Gli Adelphi, edizione 2003
Prezzo: 8 euro
Pagine: 342
Consigliato? Sì. E’ un libro considerato come una favola per bambini, ma in realtà può essere una deliziosa lettura anche per chi non è più così piccolo. Un interessante scorcio del piccolo popolo creato e amato da Tolkien: gli hobbit. Ma non è solo questo, compaiono anche molti personaggi e razze che avremo modo di gustare più approfonditamente nel Signore degli Anelli. Nani, Aquile, Stregoni, Gollum, ma anche razze più spregevoli, come gli orchetti, gli Uomini Neri, i Mannari… E i draghi!
Trama:
« In te c’è più di quanto tu non sappia, figlio dell’Occidente cortese. Coraggio e saggezza, in giusta misura mischiati. Se un maggior numero di noi stimasse cibo, allegria e canzoni al di sopra dei tesori d’oro, questo sarebbe un mondo più lieto. »
(Thorin Scudodiquercia, morente, a Bilbo Baggins in Lo Hobbit)
« Questa è la storia di come un Baggins ebbe un'avventura e si trovò a fare e dire cose del tutto imprevedibili »
(J.R.R. Tolkien, Lo Hobbit)
Recensione:
Lo Hobbit, nelle intenzioni di Tolkien, era considerato come una fiaba per bambini, anche se si può estendere a tutte le età. Rispetto a Il Silmarillion e a Il Signore degli Anelli, infatti, il tono è più colloquiale e semplice, tanto che spesso l’autore si rivolge personalmente al lettore, incitandolo a leggere oltre per scoprire la fine della storia.
Come si enuncia dal titolo la storia riguarda il piccolo popolo tanto amato da Tolkien, quei simpatici e buffi Hobbit che si ritrovano a passare dalla loro vita tranquilla a mille avventure, anche molto pericolose.
Così succede a Bilbo Baggins, uno Hobbit che vive nella sua caverna incurante di ciò che avviene al di fuori della sua terra. Ma la sua pace verrà interrotta dall’arrivo dello Stregone Gandalf, che gli propone di vivere un’avventura, alla quale però, il piccolo hobbit, non intende partecipare. Il giorno successivo, però, oltre a Gandalf, 13 nani interrompono la sua quiete e si presentano alla sua casa, spiegando il motivo per cui hanno bisogno di lui. Lo vogliono come scassinatore, nell’intento di recuperare il loro tesoro sotto la montagna che è “protetto” da un drago, Smaug, e recuperare così il loro regno.
Bilbo parte con loro, seppur controvoglia, e si ritrova a vivere una serie di avventure – spesso anche poco piacevoli – che lo porteranno ad incontrare razze di ogni genere. Dagli Uomini Neri (detti anche Vagabondi o Troll), che li catturano e vorrebbero farne di loro un pasto, agli elfi guidati dal saggio Elrond, finendo di nuovo tra le “mani” di orchetti senza scrupoli. Ci saranno anche mannari a mettere in pericolo i 14 piccoli eroi e, se non fosse per la magia di Galdalf da principio e l’abilità inconsapevole del piccolo Hobbit poi, molto spesso i nani si sarebbero ritrovati a non andare avanti nella loro cerca.
Interessante è anche l’incontro tra Bilbo e Gollum, una creatura un tempo simile a un hobbit che è divenuto spregevole a causa del potere corrosivo dell’Unico Anello. Bilbo trova per caso quest’ultimo, provocando l’ira di Gollum che ha perso così il suo Tesssoro, e gli sfugge tramite un gioco di indovinelli, che potrebbero anche appassionare i più giovani.
Riuscendo a scappare dalle grinfie di Gollum, per il piccolo eroe non sarà finita. Mannari e Orchi continuano a intralciare il loro cammino, ma questa volta ad intervenire sono le grandi Aquile che li salvano da una possibile morte.
Successivamente incontrano Beorn un uomo particolare che ha l’abilità di trasformarsi in un orso; all’apparenza malvagio, in realtà si ritrova ad aiutare la “compagnia” per attraversare il Bosco Atro, dove però, Gandalf li lascia perché richiamato altrove.
Persa la loro valida guida, i nani e Bilbo si ritrovano un poco spaesati, ma andranno avanti. Qui incontreranno degli elfi ilari, guidati da Thranduil (padre di Legolas, che comparirà nel più conosciuto Signore degli Anelli) e visti i cattivi rapporti tra le due razze, sono presi come prigionieri. Ancora una volta è l’abilità del piccolo Hobbit a salvare i Nani e a spingerli a proseguire nel loro lungo e impervio tragitto.
Giungono a un villaggio ai piedi della montagna solitaria, dove gli uomini li accolgono da principio con gran festa, pensando che loro li salveranno dal grande Drago e faranno sgorgare il fiume di oro.
Ci sarà poi uno scontro con il Drago, un tentativo di recuperare il tesoro. Dopo una serie di diversi avvenimenti, che non sto qui a spiegare – altrimenti eliminerei del tutto il piacere di leggere il libro – il Drago sarà ucciso, ma inizieranno degli scontri tra nani, elfi e uomini, che però si vedranno costretti ad unirsi in vista di una battaglia più grande. Eserciti di orchetti e mannari, infatti, si riverseranno sul luogo, dando così origine alla Battaglia dei Cinque Eserciti, che sarà furiosa e purtroppo causerà diverse vittime anche tra i personaggi “positivi” della trama.
Il lieto fine, comunque, ci sarà. Il nostro Bilbo tornerà a casa diverso, con un’avventura strepitosa da raccontare e scrivere nel suo libro e… un anello particolare, che rende invisibili se indossato, che sarà la scintilla per il libro successivo.
Mi rendo conto che questo riassunto non è molto dettagliato, ma aggiungere altro, significherebbe dire davvero troppo. La storia è questa, e io la consiglio a tutti. È un libro piacevole da leggere, molto più tranquillo rispetto al Signore degli Anelli che ha un’impronta più epica, e soprattutto al Silmarillion che a mio avviso ha un tono più aulico. Può essere letta ai bambini, ma può essere anche un’ottima lettura per chi è già adulto e vuole perdersi nel fantastico universo creato da Tolkien.
Ammetto che a una prima lettura, superficiale, non mi aveva entusiasmata troppo, ma a una seconda lettura più recente e più accorta in vista del film – che andrò a vedere stasera!!! – mi ha entusiasmata. È stato bello vivere le avventure di Bilbo, forse più tranquille di quelle di Frodo, ma altrettanto dense di paura e problemi. Anche in questa storia si vede il coraggio dei piccoli di fronte alle avversità. Spesso si pensa che gli esserini più nascosti o inferiori siano inutili, ma in realtà possono contribuire tantissimo nel trionfo del bene sul male.
Spesso è la persona più piccola che può cambiare il mondo. Una piccola goccia importante per le sorti della terra.
Oltre alla capacità descrittiva e alla sua fantasia infinita, anche qui ho trovato i personaggi meravigliosamente caratterizzati. Mi piacciono tantissimo, mi fa simpatia il piccolo Hobbit che sogna sempre di tornare a casa, e si lamenta di aver preso parte a quella cerca, ma poi con le sue doti nascoste riesce a essere una chiave importante nei momenti di difficoltà.
I nani poi sono buffissimi, soprattutto Bombur, ma anche Balin, Dwalin, Kili, Fili, Dori, Nori, Ori, Oin, Gloin, Bifur, Bofur non sono da meno, e importante è la figura di Thorin Scudodiquercia, il capo della banda.
Ritrovare Gandalf è sempre un piacere. Adoro quello stregone.
Interessanti anche tutti gli altri personaggi che appaiono, dagli elfi, a Beorn, alle Aquile che qui hanno voce.
Insomma, un libro da leggere assolutamente.
Per gli amanti del cinema, come già detto, Peter Jackson ha creato anche la sua versione de Lo Hobbit, diviso in tre parti (inserendo anche estratti del Silmarillion o delle appendici del Signore degli Anelli, per far comprendere anche cosa fa Gandalf quando lascia Bilbo e i nani da soli). Stasera lo andrò a vedere e forse lascerò una mia recensione a riguardo, che potrete però trovare nella sezione “blog”.
Nella prossima puntata: Il Signore degli Anelli - La Trilogia!