Ebbene sì, la vostra Rosa del Deserto è tornata!
Mi è mancato moltissimo il mio blog, la possibilità di scrivere, lasciar scorrere i miei pensieri, ma questa estate è stata così piena e così bella, che non ho avuto il tempo di fermarmi un attimo e dedicarmi a questo spazio, ai miei amati libri. Ho comunque letto. Diverse letture mi hanno emozionata, colpita nel profondo, altre sono state un po' una delusione, ma ho avuto difficoltà non solo nella mancanza di tempo, ma anche in una sorta di blocco dello scrittore che colpisce anche noi blogger, o perlomeno me. Trovo difficoltà ad esprimere quello che penso a parole, ma spero di farcela di nuovo, come un tempo! Oggi vi propongo una recensione che attendeva da tempo, ma come potete vedere ho deciso di intitolare i post con un più semplice e giusto "i miei pensieri"; perché quello che esprimo qui è solo il frutto di quello che la lettura mi dona, ma non so analizzare tecnicamente un testo. Ecco tutto.
Oggi vi voglio parlare di un libro che mi è stato gentilmente inviato dalla casa editrice Piemme (Grazie Riccardo!); un titolo che, nonostante non rientri nei miei generi preferiti, mi aveva molto colpito per la trama ma che, purtroppo, non mi ha entusiasmato, nonostante il grande successo.
Editore: Piemme
Collana: Narrativa
Pagine: 378
Prezzo: 19.50 cartaceo; 9.99 euro ebook
Voto: 2+/5
Trama
La vita di Rachel non è di quelle che vorresti spiare. Vive sola, non ha amici, e ogni mattina prende lo stesso treno, che la porta dalla periferia di Londra al suo grigio lavoro in città. Quel viaggio sempre uguale è il momento preferito della sua giornata. Seduta accanto al finestrino, può osservare, non vista, le case e le strade che scorrono fuori e, quando il treno si ferma puntualmente a uno stop, può spiare una coppia, un uomo e una donna senza nome che ogni mattina fanno colazione in veranda. Un appuntamento cui Rachel, nella sua solitudine, si è affezionata. Li osserva, immagina le loro vite, ha perfino dato loro un nome: per lei, sono Jess e Jason, la coppia perfetta dalla vita perfetta. Non come la sua.
Ma una mattina Rachel, su quella veranda, vede qualcosa che non dovrebbe vedere. E da quel momento per lei cambia tutto. La rassicurante invenzione di Jess e Jason si sgretola, e la sua stessa vita diventerà inestricabilmente legata a quella della coppia. Ma che cos’ha visto davvero Rachel?
Nelle mani sapienti di Paula Hawkins, il lettore viene travolto da una serie di bugie, verità, colpi di scena e ribaltamenti della trama che rendono questo romanzo un thriller da leggere compulsivamente, con un finale ineguagliabile. Decisamente il debutto dell’anno, ai vertici di tutte le classifiche.
I miei pensieri...
Quando ho letto la trama di questo libro, ho voluto subito averlo. Volevo buttarmi su uno di quei generi che non amo molto in realtà, per curiosità e anche per scoprire cosa questa “ragazza del treno” avesse visto.
Sono una persona che ama viaggiare e molte volte mi sono ritrovata seduta su un treno, divertendomi a osservare gli altri, immaginando le loro vite, i loro pensieri o, più di sovente, a volgere lo sguardo verso il finestrino alla ricerca di paesaggi o particolari che potessero solleticare la mia vorace curiosità.
Le buone promesse per la trama c'erano tutte ma ne sono rimasta molto delusa.
La storia è narrata da tre voci di donne: Rachel, Megan ed Anna che sono strettamente legate tra loro. Rachel è la “ragazza del treno”. Ogni mattina, infatti, raggiunge Londra in treno e si perde ad osservare le case al di là del finestrino e immaginare le vite delle persone che osserva, soprattutto quelle di Jess e Jason.
Rachel però è una persona che soffre di gravi problemi di alcolismo che l'hanno portata a perdere l'amato marito (che l'ha tradita) e il suo lavoro. Rachel è una persona sola. La sua vita è fatta di viaggi ed alcool, distruggendosi a poco a poco. Un giorno però la scomparsa di Jess la coinvolgerà all'interno di un vortice fatto di tradimenti, violenze e bugie e il passato sembra tornare. Ma che fine ha fatto la donna scomparsa?
La ragazza del treno poteva essere un meraviglioso thriller se strutturato in maniera meno banale e più sorprendente e scritto meglio.
Con questo intendo dire che sono rimasta annoiata dall'incapacità, a mio avviso, di dare voci diverse alle tre donne. A me sembrava di leggere i medesimi pensieri e problemi. Non sono riuscita a trovare differenze tra le tre, come se Rachel, Anna e Megan fossero un'unica donna, un unico personaggio, un'unica voce.
Inoltre, seppur mi abbia spinta ad andare avanti per curiosità e voglia di comprendere il finale, ho trovato certi passaggi noiosi e un finale forse un po' scontato.
Non è però mia intenzione distruggere questa lettura, ma forse mi aspettavo qualcosa di diverso, qualcosa che mi tenesse totalmente incollata alle pagine e mi trasmettesse una maggiore curiosità, e brividi che un buon thriller dovrebbe a mio parere dare al lettore.
Ciò che ho provato è stata tristezza.
Sì, perché le donne appaiono come esseri troppo deboli che, invece di affrontare i problemi, si rifugiano nell'alcool, in relazioni sbagliate o seguono come fedeli cagnolini l'uomo amato, nonostante le abbia trattate da schifo. E dall'altro lato gli uomini sono esseri violenti e senza scrupoli, pronti a far del male a chi ha solo la sfortuna di essere debole, colpendole proprio nei punti in cui possono far più male, annientando le poche sicurezze, facendole sentire inadeguate e colpevoli.
Il problema principale quindi, sempre per la mia modesta opinione, è che ci sono pochi personaggi ma non adeguatamente caratterizzati. Sembrano tutti uguali, suddivisi secondo due categorie stereotipate: l'uomo stronzo e violento e la donna debole e quasi succube.
Non è una lettura da sconsigliare per chi non pretende troppo, ma purtroppo a me non ha convinto.