Editore: Newton Compton (Collana Live)
Pagine: 128
Prezzo: 0,99 cent
Edizione integrale
Cura e traduzione di Luisa De Nardis
Consigliato? Assolutamente sì, soprattutto alle anime romantiche e sensibili, ai sognatori che possono rivedersi facilmente nel protagonista "innominato" di questo breve ma intenso racconto. E poi io mi sento di consigliare sempre i classici!
Trama:
Le notti bianche è, insieme a Delitto e castigo, la più amata e la più letta delle opere di Dostoevskij. Protagonista è la figura del sognatore, nella cui esistenza, chiusa in un mondo di fantasticherie, irrompe per un breve attimo la giovane Nasten’ka.
Simbolo del pulsare delle emozioni, Nasten’ka offrirà per la prima volta al sognatore scampoli di vita vera, finché una sua lettera, con l’annuncio delle proprie nozze, non lo “risveglierà” per riportarlo al suo destino di illusioni. Sullo sfondo di una Pietroburgo deserta e quasi magica, si inserisce l’intenso dialogo tra i due protagonisti, pure voci, la cui identità è l’oggetto stesso delle loro riflessioni e della loro autocoscienza.
Dio mio! Un intero attimo di beatitudine! Ed è forse poco seppure nell'intera vita di un uomo?
E' doveroso premettere che è la prima volta che mi approccio alla letteratura russa, e l'occasione si è presentata con questo delizioso formato creato dalla Newton Compton Editori, con la nuova collana Live. Proprio per questo, recensire non è facile. Non so effettivamente se le emozioni provate nella lettura corrispondano al vero significato di questo importante autore, quindi mi scuso in anticipo per ciò che dirò, ma in fondo ogni libro arriva all'anima del lettore in modi diversi e sempre importanti e speciali.
E' un racconto breve di natura sentimentale che analizza in profondità l'anima dei personaggi e che, giunti alla conclusione, ti fa venire voglia di rileggerlo da capo per comprenderlo meglio, per entrare nel profondo significato di quelle righe.
In una Pietroburgo romantica e magica, con atmosfere soffuse che hanno proprio il sapore dei sogni, è presentato il protagonista, il "sognatore" senza nome, che si aggira solo tra le vie di quella città di cui ormai conosce ogni via, ogni edificio e ogni persona che incontra, ma dagli altri non sembra essere conosciuto. Sì, perché lui è un sognatore, un individuo solitario che rimane nascosto nel suo piccolo "angolo" senza entrare mai in contatto con le persone, se non nel mondo dei sogni, dei pensieri, delle facili illusioni. La realtà sembra così distante, un mondo a parte rispetto al suo mondo interiore, fatto di emozioni uniche, desideri profondi, che però risultano immobili, non realizzabili.
La sua solitudine, il suo estraniamento nei confronti del mondo reale, è interrotta da un piacevole incontro, con una ragazza bella e sensibile: Nasten'ka, che con le sue emozioni, i suoi sentimenti vividi, reali, squarcia quel mondo oscuro e silenzioso, quel confine invisibile che lo tiene lontano dal mondo vivo e pulsante, e lo fa vivere davvero, provando emozioni incredibili e riuscendo finalmente a parlare con un altro individuo. La incontra in un momento delicato per lei. La ragazza, infatti, durante le quattro notti che trascorrono insieme, gli racconta la sua triste storia, di un amore apparentemente impossibile. Il suo struggimento per un uomo che sembra averla presa in giro, dimenticata, dopo averle promesso di sposarla e di tornare da lei dopo un anno. Anche il nostro protagonista che racconta la storia in prima persona, rivolgendosi sovente proprio al lettore, riesce a liberare i suoi pensieri più profondi, a parlare, a confidarsi con lei, senza più paure, ma provando un'emozione intensa nel suo cuore, una felicità nuova. Non è più solo, ha trovato una confidente che gli fa vivere sprazzi di vita vera.
La storia si articola, come già detto, in quattro notti durante le quali i due protagonisti si incontrano, e si confidano, spesso con dialoghi molto lunghi e confusi, sintomo di una nuova realtà nella quale si trova il sognatore. Così preso da se stesso, dalla sua solitudine, per lui è una novità riuscire a parlare, ad affrontare per una volta la vita, a uscire dal suo guscio e iniziare a vivere.
Quando, nella quarta e ultima notte, sembra che l'amore di Nasten'ka l'abbia davvero dimenticata, il sognatore si fa avanti. Rompe quello scudo che lo proteggeva e confessa i suoi reali sentimenti alla ragazza che, dopo un primo momento di confusione, ricambia e lo invita ad andare da lei, così da potersi sposare presto. Il sognatore si contrappone così all'amato della fanciulla. Mentre quest'ultimo, infatti, non si lascia trasportare dai sogni ma si rende conto di non poter dare una vita dignitosa alla ragazza e per questo si allontana per un anno, per cercare di guadagnare qualcosa, il sognatore - nonostante la povertà - vuole sposarla. Vive di sogni, ancora.
Ma quel magico sogno confuso con la realtà si spezza quando il fidanzato di Nasten'ka torna e lei non ci pensa due volte a lasciare la mano del sognatore e correre da lui.
La felicità si frantuma in mille pezzi e il sognatore prova un altro, tremendo, sentimento. Un'infinita tristezza. La realtà non è stata così felice con lui, e lo riporterà al suo destino di illusioni.
L'ultimo capitolo è intitolato "Mattino", perché con una nuova alba, una nuova luce del sole, si infrangono i suoi sogni di un amore vero, reale, nitido e non frutto di fantasia. Nasten'ka gli scriverà una lettera per chiedergli scusa e per informarlo del suo matrimonio. Lui la leggerà più volte, in lacrime, ma tornerà al suo piccolo angolo, che sembra ancora più triste e vuoto di prima.
Eppure la dolcezza di questo racconto non sta solo nella purezza dei sentimenti, nel romanticismo assoluto del protagonista, ma anche nel finale. In quella frase finale che ho inserito in cima, e anche nel suo non odiare la fanciulla che è riuscito a donargli quell'attimo di beatitudine. Le augura, infatti, tutta la felicità possibile.
E' una storia dove il sogno e la realtà si confondono spesso, una storia piena di sentimenti dolci, tristi, puri, e l'amore è tratteggiato con tinte delicate.
Mi sembra anche di aver assistito come a un'opera teatrale. E' come se fosse diviso in vari atti, ci fosse una panchina al centro del palco e questi due protagonisti che iniziano a parlare, a dialogare tra loro, per concludersi poi nel monologo del protagonista.
Mi è piaciuto davvero molto, e in fondo è facile ritrovarsi nei panni del protagonista. Anch'io mi reputo una sognatrice, che spesso si lascia andare a fantasticherie di ogni tipo, specialmente la notte - attimi in cui il mondo sembra addormentarsi ed è facile entrare nel mondo dell'irreale, dei sogni, delle illusioni - ma poi al mattino tutto sfuma, e non riesco sempre a vivere la realtà. Anch'io tendo a perdermi nei mondi creati dai libri che leggo, per estraniarmi da una realtà che spesso non accetto. Mi lascio andare alla solitudine che ho, o meglio mi hanno costrettta a creare, e spesso non sono capace di vivere.
Non ho messo il massimo perché ammetto che a volte i dialoghi mi hanno leggermente annoiata. O meglio, il modo in cui sono stati scritti. Non vorrei essere fraintesa, lo stile è particolare, delicato, però effettivamente mi trovo a concordare con Nasten'ka quando lui parla per la prima volta. Sembra parlare attraverso i libri letti, e non con la sua vera anima.
E' un libro da leggere e rileggere. Ve lo consiglio davvero!
E ora alcune frasi!
Sono un sognatore; ho una vita reale talmente limitata che mi capitano momenti come questo, come adesso, tanto di rado che non posso non ripercorrere questi momenti nei miei sogni.
Un sognatore ... non è una persona, ma, sapete, un essere di genere neutro. Si stabilisce il più delle volte in qualche angolo inaccessibile, come se ci si nascondesse perfino dalla luce del giorno, e quando poi si rifugia a casa, allroa si radica al suo angolo come una lumaca, o, almeno è molto simile in questo atteggiamento a quell'interessante animale che è animae e casa insieme, che si chiama tartaruga.
Che sia chiaro il tuo cielo, che sia luminoso e sereno il tuo caro sorriso, che tu sia benedetta per l'attimo di beatitudine e di felicità che hai dato ad un altrui cuore solo, riconoscente!
Ce ne sono sicuramente altre, meravigliose, ma vi invito a leggerlo e scovarle.
Appena possibile, credo proprio che lo rileggerò per capirlo ancora più profondamente e perché in fondo il romanticismo fa sempre bene al cuore - anche se ha una fine triste -.
Fëdor Michajlovic Dostoevskij nacque a Mosca nel 1821. Da ragazzo, alla notizia della morte del padre, subì il primo attacco di epilessia, malattia che lo tormentò per tutta la vita. Nel 1849 lo scrittore, a causa delle sue convinzioni socialiste, venne condannato a morte. La pena fu poi commutata in quattro anni di lavori forzati in Siberia e nell’esilio fino al 1859. Morì a San Pietroburgo nel 1881. È forse il più grande narratore russo e uno dei classici di tutti i tempi. Le sue opere e i suoi personaggi, intensi, drammatici, affascinanti, sono attuali e modernissimi. La Newton Compton ha pubblicato Delitto e castigo, I demoni, Il giocatore, L’idiota, Le notti bianche - La mite - Il sogno di un uomo ridicolo, I fratelli Karamazov, e il volume unico Grandi romanzi.
Le notti bianche è un film del 1957 diretto da Luchino Visconti, tratto dall'omonimo racconto di Fëdor Dostoevskij.
La trama, tuttavia, è un poco modificata, anche perché invece di essere ambientato a Pietroburgo, si sposta tutto a Livorno e il protagonista (interpretato da Marcello Mastroianni) ha un nome: Mario.
Vi lascio la trama, presa da wikipedia!
Trama:
Mario, un giovane impiegato dalla vita ordinaria, si trova a vagare per le strade notturne di Livorno, dopo una gita passata con la famiglia del suo capoufficio. Passeggiando alla ricerca di qualche evento fuori dall'ordinario, si imbatte in una ragazza bionda, straniera, che lo incuriosisce subito. Così, questo fa di tutto per rincontrarla, nonostante la ragazza, che si chiama Natalia, si mostri inizialmente molto schiva e diffidente. Ad ogni modo, i due finiscono con l'incontrarsi la sera successiva, e molte altre dopo. Mario, che inizia a provare amore per la ragazza, viene allontanato bruscamente dalla storia di Natalia: questa, infatti, sta aspettando il ritorno dell'uomo di cui è innamorata, che aveva promesso di tornare da lei entro un anno, dopo averla abbandonata. Mario, condizionato dai suoi sentimenti per la ragazza, non crede nel ritorno dell'uomo; tuttavia non vuole distogliere Natalia dai suoi sogni e dalle sue aspettative, e accetta di consegnare una lettera con una richiesta di appuntamento all'uomo della ragazza, che ora è tornato in città. Tuttavia, Mario non riesce a consegnare la lettera, e preso da rabbia e tristezza, la strappa e la getta via. Questo gesto, però, lo fa sentire molto in colpa: la sera successiva, cerca di evitare Natalia, che invece è ansiosa di passare del tempo con lui mentre aspetta, ignara dell'azione di Mario, di recarsi all'appuntamento con l'uomo di cui è innamorata. Mario cede all'entusiasmo della ragazza, e la porta a ballare. Insieme si divertono molto, e Mario si illude di averla distolta dalle sue speranze assurde. Tuttavia, Natalia si precipita nel luogo dell'appuntamento non appena sente scoccare le dieci, ma non trovando il suo uomo, viene presa da una crisi isterica. Mario le dichiara il suo amore, ma viene respinto, così si allontana e, vagando per vicoli e ponti, viene coinvolto in una rissa. Mentre si rinfresca a una fontana incontra Natalia, a cui confessa il suo gesto chiedendole perdono. Natalia si mostra ormai decisa a dimenticare l'uomo dei suoi sogni, e offre a Mario la speranza di amarlo col tempo. Egli è al settimo cielo, e la conduce per Livorno parlandole d'amore e di giorni felici. Ma durante la loro passeggiata Natalia vede finalmente l'uomo che tanto aveva aspettato. Presa da un'incontenibile gioia, gli si precipita incontro e, dopo un frettoloso e desolato saluto a Mario, abbraccia il suo vero amore e si lascia portare via da lui. Mario, dopo aver osservato la scena piangendo, torna a vagare per le strade