Ovviamente vi invito a non leggerla se non avete letto i precedenti romanzi! Mi raccomando!
E, se vi va, lasciatemi pure le vostre opinioni.

Editore: Mondadori
Pagine: 852
Prezzo: 16 euro
Data di pubblicazione: aprile 2014
Consigliato? Ovviamente sì. Anche perché una volta iniziata, questa saga non può essere abbandonata. Se ti lasci rapire dalle prime pagine, dai primi capitoli, è fatta. Un libro tira l'altro, la curiosità è tanta, e non si può smettere di leggere. Anche se, devo ammettere che mi ha rapita meno dei precedenti, per vari motivi che poi spiegherò.
In spettrali campi di battaglia e tetre fortezze in rovina, fra città tramutate in cimiteri e terre ridotte a ossari, la spaventosa guerra dei cinque re volge ormai al termine. La Casa Lannister e i suoi alleati appaiono vincitori. Eppure, nei Sette Regni, qualcosa ancora si agita. Mentre corvi in forma umana si raccolgono per un festino di ceneri, nuovi, temerari complotti vengono orditi e nuove, pericolose alleanze prendono forma. In questa apparentemente consolidata "pace del re" forze inattese sono pronte a sferrare attacchi cruenti. Guidati dal famigerato re Occhio-di-corvo, gli uomini di ferro, eredi di un culto guerriero dimenticato da secoli, si sono lanciati all'invasione del sudovest del reame, costringendo la regina Cersei e il Trono di Spade ad affrontare un'inedita prova di forza. E dalle brume di una memoria lasciata troppo a lungo sepolta, un'antica, sinistra profezia potrebbe minacciare la stessa regina. Non sembra esistere una fine al banchetto dei corvi. E, forse, l'ora del destino sta per scoccare perfino per le prede più inattaccabili.
Recensione:
Recensire un libro della saga di Martin non è mai facile. Lo ripeterò ogni volta, ma c’è così tanto da dire e altrettanto da non dire che non è facile esprimere al meglio la propria opinione. Sono arrivata al quarto libro – la versione estesa pubblicata da poco dalla Mondadori, e coincidente con il “A feast for crows” dell’originale – e devo dire che non ne sono rimasta totalmente rapita come con i precedenti. I motivi sono vari e mi hanno spinta a non donare il massimo del giudizio, che rimane tuttavia molto alto.
Innanzitutto ho avvertito come una voglia di tirare le cose forse un po’ per le lunghe (e considerato che ci sono altri libri da leggere e da pubblicare, c’è ancora molto da scoprire). Però ecco, ho avuto come la sensazione che si potesse dire le cose spendendo meno parole e pagine. E pur vero che Martin conferisce una grande importanza non solo agli eventi, alla descrizione dei luoghi e delle diverse culture e tradizioni (cosa che amo!) ma anche ai singoli personaggi, facendo emergere pian piano le loro personalità e portandoti, di volta in volta, a cambiare magari il tuo giudizio su di loro. Sì, perché aggiunge ogni volta nuove sfumature che ti permettono di entrare più in sintonia con ognuno di loro. Il problema, però, nasce dall’aggiunta continua di numerosi e nuovi personaggi che stravolgono sì il gioco dei troni, ma che – almeno per me – son difficili da ricordare tutti facilmente.
In secondo luogo ammetto che l’assenza di alcuni personaggi, che personalmente adoro, si è sentita parecchio. Scordatevi ad esempio Tyrion, Daenerys e Jon Snow, per citarne alcuni. Sentirete parlare di loro attraverso le parole di altri, o in maniera rapida potrete scorgerli dal punto di vista di altri personaggi, ma non ci saranno effettivamente capitoli su di loro. So che li ritroverò nel prossimo capitolo che spero di poter leggere presto (sempre attendendo, però, la versione estesa che intendo acquistare).
D’altro canto, però, come già accennato, mette in luce altri personaggi che non hanno avuto voce, conferendo loro ulteriori sfumature e notizie sul loro passato e i loro veri sentimenti, sì da entrarci più in sintonia-

Quando pensate a questa saga dovete immaginare una sorta di Scacchiera in cui i personaggi sono le pedine da muovere e se commettono un passo falso potrà essere loro fatale.
Sul trono di spade, dopo la morte di Joffrey – avvelenato durante le sue nozze – siede il piccolo Tommen guidato da sua madre, la Regina Cersei, che vorrà mettersi in mostra e manifestare le sue doti di regina, dimostrando a tutti che può gestire il regno anche meglio di suo padre (che ricordiamo essere stato ucciso da suo figlio Tyrion).
Cersei è assillata da una profezia che la spinge quasi sull’orlo della follia. Quando era solo una ragazzina, infatti, una maegi le profetizzò…
«Sarai regina... fino a quando non verrà un'altra regina, più giovane e più bella di te, a distruggerti e a portarti via ciò che avrai di più caro.»
«D'oro saranno le loro corone e d'oro i loro sudari» dice. «E quando sarai annegata nelle tue stesse lacrime, il valonqar chiuderà le mani attorno alla tua gola bianca e stringerà finché non sopraggiungerà la morte.».
Cersei è pronta a fare di tutto pur di non far avverare quella terribile maledizione, ma non sempre riuscirà a ragionare con ferma lucidità.
Attraverso i suoi occhi e i suoi pensieri, però, riusciamo a scorgere nuove sfumature di questo personaggio. Nei precedenti capitoli appare spietata e senza cuore, anche qui la vedremo compiere cose orrende pur di ottenere i suoi scopi e non far avverare la profezia - in particolare, lei teme molto la presenza della giovane Reginetta Margaery, credendo che sia lei a poterla spodestare un giorno (ma sarà veramente così? Io ho altre idee...) - ma scorgiamo anche le sue paure, i suoi dubbi, i suoi timori e il suo amore per i figli.

La particolarità di questo libro, a mio modesto avviso, è anche data dalla presenza forte di figure femminili. Ad eccezione di Jaime, Sam e altri nuovi e vecchi personaggi maschili, infatti, vengono mostrate meglio le figure femminili: Sansa, Arya, Brienne, Cersei, ma anche Arianne, Asha, Margaery, e un’altra donna, di cui però non posso svelarvi nulla, ma che avete già conosciuto sin dagli inizi. E questo, lo ammetto, è un tratto che mi piace molto. A mio avviso, aiuta anche il genere femminile ad avvicinarsi meglio a una tale saga. Almeno, parlando per me.
La scena, però, oltre ad Approdo del Re, si sposta anche in due diversi luoghi: nelle Isole di Ferro dove, dopo la morte di Balon Greyjoy, c'è una sorta di lotta per la successione e tra i pretendenti al trono abbiamo, Asha (che abbiamo già conosciuto), Victarion ed Euron, fratelli minori di Balon. E, infine, Dorne. Qui facciamo la conoscenza di altri personaggi davvero affascinanti. Dopo la morte di Oberyn, infatti, il popolo e le sue figlie vogliono scendere in guerra contro gli altri regni, ma vengono frenati dal principe Doran. Ma, ho trovato soprattutto interessante, la figura di Arianne, sua figlia, che cerca di andare contro il padre, facendo di Myrcella - figlia di Cersei - una regina.
Non vi sto a rivelare altro, ma anche se più "statico" rispetto agli altri capitoli, è un romanzo ricco di dettagli che non si possono perdere. Di profezie, e sicuramente di indizi che devono essere custoditi come tesori preziosi, per comprendere ciò che accadrà nei prossimi romanzi della saga.
Insomma, concludendo, mi ha preso meno dei precedenti, ma questo non significa che non mi sia piaciuto, anzi. Martin si conferma essere davvero un grandissimo Autore.