Ieri ho concluso una lettura bellissima quanto straziante. È stato un po' difficile parlarne, ma spero che i miei pensieri non saranno confusi o errati. Sono pronta a sentire anche i vostri pareri, ovviamente, se vorrete!
Ma non mi perdo in chiacchiere e vi lascio tutte le informazioni e i miei pensieri su... 1984 di George Orwell!

Editore: Mondadori
Pagine: 322 (completo di appendice e note)
Prezzo: 9 euro
Anno di pubblicazione: ristampa del 2009
Consigliato... Io credo che 1984 sia uno di quei libri che deve essere letto almeno una volta. Uno di quei "classici" che dovrebbero esistere in ogni libreria che si rispetti. Un libro da leggere con cura e attenzione; che sprigiona riflessioni importanti. Proprio per questo mi sento di consigliarlo a tutti. Appartiene al filone distopico, anzi, può essere definito come il romanzo distopico per eccellenza. Però, secondo me è molto di più. Un romanzo visionario su un futuro terribile, ma di cui possiamo trovare, purtroppo, delle sfumature anche nella nostra realtà.
1984. Il mondo è diviso in tre immensi superstati in perenne guerra fra loro: Oceania, Eurasia ed Estasia. In Oceania, la cui capitale è Londra, la società è governata secondo i principi del Socing, il Socialismo Inglese, dal Grande Fratello, che tutto vede e tutto sa. I suoi occhi sono le telecamere che spiano di continuo nelle case, il suo braccio la psicopolizia che interviene al minimo sospetto. Tutto è permesso, non c'è legge scritta. Niente, apparentemente, è proibito. Tranne pensare, se non secondo i dettami del Socing. Tranne amare, se non con il fine esclusivo di riprodursi. Tranne divertirsi, se non con i programmi televisivi di propaganda. Tranne vivere, se non secondo gli usi e costumi imposti dall'infallibile e onnisciente Grande Fratello, che nessuno ha mai visto di persona. Ovunque grandi manifesti che lo ritraggono, con i suoi grossi baffi neri, ovunque slogan politici da lui ideati: "La guerra è pace", "La libertà è schiavitù", "L'ignoranza è forza".
Dal loro rifugio, in uno scenario desolante da Medioevo postnucleare, il protagonista, Winston Smith, l'"ultimo uomo in Europa" (questo il titolo che avrebbe preferito l'autore) e Julia, la sua compagna, lottano disperatamente per conservare un granello di umanità.
Recensione:
Se devo essere sincera in un primo tempo non volevo recensire questo libro, o meglio, dare una mia opinione a riguardo. Non è un romanzo facile da analizzare, ma poi ho voluto provarci e spero che i miei pensieri non risultino errati o confusi.
Era da molto tempo che avevo voglia di leggere questo romanzo. L'ho preso in prestito ma è rimasto mesi in silenzio sulla mensola, fino a quando non sono rimasta ammaliata dalla sua voce, e non ho potuto resistere oltre.
Mi aspettavo un romanzo difficile da leggere, invece, nonostante parlasse di temi importanti, è scritto in maniera semplice, con uno stile fluido che ti trascina nella lettura ed è difficile bloccarsi. Questo è sicuramente un aspetto che ho molto apprezzato ma, in verità, ho amato questo libro anche se mi ha lasciato dentro emozioni molto negative: angoscia, paura, rassegnazione, tristezza e incredulità.
Sì, perché non è un romanzo facile. Non c'è allegria e anche quel filo di speranza che sembra per un attimo illuminare la trama, si spegne del tutto.
In realtà, soprattutto nella terza parte, mi sono sentita soffocare, avevo lo stomaco sottosopra, sconvolto. Pagine e pagine di ripetizioni che descrivono perfettamente il mondo futuro immaginato da Orwell.

1984 è un romanzo distopico ambientato in un futuro in cui il mondo è suddiviso in tre immensi superstati sempre in lotta tra loro: l'Oceania, l'Eurasia e l'Estasia. La trama però si svolge in Oceania, la cui capitale è Londra e la cui società è governata secondo i principi del Socing, e guidata dal Grande Fratello (o Fratello Maggiore) che tutto vede e tutto sente. Nessuno sa chi sia veramente, ma è possibile notare il suo volto e i suoi occhi sempre fissi sui cittadini, nei grandi manifesti in giro per la città. Grandi teleschermi sempre accesi controllano la vita di tutti, i tuoi pensieri, le tue azioni, e il braccio armato, la cosiddetta Psicopolizia, è pronto ad intervenire in caso si commetta uno psicoreato.
Apparentemente non ci sono leggi scritte, occorre rispettare però tre slogan presenti ovunque:
LA GUERRA È PACE.
LA LIBERTA' È SCHIAVITU'.
L'IGNORANZA È FORZA.
Tre dettami che, a mio avviso, incutono già una certa angoscia.
Il protagonista è Winston Smith, un uomo che lavora al Ministero della Verità, in cui si occupa di modificare le notizie dei giornali, a seconda dei pensieri del Partito. Altri tre Ministeri gestiscono la società: Il Ministero dell'Abbondanza responsabile per gli affari economici, il Ministero della Pace che si occupa della guerra, e il Ministero dell'Amore, il più terribile, che mantiene la legge e l'ordine pubblico. Nomi assurdi per i loro veri scopi.
Il mondo in cui vive Smith appare cupo e triste. Tutti sono chiamati a vivere allo stesso modo, senza nutrire forti emozioni, come l'amore; sono chiamati ad avere lo stesso pensiero, quello del Grande Fratello, e ad amarlo nonostante tutto. Sembrano quasi come dei non uomini, dei burattini, pronti ad eseguire ciò che viene impartito loro. Dei giocattoli vuoti privi di emozioni, di pensieri, di opinioni personali. Non esistono rapporti. Si compiono atti sessuali solo per procreare. I bambini sono spesso le spie contro i loro genitori. La guerra è perenne, la fame persistente. Insomma, un mondo che sin dalle prime pagine soffoca, fa male, colpisce veramente cuore e stomaco.

Smith inizia ad intuire che forse la rivoluzione può venire dai prolet, se solo iniziassero a capire l'importanza di una tale iniziativa. Quel mondo di persone lasciate a se stesse.
Per un attimo, quindi, si avverte una flebile speranza. Una volontà di cambiare la triste situazione. Di sovvertire le regole. Di colpire al cuore il Grande Fratello e ribellarsi a una società dittatoriale che annulla l'uomo.
Fino a quando... qualcosa si spegne. Julia e Winston vengono sorpresi dalla psicopolizia e portati al Ministero dell'Amore.
Torture fisiche e mentali. Lavaggi di Cervello. Tormento.
Entrambi vengono come ripuliti dalle loro idee. Svuotati dei loro sentimenti e dei loro pensieri. Rimodellati secondo le regole del Partito.
Eppure, Winston per un attimo sembra resistere, ma, perdonate lo spoiler, quella terribile stanza 101 sarà la fine anche della speranza.
Quando ti minacciano di farti cose a cui non puoi resistere, che non vuoi nemmeno immaginare, diventa facile tradire e rinunciare. Abbattersi completamente. Ma è la frase finale che colpisce senza pietà.

Io non so se le mie parole siano confuse o meno, ma quello che posso tornare a ribadire è che questa lettura mi ha sconvolta parecchio.
È un romanzo che si legge facilmente ma anche con la dovuta attenzione a ogni singolo dettaglio. Un romanzo che fa riflettere e che può essere paragonato anche alla nostra realtà.
Questi bombardamenti di messaggi fuorvianti, questa volontà di annullare l'individuo, di spegnere i pensieri e le emozioni, è accaduto all'epoca di Orwell (e infatti, da quel che ho letto è un puro attacco a Stalin e Hitler) ma, in un certo senso, succede anche ora. Dittature che impediscono la libertà di stampa e di pensiero ci sono anche ora, credo. Ci sono realtà spregevoli dove non ci si può amare.
E... l'ignoranza è il modo più efficace per un governo di imporsi sui cittadini. In fondo chi non legge, chi non si informa, chi non sa, è più orientato a credere alle balle raccontate da un partito. Così come i cittadini del mondo raccontato in 1984. Tutti credono che il Grande Fratello abbia ragione, che sia da amare, che ogni cosa che viene detta e urlata attraverso quei teleschermi sia pura realtà. Non importa se muta ogni volta. Non importa se l'Oceania era in guerra con l'Eurasia e poi con l'Estasia. Se il Grande Fratello dice che è sempre stata in guerra con uno dei due stati, questa è verità.
Non è triste tutto ciò?
Immensamente triste.
Tutto il romanzo è impregnato di pessimismo, di quell'impossibilità di rivoltarsi. Tutti sono controllati, anche di notte: se parli nel sonno rischi di essere preso e torturato, di compiere un delitto terribile.
Una società dove non puoi amare, pensare, riflettere, è terribile.
Insomma, tirando le somme, è un romanzo che DEVE essere letto. Un romanzo scorrevole ma che lascia molte sensazioni negative addosso. Perlomeno, così mi è successo. Mi ha lasciato inquietudine, angoscia, soffocamento. Sensazioni difficili da mandar via.
La terza parte, in particolare, è un vero e proprio pugno nello stomaco. L'abilità di Orwell nel descrivere le torture psichiche e fisiche è sorprendente. Mi sembrava di essere in quelle celle, e sentire quei sgradevoli odori. Quegli individui magri e impauriti. Quei segni terribili di torture. Quegli strumenti macabri che portano l'uomo ad annullarsi completamente.
Terribile. Davvero.
Eppure proprio per questo sento che sia uno dei romanzi più belli, meritevole del massimo dei voti.
Insomma se non lo avete ancora fatto, leggetelo.
Se lo avete già letto, spero che le mie parole non siano state errate. Ma, è un mio pensiero, e io mi lascio andare sempre dalle mie emozioni, più che su aspetti tecnici o altro.

George Orwell.
Scrittore inglese. Nato nel Bengala, compì gli studi a Eton. Ritornato in India nel 1922, vi rimase cinque anni al servizio della polizia imperiale indiana in Birmania. Questo soggiorno diede lo spunto al suo primo romanzo, Giorni in Birmania (Burmese days, 1934).
Rientrato in Europa, il desiderio di conoscere le condizioni di vita delle classi subalterne lo indusse a umili mestieri nei quartieri più poveri di Parigi e di Londra, esperienza che narrò in Senza un soldo a Parigi e a Londra (Down and out in Paris and London, 1933).
Nel libro inchiesta La strada per Wigan Pier (The road to Wigan Pier, 1937) descrisse con amaro verismo la vita dei disoccupati. Partecipò alla guerra civile in Spagna, combattendo nell’esercito repubblicano; in Omaggio alla Catalogna (Homage to Catalonia, 1938) emerge una posizione duramente critica nei confronti del partito comunista spagnolo e dell’Unione Sovietica, accusati di aver distrutto la sinistra anarchica favorendo la vittoria dei falangisti.
Violentemente contrario ai metodi staliniani, scrisse una satira brillante e dolorosa del comunismo russo in La fattoria degli animali (Animal farm, 1945); infine, portando alle estreme conseguenze la sua avversione a ogni tipo di totalitarismo, diede nel suo ultimo romanzo, 1984 (1949), un’immagine avveniristica, tanto terrificante quanto plausibile, della società mondiale. Orwell lasciò anche saggi originali su argomenti di critica letteraria e di sociologia.