Prima di andare a mangiare, voglio regalarvi una nuova recensione a un libro emozionante che vi consiglio di leggere! Adoro la prosa poetica di Hosseini, la sua volontà di farci conoscere un po' un mondo lontano per noi, con la sua cultura, e purtroppo aspetti non così belli e forse incomprensibili e inaccettabili per noi. Ho amato tantissimo Mille Splendidi Soli e anche Il cacciatore di aquiloni. E l'eco rispose mi ha travolta meno, ma è stata ugualmente una lettura emozionante.
Vi lascio con i miei pensieri, nella speranza di non risultare confusa. Tra le immagini scelte, c'è una copertina inglese - se non ho mal capito - che a mio avviso è davvero bellissima, insieme a quella italiana. Mi sembra di rivedere i due piccoli bambini, il loro rapporto speciale.
Ma non dico altro. A voi, tutte le informazioni e i miei personali pensieri!

Editore: Piemme
Pagine: 456
Prezzo: 19,90 euro
Consigliato... I libri di Hosseini li consiglierei a tutti. Davvero. Li ho letti tutti e tre e ne sono rimasta incantata. Il suo stile ti trascina nella storia, affrontando tematiche importanti e portandoti con sé in un mondo sicuramente lontano dal nostro. La cosa che colpisce è anche la capacità di "dipingere" le emozioni con le sole parole. L'ho apprezzato meno rispetto ai precedenti (Mille Splendidi Soli rimane assolutamente il migliore), per vari motivi, ma è stata lo stesso una lettura che parla al cuore. Mi è piaciuta moltissimo.
Trama
Recensione
Ho incontrato una fatina triste
Seduta all'ombra di una betulla.
Conosco una fatina triste
Che una notte il vento ha portato via con sé

Sì, perché quando si parla di Afghanistan noi vediamo tutto attraverso quello che ci mostrano i telegiornali o giornali, e non sappiamo effettivamente quale sia la vera cultura del luogo, come vivano le persone, e quali siano le loro emozioni. Nei suoi tre romanzi, Hosseini, prova a regalarci emozioni forti e importanti e, almeno personalmente parlando, riesce a trascinarmi in quei luoghi in cui la vita non è affatto facile; in cui le guerre e uomini privi di cuore hanno trasformato pian piano quella che era la cultura di un tempo. Ho amato profondamente "Mille splendidi soli"... ricordo di essermi particolarmente commossa, ma anche arrabbiata per la sorte di quelle povere donne relegate a essere degli oggetti, quasi. Ho amato leggermente meno, ma sempre molto "Il cacciatore di aquiloni" e purtroppo questo terzo libro, ad eccezione di alcune immagini che mi hanno donato emozioni forti, non è riuscito a prendermi totalmente, lasciandomi confusa.
Il problema principale, a mio avviso, sta nell'essere un romanzo corale. Ci sono molti personaggi e ciascun capitolo ci permette di scoprire le loro storie, le culture, i mondi in cui vivono. Si passa da un piccolo e fantasioso villaggio vicino a Kabul, alla Grecia, all'America, alla Francia... un mix di paesi e personaggi che spesso spezzano l'attenzione. Tutti sono più o meno legati da rapporti e legami di sangue, ma ho provato un po' di confusione. Il ritmo della lettura tende a perdersi con questi sbalzi di punti di vista, e molte cose vengono lasciate un po' in sospeso.
Tuttavia, è stata una lettura emozionante e capace di far riflettere il lettore. Lo stile di Hosseini mi è sempre piaciuto. È semplice, ma anche poetico. Come già detto, riesce a dipingere le emozioni tramite le parole. Emozioni diverse. Scelte differenti che però risultano importanti per la vita di altri.
La storia ha inizio con una sorta di "favola" che un padre racconta ai suoi due figli, Abdullah e Pari, nell'autunno del 1952. Un racconto molto importante che sembra essere una sorta di premozione per ciò che accadrà di lì a breve. Sabur, infatti, sta conducendo la sua piccolina di pochi anni a Kabul con un intento ben preciso: farla adottare dai coniugi Wahdati, al cui servizio lavora il fratello della sua seconda moglie, Nabi.
A nulla sono valsi gli schiaffi per allontanare suo figlio. Abdullah non ha avuto alcuna intenzione di staccarsi dalla sua sorellina alla quale è profondamente legato sin dalla sua nascita.
Alla nascita della bambina, infatti, sua madre ha perso la vita e la piccola è stata cresciuta dal fratellino, con amore, con un affetto enorme. Tra loro si è instaurato un rapporto splendido, molto forte, che è destinato apparentemente a spezzarsi a causa di un volere più grande, di azioni e scelte di altre persone.
Pensavo che la storia fosse incentrata in modo totale su di loro. Alternando magari il punto di vista dei due bambini, ma in realtà sono rimasta molto sorpresa quando, di capitolo in capitolo, Hosseini ci presenta tanti altri personaggi, collegati tra di loro, ma che - come già detto - mi hanno fatto perdere un pochino l'attenzione.
Ed è così che, accanto alla storia triste dei due fratellini che si ritrovano a vivere separati per quasi tutta la vita, scopriamo le vite e i sentimenti di molte altre persone.
Iniziando da Parwana, seconda moglie di Sabur, che ha avuto un rapporto non sempre facile con sua sorella. Due gemelle totalmente differenti per carattere. L'una amata sin dalla più tenera età, l'altra (Parwana, appunto) che è sempre stata un'ombra, e che l'ha portata a compiere un gesto malsano, per poi cercare di redimersi occupandosi totalmente della sorella.
Passando poi per Nabi, il loro fratello, che nel momento di massimo bisogno decide di allontanarsi andando a lavorare a Kabul, dove fa la conoscenza dei coniugi Wahdati con i quali ha un rapporto molto importante, di cui però non svelo troppo. Anche in questo caso, il destino gli da il modo per "redimersi".
La storia stessa dei suoi datori di lavoro, con i loro sentimenti impossibili da vivere alla luce del sole, e gli atteggiamenti di sfida di una donna che non vuole sottostare a rigidi schemi di un mondo violento, ma che in realtà con il suo modo di fare, risulta essere sola.

Quella di un ragazzino che vive in un mondo apparentemente perfetto, che vede suo padre come una sorta di eroe, ma che non comprende appieno la dura realtà.
La storia di un dottore greco e il suo difficile rapporto con sua madre e con una bambina e poi donna dal volto sfigurato.
Per poi tornare ai due protagonisti, ormai anziani, e le loro vite... l'essersi forse ricontrati troppo tardi.
Spendere ulteriori parole sulla trama mi porterebbe a rivelare troppo, ma come ho già detto e ripetuto, in questo libro si affrontano davvero una moltitudine di vite, raccontate dai personaggi stessi. È, inizialmente, difficile passare da un mondo all'altro, ma anche interessante.
Credo che il tema che lega le varie storie sia sicuramente la famiglia e le scelte che possono influire seriamente sulla vita di altre persone. Scelte fatte forse a fin di bene, ma che in realtà possono provocare dolori e delusioni. Il mondo va avanti, e spesso è troppo tardi per riparare un'azione mancata, o per correggere un errore.
C'è l'amore intenso tra due bambini che, nonostante siano allontanati, continueranno a serbare nel cuore e nell'anima una sorta di assenza, e un ricordo che li manterrà connessi per sempre. Nonostante la distanza, nonostante i problemi, nonostante un destino non così felice.
Questo sentimento è però visto in varie forme. L'amore tra madre e figlio, l'amore omosessuale che non può essere vissuto alla luce del sole. L'amore per qualcuno che ha sofferto molto, ma alla quale ti leghi totalmente. Tanti, diversi, tipi di amore descritti in maniera tale da parlare realmente al cuore.
E poi c'è una sorta di voglia di liberarsi o riscattarsi da scelte sbagliate. Allontanandosi da un paese troppo chiuso, da un senso di colpa, e da altri motivi che vi invito a conoscere.
La particolarità dei romanzi di Hosseini sta anche nel non creare personaggi perfetti e quindi spesso lontani dalla realtà. Lui descrivere il dolore, ma anche la speranza di riscattarsi. Descrive persone in un certo senso reali, con i loro difetti, e le imperfezioni fisiche spesso dovute a un destino beffardo o all'odio che macchia il cuore degli uomini. E questa è una cosa che apprezzo, in mezzo a tanti romanzi dove i protagonisti sono sempre bellissimi e pieni di pregi.
Insomma, è un romanzo che ha scatenato nel mio cuore diverse emozioni, lasciandomi nel finale con un tenue sorriso sulle labbra e la dolcezza di gesti che restano impressi nella mente. Come quello di raccogliere gli incubi e di scacciarli via, lasciando al loro posto splendidi sogni.
Un libro assolutamente consigliato.
Vi lascio alcune frasi che mi hanno colpita.
... la verità è che, malgrado le difficoltà insormontabili, tutti noi aspettiamo sempre che ci succeda qualcosa di straordinario.
... se c'è una cosa che ho imparato è che si deve fare appello a un certo grado di umiltà e di indulgenza quando si giudicano i meccanismi del cuore di un'altra persona.
Dicono: trovati uno scopo nella vita e perseguilo. Ma talvolta è solo dopo aver vissuto che si riconosce che la vita aveva uno scopo, e probabilmente uno scopo architettato dal caso. E ora che avevo assolto il mio, mi sentivo senza una meta, alla deriva.
Ora so che ci sono persone che sentono l'infelicità con la stessa inevitabilità con cui altre amano: in segreto, con intensità e senza rimedio.
Imparai che il mondo non vede la tua anima, che non gliene importa un accidente delle speranze, dei sogni e dei dolori che si nascondono oltre la pelle e le ossa. Era così: semplice, assurdo e crudele.
La bellezza è un dono gigantesco, immeritato, dato a caso, stupidamente.
Dal tono tenero, leggermente angosciato con cui aveva pronunciato queste parole avevo capito che mio padre era una persona ferita, che il suo amore per me era sincero, immenso ed eterno come il cielo, e che avrebbe gravato su di me per sempre. Era quel tipo di amore che prima o poi ti avrebbe inchiodato a una scelta: o ti liberavi con una lacerazione o rimanevi e sopportavi la sua intransigenza, anche se ti torchiava sino a farti rimpicciolire.