Non c'era più posto nella vita di colui che aveva amato e ancora amava perdutamente.
Lei era consapevole che sarebbe finita. L'aveva sempre saputo. Ogni volta che lui tornava nel suo mondo, tra i suoi amici, avvertiva come un altro subentrare al suo posto. Un altro ragazzo che non riusciva a comprendere. Distante. Lontano. Un ragazzo che la poneva in secondo piano, anche se lui non lo riteneva vero.
Stella sapeva che sarebbe finita, perché non poteva essere la sola a lottare. Stella sapeva che quelle paure che l'avevano spinta ad aggredirlo verbalmente in modo per nulla carino, erano sintomo di qualcosa di reale. Lui si stava allontanando. Un'altra avrebbe potuto prendere il suo posto, come se nulla fosse. Il solo pensiero la uccideva, ma sentiva anche che non sarebbe accaduto subito dopo la fine, no? Altrimenti sarebbe caduto anche l'ultimo barlume di fiducia; e si sarebbe domandata con chi fosse stata per quei lunghi anni. No, lui non poteva farle questo; ma a distanza di quasi un mese Stella non si sentiva neanche un mostro per avergli rivolto mali parole, perché le sue sensazioni avevano sempre un briciolo di verità.
Stella stava imparando ad accettare la situazione, nonostante il mondo le remasse contro ricordandole ogni singolo momento tutti i momenti passati con lui. Bastava una parola, un odore, un'immagine, un film, un libro o altro ancora per rammentarle il passato, il suo volto, quello che aveva perso. E il cuore veniva trafitto fino a sanguinare. Sembrava come se tutti volessero abbatterla ogniqualvolta aveva la parvenza di farcela, di riuscire a piccoli passi ad andare avanti e ritrovare il sorriso. Ogni volta che sembrava aver dimenticato, puff, qualcuno le faceva affiorare ricordi che dovevano essere obliati.
Ma Stella aveva compreso una cosa: i ricordi non possono essere dimenticati. Anche se avesse lottato con tutta se stessa per seppellirli in una parte profonda e nascosta del suo essere, sarebbero riaffiorati quando meno se lo aspettasse, e il dolore l'avrebbe colpita con violenza inaudita. Doveva solo darsi tempo. Già, il tempo. Dicono che sia la cura di tutti i mali. Il tempo, forse, le avrebbe permesso di ricordare senza più soffrire. Non doveva smettere di ricordare, bensì cancellare il dolore che quei ricordi potessero donarle.
Il problema era un altro.
Ora che tutti i suoi sogni erano svaniti, doveva riniziare da zero. Aveva così fantasticato sulla sua vita futura, che nel momento in cui era stata duramente abbandonata e umiliata, tutto era svanito. Aveva sognato una nuova città dove vivere. Una famiglia con lui. E ora? Doveva semplicemente ricostruire da zero il suo presente e porre le basi per un nuovo futuro; magari più vicino a suoi genitori, in una città che doveva imparare ad amare veramente. Non sarebbe più volata lontana, solo per lui.
Questa era la cosa più difficile da fare: dipingere quella tela nera nella quale lui l'aveva avvolta con tanti, nuovi, piacevoli colori. Creare una nuova Stella, più forte, capace di andare avanti da sola.
Aveva letto molto. Tutti sostenevano che l'uscire con gli amici avrebbe sortito l'effetto di dimenticare in fretta e passare oltre; ma quando le amicizie non esistono - perlomeno vicino -? Lei era sola, doveva farcela con le sue stesse forze, ma era anche consapevole - e sorrideva al pensiero - che se ne fosse uscita, l'avrebbe fatto da sola, a differenza di lui che già si divertiva con i suoi amichetti che a lungo l'avevano snobbato tranquillamente.
Sì. Stella ce l'avrebbe fatta, anche senza il suo Philip. Lei sarebbe andata avanti, e avrebbe avuto un futuro roseo, profumato di amore. Quel sentimento forte e vero in cui mai avrebbe smesso di credere.
Una sola domanda sorgeva spontanea: perché doveva soffrire sempre lei in modo così assurdo? Perché ancora una volta era stata illusa, nonostante lui sapesse tutto quello che aveva attraversato in passato?
Comprendeva che con i perché non sarebbe andata avanti, ma era impossibile non pensarci.
Perché? Perché? Perché?
Ma in fondo non avrebbe mai trovato risposta alle sue domande.
Lui si era rifugiato nel suo adorato silenzio.
Lui l'aveva illusa e se ne era liberato quando ormai non serviva più; illudendola - invano - che tra qualche mese o anno si sarebbero rincontrati. Sì, magari dopo aver soddisfatto altri desideri, anziché cercare di superare ogni ostacolo insieme, e di condividere gioie e dolori, come ogni sana coppia che si rispetti.
Lui l'avrebbe dimenticata presto.
Lui meritava di essere chiamato stronzo.
Stella, comunque, ce la farà. Sempre e comunque.