Einaudi, Stile Libero BIG, 2012.
Prezzo: 16 euro.
Pagine: 169
Consigliato? A chi ama leggere storie sulla droga, la follia, e il disagio dei giovani; o semplicemente a chi adora lo stile del leader dei Negramaro.
L'amore come vano tentativo di sfuggire a un destino segnato fin dalla nascita da un padre che ha deciso per te ogni cosa. E la follia come unica via di scampo.
Edoardo, universitario pugliese a Bologna, racconta la storia della propria pazzia amorosa. Novello Orlando metropolitano, solo più innamorato e molto più furioso, Edoardo rievoca, in un continuo gioco di specchi con il proprio passato, il trauma del primo animale ucciso dal padre macellaio, l'orrore del sangue che cola dalle carcasse appese, l'avventura del viaggio in treno verso l'università e l'incontro con Stella, una ragazza appassionata di morsi e golosa di sangue, di cui si innamora all'istante. Ogni settimana il padre manda i tagli di carne più pregiati al figlio che studia lontano e lui li usa per far colpo sugli amici. Quando però Stella lo tradisce, per Edoardo la carne diventa ossessione. Inizia a spacciarla, tagliandola in banconote, che utilizza come denaro contante. In un mondo perennemente allucinato, popolato da belve fameliche, dove tutto sembra possibile. Persino la redenzione. La vita degli studenti e la provincia pugliese si caricano di accenti mitici e ancestrali. Sangue, sacro e droga, si confondono in un unico grido d'amore e follia.
Recensione (possibili spoilers!)
Ero stata da poco al concerto di Campovolo, dove ho potuto assistere di nuovo allo spettacolo dei Negramaro sul palco, così, quando ho scoperto che il loro Leader, Giuliano Sangiorgi (che personalmente adoro) aveva scritto un libro, l'ho subito voluto. Avevo molte aspettative, forse troppo alte, e devo ammettere che ne sono rimasta un poco delusa. Forse perché amo particolarmente i testi delle sue canzoni, è difficile che non mi piacciano, e adoro il suo modo di scrivere, e in effetti il suo stile non è scomparso in questo libro. Si avverte la sua "penna", però devo ammettere che la trama non mi è piaciuta granché, forse non l'ho nemmeno compresa appieno, quindi mi do la colpa in parte. C'è da aggiungere che, probabilmente, ciò è dovuto al fatto che questo genere non lo prediligo, ma sono aperta a tutto e volevo provare a leggere qualcosa di nuovo.
Sono sicura che il messaggio che vuole trasmettere è molto importante. Da quel che ho capito, e quindi mi riservo di lasciare una mia mera opinione che può essere anche errata, si cerca di mostrare quali possano essere gli effetti di azioni di genitori su un bambino, effetti che in realtà si rivelano nell'io adulto. Edoardo, infatti, è rimasto shockato nel vedere - quando era ancora molto piccolo - suo padre uccidere senza remore un agnellino, e da quel momento in poi il suo destino è stato in un certo senso segnato. Suo padre desiderava una vita per lui, e sembrava prendere lui le decisioni per suo conto. Cosa studiare, cosa fare, e via dicendo. Questo è un atteggiamento oppressivo da parte di un genitore, che segna fortemente il bambino e poi l'adulto che diventerà. E' un concetto difficile da spiegare, e non so neanche se sto dicendo baggianate o cose sensate, ma non avendo mai studiato psicologia mi attengo alle emozioni e sensazioni che certi argomenti mi donano.
Edoardo, quindi, una volta cresciuto non riesce a togliersi queste "catene" di dosso; e questo senso di oppressione, di continua visione del sangue e del suo destino segnato, aumenta quando incontra Stella. O meglio, inizialmente sembra emergere, ritrovare un io importante, che si discosta dal padre. Sembra quasi ritrovare se stesso, anche se Stella lo trascinerà già sull'orlo della follia, facendolo entrare nel giro della droga. Quando poi, la troverà a letto con un suo coinquilino, la follia aumenta, e si entra nel vivo della vicenda. Edoardo, dopo un periodo in cui non sembra voler più vivere, uscirà fuori, ma in maniera malsana. Inizierà a pensare che i pezzi di carne possano valere come banconote, utilizzando una certa forma di baratto, che però lo farà sembrare un completo folle agli occhi delle persone "normali".
Il mio problema però, è stato soprattutto nel finale. Francamente ho dovuto rileggere più volte gli ultimi due capitoli, ma non sono riuscita a comprenderla appieno. Edoardo uccide Stella? Edoardo prende il posto del padre, come macellaio, ma suo figlio attua una sorta di redenzione riuscendo a fare ciò in cui lui ha fallito? Non lo so. Probabilmente sono io a non capire ciò che in realtà è chiaro.
Però devo ammettere che non mi ha entusiasmata. Peccato.
Giuliano Sangiorgi utilizza delle frasi molto brevi, che fanno entrare nel vivo dell'azione e dei pensieri. Ci sono continui rimandi a quel passato di sangue che tanto lo tormenta. A volte risulta un po' pesante - infatti ci ho messo più di quanto pensassi a leggerlo tutto -, però non voglio condannarlo del tutto, ecco.
Solo che sono tra quelli che lo preferiscono in versione Cantautore, sì.
Ecco il perché delle mie sole 3 stelline, come giudizio.
Giuliano Sangiorgi (Nardò, 24 Gennaio 1979) è leader e cantante del gruppo rock Negramaro, una delle band più amate e seguite della nuova scena italiana. Lo Spacciatore di Carne è il suo primo romanzo.