi linee la storia di Masfield Park. Per quanto riguarda le mie sensazioni a riguardo, come già esposto, non sono entrata veramente in sintonia con nessuno dei personaggi proposti. La stessa protagonista, con il suo atteggiamento così assurdamente remissivo - anche se in linea con ciò che ci si aspettava dalle donne all'epoca - risulta a tratti fastidioso. A volte si ha come la tentazione di volerla spingere a reagire, a mostrare i suoi sentimenti in maniera limpida e chiara, a non avere paura sempre dell'esito delle sue azioni. Edmund stesso, nonostante la sua dolcezza per la cugina e il suo carattere rispettoso e onesto, non suscita grandi sentimenti nel mio cuore. Si innamora di una donna che vuole spingerlo a cambiare mestiere per il suo interesse, e poi, alla fine sceglie Fanny, perché - almeno a quanto sembra - è più adatta, si è comportata meglio. O forse, finalmente comprende i suoi sentimenti per quella bambina/donna che a lungo ha protetto e amato.
Insomma, è difficile per me dare una vera e propria valutazione di questo romanzo. Come al solito, in maniera sottile e con ironia, Jane Austen critica la sua epoca, dimostrandosi un'autrice molto più vicina al nostro mondo, moderna. Apprezzo la sua capacità di caratterizzare al meglio i personaggi, di ricreare alla perfezione quel mondo di cui faceva parte, facendoci entrare e respirare i profumi della campagna inglese, e la morale dell'epoca, pennellando il tutto con piccoli tocchi di spregiudicatezza in un mondo forse troppo rigido e fintamente perfetto.
E' un romanzo, però, sicuramente da leggere. Perché Jane Austen VA letta, e i suoi personaggi vivono attraverso le sue parole. Questa donna è da ammirare, ha saputo davvero vivere della sua penna, combattendo anche contro la morale dell'epoca, che spingeva tutte le donne a trovar per forza marito e a non occuparsi di lavori, quali ad esempio, la scrittura.
Non ripropongo la trama, ma vi lascio le differenze tra film e romanzo, riprese da wikipedia!
Nel film alcuni personaggi sono diversi rispetto al romanzo, altri sono totalmente esclusi. Inoltre alcuni eventi sono stati riorganizati, anche, ma non solo, allo scopo di accorciarne la trama. Nel complesso il film rispecchia fedelmente l'evoluzione dei personaggi principale e la successione temporale del romanzo, ma per altri versi ne è un libero adattamento. Tramite le modifiche, la storia assume la forma di una critica della schiavitù e perde la funzione di una critica conservatrice contro la modernità, anche per le ovvie differenze di prospettiva del lettore/spettatore moderno. Un tema centrale nel romanzo quale la passività di Fanny e il suo dramma interiore trova poco spazio all'interno del film.
Nel romanzo di Austen, il tema della schiavitù viene timidamente affrontato da Fanny, che rivolge una domanda sul commercio di schiavi a Sir Bertram, ma otterrà come risposta un silenzio totale da parte dei presenti, il che indica la delicatezza e la ritrosia con la quale la questione veniva affrontata, e che comunque non era un discorso appropriato per una donna ma era prerogativa dei soli uomini. Nello stesso episodio del film invece la famiglia affronta con tranquillità una discussione sugli schiavi, al punto che Sir Thomas espone apertamente una convinzione dell'epoca secondo cui i mulatti sono sterili "come i muli"; più avanti nella pellicola Fanny troverà al capezzale di Tom i disegni che raffigurano Sir Thomas mentre abusa di alcune schiave (episodio inesistente nel romanzo).
Nel romanzo Fanny è descritta come una ragazza debole, che si stanca facilmente, e molto passiva, tanto da non esprimere mai un'opinione in contrasto con quella dei presenti. Nel film invece Fanny è vivace, in piena salute, più estroversa e schietta. Nel romanzo non si menziona nemmeno la sua attività di scrittrice, che nel film la associa in modo abbastanza palese alla stessa Jane Austen, dato che molte cose attribuite a Fanny sono mutuate da veri scritti di Austen, tra cui Storia dell'Inghilterra.
Il film fa a meno di diversi personaggi del romanzo e cambia il ruolo e le caratteristiche di altri. Il parroco Dott. Grant e sua moglie Mrs Grant, zia dei Crawford, non appaiono nel film, così come William, il fratello di Fanny arruolato in marina. Lo stretto rapporto che Fanny ha con lui è sostituito nel film dal rapporto con la sorella Susan.
I cambiamenti nella trama sono numerosi. Nel film il ritorno di Fanny a Portsmouth è una punizione inflitta da un vendicativo Sir Thomas, piuttosto che come un sollievo che lei stessa sceglie dalle sgradite insistenze di Henry Crawford. Nel romanzo inoltre Fanny non cede mai alle proposte di Henry, e questo probabilmente è un altro riferimento alla vita di Austen, la quale accettò la proposta di matrimonio di un uomo e ritrattò il giorno successivo, come fa Fanny nel film. Il tempo che ella passa a Portsmouth è molto più breve rispetto ai diversi mesi di cui parla il romanzo, e il cambiamento è funzionale nel film allo svolgimento successivo dell'azione a Mansfield Park, in cui Fanny scopre prima i disegni di Tom e poi scopre Maria e Henry a letto insieme, mentre nella storia originale l'adulterio viene consumato a Londra, Maria fugge via di casa con Henry, e Fanny lo viene a sapere mentre è a Portsmouth, per lettera. L'episodio dei disegni, come si è detto, non è proprio menzionato. Infine, il turbamento della famiglia per l'adulterio è ancora maggiore per via della fuga contemporanea di Julia con Mr Yates, amico di Tom, mentre nel film Julia si avvia senza scosse verso un matrimonio con lui.
Mio parere: tutti questi cambiamenti di trama e personaggi non mi fanno impazzire. Sono una ragazza più portata all'aderenza tra film e libro... ma, non avendo visto il film, non posso dire molto. E voi? Lo avete visto? Che ne pensate?
Nel 2007 la televisione inglese ITV ha prodotto un film su Mansfield Park con Billie Piper e Blake Ritson nelle parti di Fanny Price ed Edmund Bertram.
Bene, per oggi ho finito! A presto, con un'altra importante recensione e un piccolo angolo per una nuova autrice emergente! :)