Come va? Io non sto benissimo fisicamente, perché sono stata contagiata e ora raffreddore e tosse mi sono amici fedeli. Grazie. Molto gentili. Però, vado avanti, leggendo, pensando a regalini natalizi e cercando di rilassarmi un po'. Mi sento un po' stanca, e non so nemmeno io perché.
Purtroppo faccio fatica anche a trovare il tempo per aggiornare il mio blog con tutte le idee, recensioni e rubriche che ho in testa, ma finalmente ne ho trovato. In verità, per fortuna avevo già scritto diversi giorni fa questa recensione, quindi si è trattato solo di sistemare al meglio il tutto!
Vi regalo i miei pensieri su questo meraviglioso libro che vi consiglio di leggere! Ho trovato un'altra autrice il cui stile mi piace moltissimo, e... su Artemisia Gentileschi vi invito a cercare gli altri suoi dipinti. Ne ho inseriti solo due qui, ma vi assicuro che meritano di essere visti e ammirati. I suoi lavori sono vivi, sembrano realmente comunicare qualcosa.
Bene, non mi perdo in ulteriori chiacchiere e vi auguro una buona lettura!
Editore: Beat
Pagine: 229
Prezzo: 9 euro
Consigliato.
Assolutamente sì. È una lettura che consiglio a tutti gli appassionanti della storia e dell'arte. A chi ama quelle storie in cui spicca un personaggio femminile determinato e forte, che segue i suoi sogni, anche in un mondo in cui l'uomo sembra comandare con prepotenza.
Lo stile della Vreeland ti trascinerà totalmente indietro, all'epoca di Artemisia, e ti permetterà di conoscere una donna che ha dedicato la sua vita alla Pittura, lasciandoci dei dipinti davvero vivi, tesi a comunicare qualcosa, non solo la pura bellezza.
Trama
Ambientato negli splendidi scenari della Firenze, Roma e Napoli seicentesche, popolato di personaggi storici come Cosimo de’ Medici e Galileo, La passione di Artemisia narra della straordinaria avventura della prima pittrice celebrata e riconosciuta nella storia dell’arte: Aartemisia Gentileschi, la donna che, in un mondo ostile alle donne, riuscì a imporre la sua arte e a difendere strenuamente la sua visione dell’amore e della vita.
Recensione
Anche se fanno di te una vittima, non possono fare di te una peccatrice.
Nei secoli passati – ma anche attualmente in molte parti del mondo – la donna ha dovuto subire ogni genere di sopruso. Alle donne non era permesso di sognare, di svolgere lavori seguendo il proprio cuore, insomma, non potevano fare nulla o quasi, ed erano sempre sottomesse agli uomini, padri prima e mariti dopo. E anche per Artemisia la dura legge degli uomini, nel suo tempo, l'ha portata a dover lottare per la sua passione, per la sua Arte, per ciò in cui credeva fermamente. Rispetto ad altre del suo stesso sesso, forse, è stata un poco fortunata: suo padre le ha trasmesso la sua stessa passione, l'amore intenso e profondo per la Pittura e non le ha mai impedito di svolgerla al meglio. Eppure, la vita non è stata facile per lei.
La Passione di Artemisia inizia, infatti, con un processo per stupro ai suoi danni. Artemisia, alla giovane età di 18 anni, ha subito violenza da un amico pittore del padre, Agostino Tassi, e deve presenziare al processo. Sin dalle prime pagine, però, si respira un senso di ingiustizia e incredulità. Lei, vittima innocente di un mondo maschilista e crudele, è sottoposta alla tortura per confessare ciò che è realmente successo. Le sue dita vengono strette tra corde, con l'ausilio della tortura chiamata “Sibilla” e rischia di perderle se non parla. Se non dice ciò che vogliono farle dire. Immagini forti che toccano l'animo e, chi come me ha studiato parecchio l'Inquisizione, sa quanto tremendo sia stato il comportamento della Chiesa nei confronti delle donne, in particolare.
La cosa ancor più sconcertante, poi, è che suo padre sembra essere un uomo egoista, capace di pensare solo all'arte e al guadagno ottenuto anche tramite la sublime arte della figlia. Attraverso le parole di Artemisia, i suoi pensieri, le sue emozioni, è facile comprenderla ed essere trasportati totalmente nel suo mondo interiore ma anche nei luoghi che lei stessa visiterà.
Raccontarvi tutta la trama richiederebbe tempo e farebbe perdere la curiosità. Quella che ci viene presentata è la storia, a tratti reale ma anche romanzata – come chiarisce l'autrice stessa nelle note finali – di una donna dal carattere forte e determinato, di una Pittrice del seicento di notevole Talento, che senza cedere mai al corrotto e prepotente mondo degli uomini, cerca di trasmettere la sua voce, le sue emozioni, la bellezza attraverso i suoi quadri. Figure che comunicano sentimenti, che “parlano” agli spettatori, che cercano di imprimere nel cuore di chi li guarda le loro storie, i loro pensieri, circa ciò che sta accadendo.
In questo viaggio noi seguiamo Artemisia da Roma a Firenze, per poi passare per Genova e Venezia, con piccoli tenui pennellate, tornando di nuovo a Roma e scendendo poi fino a Napoli, per toccare infine l'Inghilterra. Artemisia dipinge con i suoi occhi le varie città, trasportandoti con lei non solo nei grandi Palazzi Nobiliari, come Palazzo Pitti a Firenze, ma anche tra le rue, tra gli odori nauesabondi delle vie degli artigiani, in mezzo ai più umili. Leggendo mi è parso davvero di sentire quegli odori, di essere trasportata completamente in quelle città. Ho letteralmente adorato le descrizioni che ne fa, quasi che l'autrice stessa, attraverso gli occhi della protagonista, volesse dipingere il mondo visto. Roma la culla della Chiesa Cattolica, con i suoi pregiudizi e le sue assurde leggi, con la mano dell'Inquisizione sempre pronta a danneggiarti; Firenze città della cultura e dell'arte, che ha permesso ad Artemisia di creare i suoi quadri su commissione di importanti esponenti della Nobiltà, i Medici in particolare e di conoscere un amico come Galilei e le sue scoperte, ma anche di illudersi di aver trovato l'amore, con un marito sempre più lontano da lei, invidioso del suo successo, e distaccato, nonché traditore. E poi Genova in cui Artemisia sembra trovare un po' di pace, con la sua bambina, Palmira. In cui può vivere un luogo tranquillo, dove eseguire le sue opere, fino a quando l'ombra della violenza non torna ad aleggiare sulla sua vita.
Venezia è raccontata a voce, con piccoli tratti, e Napoli dona nuove conoscenze, commissioni e amore a sua figlia. Infine, l'ultimo viaggio, fino alla lontana Inghilterra, così fredda e così “vuota” rispetto alla sua patria. Ma una tappa fondamentale per far tacere del tutto i fantasmi del passato, per proferire parole mai dette, per provare quella compassione a lungo rimandata.
Cancella il dolore con i tuoi pennelli, cara. Dipingi sopra il dolore, finché non ne rimanga traccia. Non fare che la loro derisione ti carichi di vergogna. È quello che vogliono. Vogliono che tu avvizzisca e muoia e lo sai perché?
[...]
Perché il tuo talento è una minaccia.
I personaggi sono tratteggiati con cura, ben delineati, e ciascuno ha un ruolo molto importante nella vita di Artemisia. Logicamente, usando la prima persona, è lei a spiccare più degli altri, ma resterete colpiti anche dal altre figure che l'aiuteranno nel suo cammino. Tra i tanti, sicuramente, mi sono rimaste nel cuore Suor Graziella e Renata. La prima ha accolto la piccola Artemisia alla morte della madre e, insieme a suor Paola, si è occupata amorevolmente di lei. Sarà da lei che Artemisia si recherà dopo il processo ingiusto e da lei troverà sempre parole opportune che la spingeranno ad andare avanti. Discorsi che restano impressi. Un personaggio che a sua volta ha subito ingiustizie nel suo passato, che si è illusa di aver trovato amore e che è stata costretta, poi, a chiudersi in un convento dimenticando la bellezza del mondo. Ho molto apprezzato il passaggio in cui suor Graziella tenta di immaginare le città e le opere d'arte attraverso gli occhi e le parole di Artemisia e anche quella voglia di andare contro le regole per ritrovare quel senso di bellezza che pian piano è sbiadito dai suoi ricordi.
Altro personaggio, come ho detto, è Renata. Compare poco, ma riesce a restare nel cuore. Renata è una sorta di cameriera al servizio dei Gentile, famiglia nobile di Genova presso la quale Artemisia e Palmira soggiorneranno per un certo periodo. Renata sembra interessarsi subito all'arte della donna, cercando di apprendere da lei le nozioni necessarie per provare a disegnare. L'arte si nutre di arte, e Renata cerca di prendere un poco di quel dono di Artemisia per trovare la sua via, saziare la sua passione e mettersi in un certo senso in gioco. Artemisia troverà in lei una figlia diversa dalla propria. Palmira, infatti, è attratta dai begli abiti e dai grandi palazzi, non riuscirà mai a prendere la medesima strada della madre, a riempire il suo cuore di Arte.
Ci sono molte donne, piacevoli e non, ma anche uomini. Accanto a quell'essere spregevole di Agostino, ci saranno altri che aiuteranno Artemisia e che noteranno il suo talento, andando oltre le consuetudini e i pregiudizi dell'epoca. Cosimo de Medici, Michelangelo Buonarotti il Giovane, Cesare Gentile e diversi altri, infatti, apprezzeranno notevolmente il suo talento, permettendole di vivere della sua arte. E, in più, compare un altro personaggio storico: Galileo Galilei, con il quale instaurerà un bel rapporto e sostegno reciproco.
Tra gli altri, spicca la figura del Padre di Artemisia, che inizia e conclude il romanzo. Un uomo che da un lato sembra amare sua figlia, permettendole di vivere come una pittrice, di mandare avanti il suo talento, ma dall'altro appare come un uomo profondamente egoista, interessato solo a fruttare soldi e successo. Più amante della sua arte che della sua vera figlia. Ci sono molti momenti in cui è facile disprezzarlo, volerlo schiaffeggiare per i suoi comportamenti, ma... poi accadrà qualcosa che porterà a provare anche una sorta di compassione.
Ho letto che Artemisia Gentileschi è stata considerata una sorta di simbolo del femminismo.
In effetti, è un personaggio molto forte e particolare prendendo ad esame la sua epoca. Questo romanzo poi – che ricordo essere anche romanzato e non del tutto fedele alla realtà dei fatti, per i più pignoli che sono alla ricerca della perfetta aderenza – mette davvero in luce non solo la lotta di una donna contro il mondo degli uomini, i soprusi e le ingiustizie e la voglia di abbatterle, e di spegnere la luce della propria passione, della propria arte, dei propri sogni; ma c'è anche una vera condanna a un gesto miserabile, tremendo, che in fondo non si è perso – sfortunatamente – neanche ai nostri giorni: la violenza sulla donne. Artemisia è stata ingannata da un amico di famiglia, da una persona di cui si fidava e, molto giovane, è stata violentata. La giustizia non è esistita. Durante il processo è stata lei ad essere torturata, rischiando anche di perdere le dita e “conservando” quelle tracce per il resto della sua vita, e il suo “aguzzino” è stato semplicemente allontanato, ma poi... ha continuato ugualmente a svolgere la sua arte, come se non si fosse macchiato di nessun crimine, mentre su di lei ha continuato a ricadere il perso della vergogna, il pregiudizio, il sentirsi continuamente addittare come una “puttana”. Un mondo ingiusto che sarebbe facile lasciar ad altri tempi, bui, assurdi, e colmi di ignoranza, ma che purtroppo continuiamo a vedere anche ai nostri giorni, e la cosa non può non mettere un senso di assoluta tristezza.
Concludendo, perché altrimenti dovrei aprire un discorso bello lungo e non è il fine di questa recensione, è un libro che consiglio. Sì, assolutamente. E non sarà neanche l'unico che leggerò di quest'autrice. La sua penna, il suo stile, mi hanno totalmente convinta e quindi sarò pronta a leggere altre sue opere che purtroppo attualmente non ho, ma che mi procurerò appena possibile.
È un romanzo pervaso da diversi sentimenti: vi troverete ingiustizia, orgoglio, difficoltà, ma anche passione, arte, affetti, compassione e altro ancora. Se poi volete sprofondare tra le vie di alcune tra le più belle città della nostra amata Italia, in un'epoca distante, be', cosa aspettate ancora? Leggetelo. A mio modesto avviso non ve ne pentirete!
L'arte deve comunicare qualcosa, al di là della pura bellezza.