Come va? Io ne approfitto per rilassarmi un po'. Ho casa libera finalmente, e queste cose non accadono quasi mai. Ho tante cose che voglio fare. Aggiornare il blog, aggiornare le pagine, ascoltare musica - di musical, ovviamente! - e magari vederne anche uno e... sì, anche buttarmi su un pezzo di stoffa nel tentativo di trasformarlo in un animaletto. Chissà. In realtà, non so quanto riuscirò a fare, ma intanto ci provo. Poi dovrei anche mangiare. Ehm...
Come ormai avrete capito, però, io amo in maniera assoluta i Musical e simili e, il mio tentativo è contagiare un po' tutti con questo splendido virus. Insomma, non leggo meramente, ma amo anche molte altre cose.
Oggi volevo presentarvi due opere italiane, due favole meravigliose ma diverse, che dovete vedere.
Forse i più grandi ricorderanno il film da cui è stato tratto. Fantasmi a Roma è, infatti, ispirato all’omonimo film del 1961 diretto da Antonio Pietrangeli e con un cast davvero notevole: Eduardo De Filippo, Sandra Milo, Vittorio Gassman e Marcello Mastroianni, solo per citarne alcuni. Sfortunatamente ancora non l'ho visto, ma conto di rimediare appena mi sarà possibile.
Di cosa parla? Ve lo dico subito.
Siamo nella Roma degli anni 60 e il protagonista è l’anziano Principe Annibale Roviano, interpretato da un magistrale ed elegante Carlo Reali. Vive apparentemente da solo nell’antico palazzo di famiglia ormai in decadenza, ma in realtà a fargli compagnia ci sono dei simpaticissimi fantasmi, antenati di famiglia, con i quali sovente si ritrova a parlare. Proprio per questo viene visto un po’ come un pazzo che parla da solo, soprattutto da due stagnari scettici, Primo e Secondo che si divertono a prenderlo in giro.
I fantasmi sono quattro:
Fra’ Bartolomeo (Toni Fornari) il più antico, religioso, buongustaio e assai goloso. La sua morte è forse un po' assurda. Dovete sapere, infatti, che questo buon Frate, adorava recarsi in cucina di notte a mangiare tutto ciò che trovava. Per sopperire a questo problema, la cuoca decise di preparare delle polpette ripiene di veleno, così da uccidere quei furfantelli di topi... ma, a mangiarle fu qualcun altro. Ebbene sì, lo avrete capito, no? Ed eccolo qui il nostro "chierico fantasma".
Poi, c’è il nobile ed elegante Reginaldo (Cristian Ruiz), rubacuori settecentesco, elegante e acculturato, un vero cavaliere ma anche un perfetto dongiovanni. Un dì, di una donna impegnata s’invaghì e, nel tentativo di sfuggire dal marito geloso, scappò dalla finestra sita al quarto piano! E ... Vola, vola vola il bel fantasma! Ahahah.
La dolce e romantica Donna Flora (Renata Fusco) è il fantasma di una dama dell’ottocento, che morì per una delusione amorosa. Lei attendeva il suo amato Rutilio sul ponte sopra al Tevere, ma invano. Lui non arrivò e lei saltò, lasciandosi avvolgere dalle gelide acque del fiume e finalmente con la vita, volò via anche il suo dolore.
E poi c’è il piccolo Poldino, fratello di Annibale, morto da bimbo e per questo in scena compare meramente sotto forma di una luce, perché i bambini morti non hanno forma, sono solo pura luce.
La monotona vita di Annibale è turbata di tanto in tanto dall’Ingegner Tartina (Giancarlo Teodori), un ostinato procacciatore di affari e speculatore edilizio che con le sue mazzette ad alto contenuto di corruzione tenta di convincere il povero anziano a vendere il palazzo, per demolirlo e costruisci un nuovo supermercato.
Tutto scorre tranquillo, fino a quando, con lo scoppio della caldaia, il povero Annibale muore, raggiungendo i suoi fantasmi, e il palazzo passa nelle mani di Federico l’unico erede. Apparentemente frivolo e nullafacente, vive alle spalle di Elena, la sua ragazza, una spogliarellista e soubrette molto provocante e ambiziosa.
Questo rappresenta un pericolo per i fantasmi che si vedono costretti a coinvolgere un altro divertentissimo e alquanto volgare fantasma, per riuscire a trovare un modo per proteggere la loro dimora. Sto parlando di Giovan Battista Villari detto “il Caparra” che dipingerà in una sola notte un quadro che sarà ritenuto da una critica importante - Egle Bizantini in Carcasson (Carlotta Maria Rondana) - come un’opera di Caravaggio, suo acerrimo nemico in vita. Questo provocherà l’ira del pittore fantasma che la scaglierà giù dalle scale, ma anche un ottimo aspetto per i fantasmi del palazzo. Non verrà più demolito, perché l’Arte è riuscita a salvarli!
Questo è il riassunto che avevo scritto anche altrove. Come vedete ho inserito alcuni nomi degli artisti che hanno sempre interpretato i vari ruoli, ma personalmente ho avuto la fortuna di vedere anche Roberto Rossetti, un fantastico marchigiano, Elisa Marangon perfetta nel ruolo di Elena, Maurizio di Maio come Federico, e i simpaticissimi Vasco Giovanelli e Fabio Monti per i due stagnari. Eppure, sono tanti altri gli artisti che hanno indossato le vesti di tali personaggi. Per chi ama un po' il teatro non saranno nomi sconosciuti: Emiliano Geppetti, attuale Federico, ma anche Andrea Croci, Leonardo di Minno (voce nel cd), Enrico d'Amore; Ketty Roselli, come Elena, Gianluca Bessi e Marco Rea (gli stagnari), Valentina Gullace e Gaia Bellunato (Carletta!), e Lello Abate come primo Frate!
Insomma un cast ricco e favoloso, che merita di essere seguito e apprezzato in quest'opera splendida. Un'idea della splendida Simona Patitucci, Regina, con regia e coreografia di Fabrizio Angelini, testo e liriche di Gianfranco Vergoni e musiche originali di Massimo Sigillò Massara.
Io me ne sono follemente innamorata e, dovete sapere che la versione che ho visto io era solo una piccola parte. Una versione simil concerto, che mi ha ammaliata. Non vedo l'ora di poterlo rivedere nella sua integralità.
Una piccola grande opera che conservo nel cuore e che, mi sto accorgendo, ha raggiunto i primi posti nelle mie preferenze.
Una favola che racchiude un mix di risate ma anche commozione, con personaggi ben descritti, testi che restano facilmente impressi nella mente e musiche che accarezzano la tua anima o sono contagianti per il ritmo.
Un'opera che consiglio veramente a tutti di vedere. Non riesco a smettere di ascoltare le canzoni. E, ogni volta, provo emozioni diverse ma intense.
Meraviglioso. Davvero.
Sostanzialmente è la favola di Cenerentola, chi non la conosce? Ma più moderna, più particolare, forse più vicina a noi. La trama in sé è piuttosto fedele, ma ci sono sfumature che la rendono molto divertente e più, come già detto, moderna sì.
Protagonisti sono Paolo Ruffini, un principe dall'accento toscano e un po' scapestrato e fissato con la sua "Maria Pia" di cui non rivelo nulla, e Manuel Frattini il suo fedele consigliere Rodrigo, che farà di tutto per portare il principe sulla retta via e spingerlo a sposare qualcuna adatta al suo rango. Per far ciò, occorre valutare tutte le ragazze del regno di Microbia, tra cui... Anastasia (Silvia di Stefano), Genoveffa (Roberta Miolla) e la piccola ma determinata Cenerentola (Beatrice Baldaccini).
La povera Cenerentola è costantemente maltrattata dalla sua matrigna (una sorprendente e simpaticissima Laura di Mauro, dalla parlata romana), e dalle due sorelle ma, quando tutto sembra perso, interviene la sua fata madrina, Clementina, interpretata da una perfetta Claudia Campolongo, a darle una mano "fatata".
Cenerentola non è più la principessa dei cliché della Disney, ma assume un carattere più forte e determinato. Non si perde mai troppo d'animo, anche nei momenti più difficili, e neanche si concede troppo facilmente al bel principe. Anzi. Quando lui le chiede subito di sposarla, lei non dirà un semplice sì. Come fai a sposare chi non conosci, in fondo?
La particolarità di questo musical, a mio avviso, è data dalla perfetta interazione con il pubblico. Gli spettatori, infatti, saranno chiamati più volte a partecipare attivamente alla trama. Le modalità non le dico, ma vi assicuro che sarà un vero divertimento! Si mischia così la bellezza del musical in sé con grandi Artisti, come il già menzionato Manuel Frattini (che io considero uno dei migliori artisti teatrali italiani) e la comicità di Ruffini.
Non avevo grandi aspettative per quest'ultimo. Non riuscivo a comprendere cosa potesse donare lui, e invece vi assicuro che vi ritroverete a ridere tantissimo, dal primo all'ultimo minuto.
Divertente, allegro, vi ritroverete a passare quasi tre ore in preda al divertimento.
Purtroppo però, ho una piccola nota negativa a riguardo: la frizzante verve ironica di Ruffini, insieme alla romana Di Mauro e al ben noto e apprezzato Frattini prendono davvero tutta la scena, tanto che la Cenerentola, seppur bravissima - voce stupenda, davvero! - perde un po' luce. Rimane in disparte. Le stesse sorelle vengono veramente fuori solamente nel tentativo di mostrare le loro doti al principe. Conoscevo la Di Stefano ed ero rimasta folgorata dalla sua voce in Sindrome da Musical, ma qui riesco a "riconoscerla" davvero solo quando cerca di far capire la sua bravura nel canto al Principe. Non che prima non colpisca, sia chiaro, così come le altre... ma non so, sembra risaltare più la comicità che altro. Le musiche seppur simpatiche e contagianti, e anche i testi, non restano troppo impressi. Rimangono le battute, la simpatia, le interazioni con il pubblico, queste sfumature che modificano un poco il teatro come siamo abituati a vederlo. Con questo voglio intendere che viene abbattuta quella parete tra palco e pubblico, e ci rendono partecipi. E questo a me è piaciuto. Un'opera sicuramente da vedere, per allontanarsi qualche ora dalla vita di tutti i giorni, non sempre piacevole, e ritrovarsi all'interno di una favola divertente e romantica e riscoprire, così, il piacere di una risata.
Nota di merito va anche al resto del cast: Gianluca Sticotti, Silvia Contenti, Luca Spadaro, Rossella Contu. Bravi, davvero.
Ah, se andate a vederlo, ricordatevi di prendere il fazzolettino bianco che danno all'inizio, è un tassello importante!!! ;)
In entrambi i casi ho riscontrato una gentilezza unica tra gli artisti. Come dico sempre e ripeterò all'infinito, amo gli Artisti di Teatro perché quasi sempre - o per ora potrei dire sempre - non si vantano, ti donano parte del loro tempo per una foto, un autografo, due parole e sì anche qualche risate. E così ti ritrovi ad abbracciare grandi Artisti che ammiri tantissimo come Ruiz, la Patitucci, la Fusco, Frattini, la Di Stefano... o in una selfie con Ruffini, o a scherzare e parlare con persone dolcissime com Rossetti e Sticotti. È questa la vera bellezza del teatro. E non folle malate che si buttano sopra gli artisti come belve feroci e prive di cervello.
Ed io amo tantissimo il teatro e il musical in particolare.
Purtroppo temo di non essere riuscita a esprimere al meglio i miei pensieri ma, se in qualche modo vi spingerò a teatro, il mio scopo lo avrò raggiunto. Ecco.
Soprattutto andate a scoprire queste opere totalmente italiane, perché riflettono il talento che abbiamo e che molto spesso è disprezzato o poco valorizzato. L'Italia ha dei talenti immensi. Se solo il governo e le persone capissero l'importanza della cultura, del teatro...
Okay, direi di aver scritto abbastanza per oggi. A presto e buona domenica!