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Impossibile Dimenticare.

29/1/2013

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Ieri ho visto un film sulla Memoria per la prima volta, e mi ha segnato profondamente, come tutti gli altri. Quando, però, quel periodo orrendo della storia è presentato dagli occhi di uno o più bambini, il dolore diventa più forte, un macigno mi blocca con più forza il cuore e le lacrime sgorgano con maggiore facilità.
Il film in questione tratta di un fatto storico di cui ammetto l'ignoranza: la complicità di alcuni francesi nell'olocausto degli ebrei, che lega anche noi italiani, ma anche altri popoli europei. Perché, è vero, tutto nasce dalla Germania, ma se si analizzassero in maniera più approfondita tutti gli elementi storici, i documenti e le testimonianze, si comprenderebbe forse appieno quanto anche le altre nazioni siano state complici di un tale schifo.
"Vento di Primavera" - traduzione italiana che francamente non comprendo - o "La Rafle" in lingua originale, ossia "la Retata", è un film storico-drammatico del 2010 scritto e diretto da Rose Bosch.
Questa la trama:

A Parigi, nel corso dell'estate del 1942, la Francia è sotto l'occupazione tedesca e gli ebrei sono tenuti ad indossare la stella gialla. Nel quartiere della Butte Montmartre, due famiglie ebree vivono come gli altri abitanti del quartiere, fatta eccezione per gli ebrei che temono l'arrivo della Gestapo. A Parigi, i pareri sono divisi, alcuni vogliono proteggere gli ebrei nascondendoli, mentre altri come la fornaia, preferiscono insultarli.

Nella notte fra il 15 e il 16 luglio, il loro destino subisce un repentino cambiamento in seguito ad un accordo tra i nazisti e le autorità francesi per l'arresto e la deportazione di molti ebrei, accordo che porta al rastrellamento del Velodromo d'Inverno (Vélodrome d'Hiver). Il quartiere della Butte Montmartre non sfugge a questa sorte, anzi la famiglia di Joseph Weissmann, un bambino ebreo di dieci anni, ed i loro vicini vengono arrestati dopo aver provato a fuggire in diversi modi.

A seguito di questo rastrellamento vengono portati nel Vél d'Hiv, dove Joseph e Noah, il fratello minore del suo migliore amico, incontrano un'infermiera, Annette Monod, che farà tutto il possibile per aiutare loro e gli altri bambini ebrei. Nel velodromo le condizioni sono precarie e malsane: non hanno acqua, sono ammassati e costretti a fare i loro bisogni dove c'è spazio. Il cibo scarso deve essere diviso in modo che ognuno di loro abbia qualcosa da mangiare. Una mattina, mentre i detenuti sono assetati, i pompieri danno loro da bere. Essi accettano inoltre di "passare" le lettere a loro consegnate. Il colonnello Pierret dei vigili del fuoco di Parigi, usando la sua influenza (è il più alto in grado tra tutti i presenti nel Vel d'Hiv, Gendarmeria e vigili del fuoco) ne approfitta per prendere il comando del Vel d'Hiv mettendo a tacere la rabbia dei poliziotti con l'atteggiamento generoso ed eroico dei suoi uomini e di sé stesso.

Dopo due giorni, i prigionieri vengono portati in un campo di transito a Beaune-la-Rolande nel dipartimento della Loira. Affamati e deboli, gli ebrei affrontano la fame e la sete, Annette dimostra un grande coraggio perché cerca di denunciare le condizioni degli ebrei (segue per esempi la dieta dei prigionieri e dopo qualche giorno si presenta debole e stanca dal prefetto a cui aveva più volte reso nota la situazione attraverso le sue lettere senza risposta riuscì ad avere per i ragazzi più piccoli dei dolcetti). Pochi giorni dopo, i genitori ed i bambini più grandi vengono deportati nel campo di sterminio di Auschwitz, solo i più giovani rimangono con la speranza di un loro ritorno che non si verificherà. Annette deve raddoppiare gli sforzi, nonostante la fatica, per prendersi cura di loro.

Mettendo in atto gli ultimi consigli di sua madre, Joseph ed un suo compagno si danno alla fuga grazie all'aiuto dei loro compagni. Joseph non può portare con sé il suo migliore amico perché è malato: ha una brutta ernia che gli impedisce di camminare. Tranne lui e un compagno tutti i bambini vengono caricati sul treno che li porterà nel campo di sterminio. Vana l'ultima corsa della febbricitante Annette per fermare il convoglio, dopo che il medico gollista che la sta curando le ha rivelato la verità su quei trasferimenti. Nel 1945, alla fine della guerra, Joseph ritrova Annette all'Hotel Lutetia, un albergo parigino dove vengono accolti i sopravvissuti dei campi di concentramento. Lì Annette incontra anche il piccolo Noah, fuggito dal treno e salvato da una coppia di anziani.


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Ma in questi giorni ho visto altri due film in cui i bambini hanno un ruolo fondamentale nel narrare i fatti. A volte con crudeltà estrema, a volte come un gioco, una favola, dal quale il bambino si sveglia felice, contento di aver fatto i suoi mille punti e aver vinto un carrarmato vero, inconsapevole che suo padre per proteggerlo e cercare la madre, è morto.

Facile riconoscerli, no?
"La vita è bella" di Benigni, e "Schindler's list" di Spielberg, due film cardine della Giornata della Memoria, ricordata il 27 gennaio, due film che non smetterò mai di guardare, anche se ogni volta ne esco straziata e con mille domande alle quali non so trovar risposta.
L'ultimo è uno dei bambini più piccolini del film sopracitato. Il piccolo e bellissimo Noah, che con la sua ingenuità e dolcezza ti colpisce dritta al cuore.
Ma non solo lui. C'è una scena nel film durante la quale ho avuto davvero una stilettata al cuore. I bambini piccoli vengono lasciati soli, senza i loro genitori e pian piano dimenticano il loro nome. Nel momento in  cui li preparano al treno, chiedendo le loro generalità, una bambina risponde con il suo nome. Le viene chiesto il suo cognome. Lei non risponde. E poi, alla domanda:
"Come si chiama il tuo papà?", lei risponde.
"Papà".
E' una scena straziante. Una bambina che avrà potuto avere quattro anni che non capisce, che non sa dove la condurrà quel brutto treno, senza la sua mamma, senza il suo papà. Soli vengono mandati al loro viaggio finale, alla morte.
Ma, in fondo, Giosuè e la piccola col cappottino rosso non sono da meno. Sono così ingenui, così soli, anche se il primo ha un grande dono: suo padre che fa di tutto per non fargli comprendere la triste situazione nella quale si trovano. Suo padre che lo salverà da morte certa, che gli farà vivere tutto come un gioco, quando intorno a sè c'è solo morte e nessuna speranza.

La mia domanda è: Come si può far del male a dei bambini? Non che il male sia ammesso agli adulti, ma io proprio non mi capacito di come si possa anche solo picchiare con ferocia un bambino, soprattutto così piccolo.
Ma non è solo questo. Ho un pensiero su questo tratto di storia che, a mio avviso, non è mai veramente concluso.
No. L'olocausto degli ebrei non è l'unico tratto di storia orribile che va studiato e ricordato. Ce ne sono altri, molti anche recenti.
Certi avvenimenti così spregevoli dovrebbero rimanere impressi nella memoria di tutti e non cancellati o sminuiti, non per colpevolizzare una nazione, bensì per far comprendere che non devono tornare.
Da piccola credevo che i tedeschi fossero dei mostri, fossero il male. Li "colpevolizzavo" tutti, ma ora che sono più adulta e che ho studiato, mi sono informata - anche se ancora c'è tanto da sapere e conoscere - e ho un'altra visione generale. Io non credo che TUTTI i tedeschi siano il male, né tutti i Francesi o gli Italiani o altri popoli siano stati complici di quel che è accaduto. Io non credo neanche che gli Americani siano il bene, né che gli ebrei siano santi. Perché, se vogliamo dirla tutta e analizzare con più attenzione i fatti, l'odio nazista non si riduceva solo a loro, ma a tutti quelli considerati impuri, non appartenenti alla razza ariana (che poi, Hitler non era neanche alto, biondo con gli occhi azzurri, ma vabbè.): quindi, nomadi, omosessuali, e tutti coloro (Anche tedeschi!) che presentavano difetti fisici e mentali. E' questo il punto a cui voglio arrivare.
Leggere consente di capire - forse è per questo che molti politici consigliano di non leggere, per rendere tutti ignoranti e pendere dalle loro labbra. Be', in fondo Hitler e simili non fecero lo stesso? - e leggere un libro romanzato - ma che può anche essere vero - come "La figlia dei ricordi" mi ha aiutata a comprendere che i tedeschi - non tutti, continuo a ribadirlo - erano fortemente malati. Per arrivare alla Razza Pura arrivarono a costruire dei progetti come il Lebensborn, nel quale madri puramente tedesche dovevano donare i loro figli - nati da coppie stabilite secondo il progetto stesso - alla patria. Questi figli dovevano essere forti, privi di malformazioni o malattie e, a tenera età, se ritenuti degli Ariani puri, venivano mandati in scuole specializzate e veniva loro impartito un insegnamento rigido che portava alla lettura del Mein Kampf e tutto ciò in cui Hitler follemente credeva. Ma la cosa più grave è che per compiere al meglio questo folle progetto, arrivarono a rapire bambini anche in Norvegia o territori vicini, nei paesi nordici che più si avvicinavano alla folle idea della Razza Pura.
Ovviamente, se questi bambini e le loro mamme non rispettavano i requisiti richiesti, non facevano una bella fine.

Quello che voglio dire e che non risulta facile senza ledere a nessuno è che non si può accusare un'intera popolazione per i crimini di molti. Infatti, come si evince da molte testimonianze, libri e film, è vero che molti tedeschi hanno scelto il male, ma c'è anche chi ha cercato di fare del bene (pensiamo a La Rosa bianca, il film, solo per fare un  esempio); come del resto è vero che a causa di governi idioti francesi, italiani e altri ancora sono stati complici dei nazisti, ma non tutte le popolazioni hanno aderito a quell'odio, anzi in molti hanno permesso a ebrei e simili di vivere, li hanno aiutati anche a rischio delle proprie vite.
E per me in guerra non ci sono vincitori e vinti, ma tutti ne escono sconfitti. Le guerre producono solo dolore, fomentano ulteriore odio e non si concludono mai. Una guerra porterà a un'altra guerra e l'odio non smetterà mai.
A mio avviso, ricordare questi tratti di storia serve non a fare un'opera buona così tanto per, ma a cercare di educare le generazioni presenti e future al rispetto dell'altro, e a non far tornare lo spettro del terrore.
Ma guardiamoci intorno, però. L'odio è davvero finito? No. Per nulla.
Gli ebrei che si sono salvati hanno scelto la Palestina come patria, ma ora c'è un odio reciproco con i Palestinesi e non entro troppo nel merito perché non conosco appieno la storia. La religione, come le folli idee di Hitler e i suoi sostenitori, fomenta guerre continue. Ma anche qui, non tutti i mussulmani (per fare un esempio) devono essere condannati. In ogni religione (anche in quella cristiana/cattolica) ci sono sempre dei pazzi criminali che interpretano i libri sacri a modo loro e fomentano l'odio di generazione in generazione.

Ma la giornata della memoria non deve soffermarsi unicamente sugli ebrei. Quegli anni sono stati terribili anche, come dicevo prima, per tutti colori considerati inferiori, per chi si opponeva ai regimi. Come dimenticare le foibe? Le lotte partigiane? I nostri - intendo italiani - innumerevoli sbagli. Per non parlare della Russia di Stalin e i lager presenti anche in quei posti.
E poi ci sono i voli della morte in Argentina, e altro, altro ancora.
E' veramente finito quel periodo? No.
Continueremo a piangere quei morti con nuovi morti. Quando?
Quando una donna, un uomo, un bambino vengono torturati o uccisi. Quando non si può vivere in libertà. Quando si viene uccisi o considerti diversi per professare un'altra religione, un altro credo, altre idee.
Finché ci sarà l'odio, la guerra (a prescindere dai buoni e dai cattivi) , la non accettazione del diverso, il credere che esista ancora una razza superiore, ci sarà ancora un Olocausto. Ci sarà ancora morte. Quel periodo del terrore non finirà mai.

A volte mi chiedo perché gli uomini siano così bestie. Si dice "Bestia" all'animale, ma in realtà quest'ultimo è mosso solo dall'istinto. Un gatto mangia un topo perché è nel suo istinto. Un uomo uccide un altro uomo perché sceglie il male. Ma sta appunto nella possibilità di scegliere la diversità tra uomo e animale. L'uomo può scegliere se perseguire il bene o fare il male. L'uomo può scegliere tra guerra e pace. L'uomo può scegliere tra amore e odio.
E non capisco perché in molti scelgano sempre il male, la guerra, l'odio.
Sono così brutti il bene, la pace, l'amore?

La verità è che io ho paura. Paura di vivere in questo folle mondo, dove i ragazzi tornano a leggere il Mein Kampf, citano il fascismo e il nazismo, dove i governi non ragionano più, dove la violenza c'è ogni giorno e una ragazza non è più libera di uscire da sola senza il rischio di essere aggredita.
Vorrei solo un po' di pace, di amore. Forse è anche per questo che amo perdermi nei miei mondi immaginari, fatti di carta e "inchiostro", perché così per qualche ora posso evadere, perché così posso provare a scrivere di mondi migliori.

Comunque, spero che il senso del mio discorso si sia capito. Io non sono a favore dell'uno o dell'altro, io non condanno una nazione intera, né esalto un'altra.
Ci sono persone che scelgono il bene, altre che scelgono il male.
Ma, non capirò mai come si possa distruggere la vita delle persone, renderle come il niente, far dimenticare il loro nome, se stessi, solo per vile denaro o desiderio di dimostrarsi superiore.

Mi scuso per i temi trattati, ma è da ieri che ho una moltitudine di pensieri nella testa e ho paura di non averli neanche espressi tutti. Spero però di essere stata chiara...


Io non dimenticherò mai né quello che è successo in passato, né quello che succede ora.




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Parlando di... Musicals!

28/1/2013

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Jesus Christ Superstar

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Tra i tanti Musicals che ho visto, Jesus Christ Superstar è sicuramente uno dei più emozionanti.
E' un'opera particolare, un film del 1973 diretto da Norman Jewison, trasposizione sul grande schermo del musical omonimo di Tim Rice, autore dei testi, e Andrew Lloyd Webber, autore della musica. Narra l'ultima settimana della vita di Cristo prima della morte per crocifissione. Ci mostra l'aspetto più umano di Gesù, piuttosto che quello divino. Ci fa entrare così più a contatto con lui, non mostrandolo unicamente come mera divinità da adorare e alla quale rivolgersi con le preghiere quando ne abbiamo il bisogno.
Entriamo a contatto con il suo dolore, le sue paure umane per ciò che è destinato a compiere: essere l'agnello da sacrificare per salvare l'umanità intera dal peccato, subire una sofferenza mostruosa, ed  essere condannato a una delle morti più tremende della storia.

I personaggi che più amo di quest'opera sono Giuda e la Maddalena. Sono caratterizzati entrambi da luci e ombre, e riescono a trasmettere grandi emozioni oltre che spunti di riflessione.

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Giuda mi fa pena. E' sempre visto come il traditore al quale addossare tutte le colpe per la morte e la passione di Cristo, ma analizzando in maniera più approfondita la sua figura, è facile domandarsi perché debba essere così condannato: lui, in fondo, compie solo un atto voluto da Dio stesso, in quanto tutto ciò che avviene è già stato scritto.





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La Maddalena mi trasmette una tenerezza incredibile. Lei ama Gesù dal momento in cui lui l'ha salvata e non l'ha vista unicamente come una meretrice da condannare a morte, inoltre la sua canzone I Don't Know How To Love Him [Non so come amarlo] è la mia preferita.
Mi trasmette una miriade di emozioni, ogni volta che la ascolto sento affiorare le lacrime, mentre il mio cuore si stringe. Lei è innamorata di una persona che non potrà mai veramente avere. Lui è il figlio di Dio, condannato a morire presto per mano degli uomini, per la loro stessa salvezza, come agnello sacrificabile.
Lei s'invaghisce così profondamente di lui, ma allo stesso tempo non sa come amarlo, come comportarsi con lui.


Purtroppo non avendo studiato perfettamente nè il cinema nè la musica in generale, non posso entrare nello specifico, nei dettagli strettamente tecnici, ma è sicuramente un musical da vedere e rivedere, senza stancarsi mai, ed emozionandosi ogni volta come se fosse la prima.

Vi lascio con la canzone che ho citato prima.


Il Fantasma dell'Opera

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Il Fantasma dell'opera è un musical di cui avevo tanto sentito parlare, ma che non avevo mai avuto occasione di vedere. Solo recentemente, complice il palinsesto televisivo del periodo natalizio, sono riuscita a guardare la versione del 2004 con Gerard Butler, Emmy Rossum e Patrick Wilson come protagonisti e, anche se purtroppo non ho potuto donare una completa attenzione, mi ha trasmesso emozioni molto positive. Amando l'elemento tragico in una storia d'amore, il teatro, ma anche il diverso, disprezzato per il suo aspetto fisico ma avente delle vere emozioni, mi è entrato sicuramente nel cuore.
Subito dopo la visione, ho acquistato l'ebook e non vedo l'ora di leggerlo per comprendere appieno le differenze e somiglianze tra libro e film.
Sicuramente quando si presenterà l'occasione, cercherò di rivederlo nella speranza di poterlo fare circondata dal silenzio, per capirlo a fondo, e non essere distratta in alcun modo. E' sicuramente un'opera da vedere e che consiglio vivamente.
Deliziosa, davvero.

La storia (info prese da wikipedia)

L'opera si apre con un'asta pubblica nell'Opera Populaire di Parigi, dove si stanno vendendo dei pezzi di antiche scenografie.

Due anziani signori, il visconte Raoul de Chagny e Meg Giry, stanno assistendo all'asta quando il battitore chiama l'articolo 665, un carillon con sopra una scimmietta risalente all'epoca in cui loro due, l'uno allora giovane mecenate del teatro, l'altra ballerina di prima fila, lavoravano nel teatro e sentivano parlare della leggenda del Fantasma e delle sue strane azioni.

Con un flashback si passa nel 1870, nel teatro dell'Opera Populaire, proprio durante le prove generali dell'Annibale interpretato dalla cantante italiana Carlotta Giudicelli e dal cantante Ubaldo Piangi. Il Fantasma dà il benvenuto ai nuovi gestori del teatro, Andrè e Firmin, e fa innervosire Carlotta, che abbandona il posto. A rimpiazzare la famosa cantante viene chiamata la giovane ballerina Christine Daaè, figlia orfana di un violinista che, aiutata da un maestro a lei sconosciuto che si rivelerà poi essere il fantasma stesso, canta la famosa aria Pensami come se fosse una cantante professionista. Christine crede che il fantasma sia un angelo della musica inviato dal padre defunto per insegnarle l'arte del canto. Il successo le arride immediatamente e Raoul, padrone del teatro e amico d'infanzia di Christine, invita a cena la giovane ma questa viene chiusa nel suo camerino dal Fantasma che la conduce successivamente nel suo antro, che si trova nei sotterranei del teatro, e le dedica la celebre aria Music of the Night. Christine è contemporaneamente soggetta al fascino sensuale del fantasma e all'amore ingenuo per Raul.

Christine ritorna e il Fantasma la vuole come protagonista de Il Muto, ma i gestori del teatro si ostinano a far cantare la Giudicelli. Il fantasma, spazientito, la costringe quindi a lasciare nuovamente la scena.

Christine vuole fuggire, ma Raoul la utilizzerà come esca per tendere una trappola al Fantasma durante l'allestimento del Don Giovanni Trionfante. Il fantasma, che viene smascherato e si rivela una creatura dall'aspetto orrido (presenta delle ustioni), rapisce Christine: l'uomo, a causa di una deformità del viso, si era costretto a vivere nei sotterranei dello stabile non volendo rinunciare, però, all'amore della sua vita, ossia il teatro. Nel corso della vicenda imprigiona anche Raoul ma, per amore della ragazza, lascia andare i due giovani alla loro vita e si dà alla fuga.

Il film si conclude con il visconte che porta sulla tomba di sua moglie Christine un carillon a forma di scimmietta vestita da persiano (filo conduttore della storia) e trova una rosa rossa listata a lutto (simbolo, insieme alla maschera bianca, del Fantasma) e l'anello che quest'ultimo le aveva donato ma che ella aveva restituito prima di lasciare il suo regno oscuro insieme a Raul: il Fantasma vive ancora, e nemmeno la morte può mettere fine al suo amore per Christine.



Infine, vi lascio con uno dei tanti pezzi incredibilmente emozionanti del musical!
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Ciao Mimì...

22/1/2013

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Oggi non sono per niente felice. Sono giorni in realtà che avverto un grande malessere. Tra incomprensioni, mancanza di un vero dialogo, impossibilità di comunicare con qualcuno, e spesso una grande voglia di scappare. Mi sono accorta di non star muovendo un passo, di essere ancora immobile mentre il resto del mondo va avanti.
Negli ultimi giorni non riesco a  stare neanche troppo al pc, pur avendo tante idee in testa, tra il blog e le storie, e magari mettermi alla ricerca di un lavoro, seriamente; questo perché i miei occhi hanno deciso di andarmi contro di nuovo, e la vista si è abbassata ancora. La cosa mi ha resa molto triste, ma è la vita. C'è di peggio, no?
A parte questo, sono triste per un altro motivo.
Purtroppo Mimì, la cocorita femmina, dopo due settimane ha  deciso già di andarsene dalle nostre vite, di divenire un piccolo angioletto e volare sul famoso ponte dell'arcobaleno, per essere libera e felice. Anche se mi ero ripromessa di non affezionarmi troppo a loro, è difficile rispettare questo genere di promesse. Molte volte è facile dire "Non devi affezionarti agli animali, o ci resterai male, perché si sa che vivono meno di te", ma è veramente complicato non farlo! Come puoi rimanere indifferente al musino dolce e alle piacevoli fusa di un gatto? Alle "feste" che ti fa un cane appena ti vede? E sì, anche al canto allegro che ti accoglie la mattina e per il resto della giornata e che ti fa apparire meno vuota la tua vita. In pochissimo tempo quei due cocoriti hanno fatto breccia nel mio cuore, ed ora si avverte un grande senso di vuoto e tristezza. Il piccolo Cocò, il maschietto, non canta più. E' triste da morire, e temo molto per lui. So che molti consigliano di prendere una compagna, ma non mi sento adeguata a tenere degli animaletti in gabbia. Non ne sono capace. Li abbiamo avuti grazie a una pesca di paese, ho voluto provare, mettermi in gioco per capire se potessi per una volta farcela a prendermi cura di animaletti così delicati come gli uccelli, ma ho fallito.
Non voglio colpevolizzarmi troppo, perché ho letto molto e ho visto che a molti, all'improvviso, sono morti questi pappagallini. E' difficile capire se hanno qualche sintomo di malattia, soprattutto se è la prima volta che ti ritrovi a doverne gestire due. Nel mio passato di bimba, ho sempre voluto far qualcosa per gli uccellini che trovavo: passerotti, rondini, merli, ma non ho potuto fare molto. A volte li davo a chi poteva capirli meglio, o semplicemente li rimettevo sul tetto, nella speranza che potessero avere una sorte migliore... Una volta, mio nonno trovò un piccolo pappagallino adorabile, ma gli sfuggì e... be', accanto c'era un gatto... insomma, capirete come è finita, purtroppo. Anche con i canarini non sono stata fortunata. Molti, nel leggere queste parole, mi potranno dire che allora o sono terribilmente sfigata o non sono proprio capace. Ma io amo gli animali, e ho fatto di tutto per aiutarli.
Mi dispiace infinitamente per Mimì. Era così dolce. Non so nemmeno come sia potuto succedere. Ieri cantavano allegri, si baciavano intensamente, li vedevi cinguettare e amoreggiare in modo tale da struggerti il cuore, e un poco li invidiavo, loro erano così felicemente innamorati, ed io mi sento così sola...
E stamattina, mio padre si è accorto che la piccina era immobile, sul fondo della gabbia. Così, dal nulla. Ma la cosa che fa più male di tutto, è vedere Cocò immensamente triste.
Capisco il suo dolore. Perdere qualcuno che hai amato profondamente è  difficile da superare, e ho letto che questi uccellini odiano restare soli. Mi si spezza il cuore nel vederlo stare in silenzio, e chiudere gli occhietti, come se volesse farmi capire tutto il dolore che prova. La sua Mimì non c'è più, non potrà tornare, e ho la terribile paura che presto anche lui spiccherà il volo per raggiungerla verso quel magico posto dove un giorno spero di poter rincontrare i miei incantevoli bimbi.  Mi sento una sciocca a scrivere queste cose, e a piangere. Le lacrime, ora che sono sola in casa lontana da sguardi indiscreti, hanno fatto presto a scivolare.

Gli animali ti donano così tanto, ti insegnano tante cose che gli uomini forse hanno smarrito. Loro ti fanno capire cosa sia il vero amore, la fiducia in te, la creazione di rapporti, all'inizio forse difficili da costruire, ma una volta che il legame si crea, resta per sempre.
Gli animali fanno ridere, ti scaldano il cuore con la luce che emanano, a volte ti fanno anche arrabbiare, ma di fronte ai loro dolci musetti è difficile mantenere a lungo un'emozione così negativa.
Sì, forse i miei pensieri sono sbagliatissimi, ma sono tra quelli che li ritengano migliori degli uomini. Mi spiace dirlo, ma spesso la vera bestia si annida nella nostra "razza". Gli animali sono mossi dall'istinto, dalla legge della vita, noi invece abbiamo la capacità di decidere quale strada prendere, e noto che sempre più persone scelgono il male, e questo mi addolora.
Ci sono tanti animali che stanno scomparendo a causa dell'uomo. Le tigri, i leoni, le balene... e tanti altri ancora, e la cosa mi mette i brividi. Come possiamo fare così male alle creature di questo pianeta e al pianeta stesso?
Non lo comprendo.

Comunque, tornando ai miei cocoriti, Mimì è riuscita in poche settimane a lasciarmi qualcosa dentro. Con i suoi bacini, con il suo amore per Cocò, con il suo canto armonioso che si legava a quello del compagno. Mi ha fatto sorridere, ridere di cuore, e ha rallegrato questa fredda casa.
Quindi, be', grazie piccolina, anche se a volte facevo la dura e dicevo che vi avrei liberati e lasciati a un destino ignoto. Io non potrei mai farvi del male, però ammetto che vorrei tanto essere amata come solo gli animali sanno amare.

Ciao piccolina.

Mi spiace per questo post così personale, ma avevo il desiderio di sfogarmi un poco. Non voglio apparire sempre debole davanti ai miei. Non piangerò di nuovo davanti a loro.

La cosa assurda poi, è che avevo sognato di dover salvare i due cocoriti dalla minaccia di gatti. Dovevo proteggerli, ma era molto difficile, e... poi al risveglio la triste scoperta. Ma i miei meravigliosi micioni non c'entrano nulla. Non c'erano e poi non hanno mai fatto loro nulla di male, tanto più che non potevano raggiungerli, essendo stati posti molto in alto.
Eh vabbè. Purtroppo è la vita.

E con questo umore triste, non posso non rispondere alle domande delle rubriche musicali e cinematografiche che mi attendono per il Quinto Giorno! E be', la risposta in realtà sarà unica. Già. Mi scuso con me stessa per citarlo ancora.



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Giorno 5 - una canzone che ti ricorda qualcuno

A Te, Jovanotti.
E' facile capire chi mi ricorda. In fondo, era la nostra canzone.
Già.


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Giorno 5 - Un film che ti ricorda qualcuno

Giù al Nord

Sempre lui.

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Allegria, eh?
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Profumo di neve?

18/1/2013

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Riprendendo l'argomento EFP, affrontato nel precedente post, mi sono dimenticata di un pensiero che mi era sorto giorni fa. Oltre a quanto detto, c'è da aggiungere che ho una straordinaria capacità di iniziare a leggere storie lunghe che, all'improvviso, vengono eliminate dall'autore per motivi personali. Ora, se da un lato sono contentissima per loro, perché solitamente il motivo è la pubblicazione con una casa editrice, dall'altro la cosa è un poco irritante, soprattutto se si lasciano anche commenti positivi, nei quali espongo la mia volontà di proseguire con la lettura per giungere alla conclusione delle vicende. Comunque non è un attacco, ma solo una personale considerazione che mi fa anche un po' sorridere e, ridendo, mi viene da pensare che allora so distinguere le storie meritevoli dalle altre. Bene, qualche casa editrice vuole farmi lavorare? Ahahah.
Cavolate a parte, con oggi è ufficialmente entrato l'inverno. Le temperature sono scivolate nettamente verso il basso, e qualche fiocco di neve si è mostrato timidamente e fugacemente in mattinata, anche se poi la pioggia ha cancellato ogni traccia. Eppure, so che la neve è vicina e anche quest'anno gennaio e febbraio saranno imbiancati. La neve, se fatta bene, mi piace. Ha il sapore dell'infanzia, di un mondo magico da ammirare e nel quale perdersi. Specialmente di notte, quel manto bianco, sembra risplendere, come se ci fossero una serie di prismi di cristallo che sembrano ammiccare. Lo spettacolo è meraviglioso, ma il freddo non mi piace per nulla. Non sono un'amante dell'inverno, in effetti, perché il gelo mi entra facilmente nelle ossa e ho sempre mani e piedi freddissimi, pur passando molto tempo in casa al caldo. E' vero, forse dovrei uscire di più e passeggiare più di sovente, ma il solo pensiero di uscire fuori quando fa così freddo, o piove, non mi alletta. Ma vedremo di combinare qualcosa di buono. Ho voglia di modificare un poco la mia vita, ma ogni mattina i miei propositi sfumano nell'aria. Perché le coperte sono così calde che è difficile abbandonarle! Però so che è ora di mutare le mie abitudini. Mi sono lasciata andare troppo e ora mi sento così fragile, non solo emotivamente parlando, in quanto insito del mio carattere, bensì anche fisicamente. Anche il minimo sforzo per me è pesante, e la cosa non mi piace molto.
E' ora di tornare a vivere, anche se ammetto che ultimamente mi sento soffocata da un ambiente in cui nessuno può comprendermi appieno, perché so di essere distante dagli altri. Io ho delle passioni, che chi mi sta accanto, non sa condividere. Amo leggere. Amo parlare di animali e di Musicals. Amo determinati film. Amo stare al pc aggiornando questo sito o occupandomi di storie, ma ultimamente mi sento sempre osservata e criticata, e non riesco a buttar giù un bel niente. La cosa è frustrante.
Comunque, ho parlato anche fin troppo di me.
In questo momento sto ascoltando delle musiche tratte dal Musical "Les Misérables", e non vedo l'ora che il 31 gennaio arrivi, così da correre velocemente al cinema e assistere alla trasposizione cinematografica di quello che credo essere un capolavoro. In realtà non ho visto il musical teatrale, ma dalle musiche ascoltate, dalle parole, e pensando comunque alla trama di Hugo, non posso rimanere delusa. Insomma, Hugo mi ha regalato una perla come Notre Dame de Paris, riproposta poi nei teatri, e I Miserabili non saranno da meno. Anzi! La storia, forse, è anche più avvincente e densa di emozioni.
Spero che queste settimane passino velocemente. Voglio inebriarmi di emozioni positive che solo l'Arte può darmi.

Passiamo alle rubriche ora, dai! Così aggiorniamo con il Giorno 4!



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Giorno 4 - una canzone che ti commuove

Anche qui ce ne sono molte, ma ho deciso di rispondere d'impulso, e la prima canzone che mi viene in mente, è ...

My Immortal degli Evanescence.
E' un altro gruppo che adoro immensamente, e solitamente ascolto le loro canzoni quando sono triste. Sì, sono una di quelle persone che anziché ascoltare qualcosa di allegro in momenti tristi, ascolta musica ancora più triste. Masochista? Forse un po' sì.
Ma adoro questa canzone.


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Giorno 4 - Un film che guardi per deprimerti

Tanti. Troppi. Innumerevoli. I film deprimenti sono la mia passione. Ehm, ok, plachiamoci.

Puntando sul mio amore immenso per i film/musical, dico...

Moulin Rouge! di Baz Luhrmann.

L'ho visto talmente tante volte che ormai lo conosco a memoria, ma è talmente denso di emozioni che alla fine la lacrima scende facilmente, anche dopo averlo visto innumerevoli volte.
E poi le canzoni sono meravigliose, il cast favoloso, e la storia incantevole.


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Pensieri sparsi

17/1/2013

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Ultimamente mi sto un po' scocciando di EFP, il sito dove pubblico i miei racconti o storie un poco più lunghe. Ci sono delle cose che mi fanno un po' girare le scatole. So di non essere ancora una grande scrittrice, ma mi sono accorta che se non hai amicizie non sei proprio nessuno, anche se non scrivi malissimo e se non fai errori enormi. Se poi non scrivi su un determinato fandom, puoi anche non essere considerata. Ma questo è il minimo. Purtroppo ci sto da due anni ormai e ho imparato ad accettare più o meno la cosa. Un po' mi dispiace, perché ci metto l'anima quando riesco a buttar giù delle storie - anche se ultimamente restano più nella testa che sulla carta -, ma non vengo apprezzata granché. Spesso vedo molte persone che mi seguono, ma non lasciano commenti e così non posso capire dove sbaglio o se sto andando bene. So perfettamente che la frase "scrivo per me" può apparire un po' stonata. Se scrivessi davvero solo per me, non pubblicherei in un sito del genere, però non sono la persona da farsi amichette o spingere le persone a commentare le sue storie.
Le cose che più mi infastidiscono sono le persone che prima inseriscono le tue storie o la mia pagina autore tra i Preferiti e poi, all'improvviso, di punto in bianco, senza neanche una spiegazione - a mio avviso doverosa - scompaiono dalle liste, e mi lasciano a domandarmi perché. Forse sono peggiorata? O cosa? E' triste. Perché ti gettano in una delusione tale che ti passa quasi la voglia di pubblicare ancora. In fondo, vedere nuovi nomi che sembrano apprezzarti, mi aiuta a sorridere, a credere che quel che scrivo non sia proprio da buttare, e poi quando quei nomi scompaiono mi chiedo se mi sia solo illusa per nulla.
Preferisco di gran lunga non avere preferiti, allora, piuttosto che vedere un nome e poi non vederlo più.
Certo, irrita anche vedere storielle scritte malissimo, che ricevono però una sfilza di commenti.
Io, da parte mia, ringrazio le persone che lasciano i loro pareri alle mie storie. Per fortuna non ho mai ricevuto alcun commento negativo, ma solo recensioni costruttive o positive che mi hanno anche aiutato a crescere, però...
La cosa assurda, poi, è che spesso le storie cui tieni di più non vengono apprezzate troppo, e quelle dove credo di aver sbagliato o che non mi soddisfano appieno, ricevono molti più commenti. Mah, misteri delle storie. Amen.
Be', continuerò lo stesso a scrivere, a buttar giù le mie idee, a partecipare a contest o dare adito alla mia fantasia, e a pubblicare lì. Non voglio però più illudermi. Al massimo, se proprio mi dovessi stufare del tutto di quel sito, pubblicherò maggiormente in questo mio sito personale. A quel punto scriverei davvero per me.
Però devo ammettere una cosa, seppur con modestia, mi sono proprio innamorata delle cover che ho fatto per le mie future storie! Non saranno perfette, ma sono davvero soddisfatta di me! Ah, ovviamente le cover si possono trovare nella sezione "Libri&Recensioni"!

Ma passiamo ad altro.
Volevo aggiornare le mie rubriche, sulla musica e sui film, anche se le domande si fanno sempre più ardue. Ma vediamo cosa possiamo fare. Pronti?
Via!

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Giorno 3 - una canzone che ti rende allegro

Una canzone in particolare: Hakuna Matata, dal film Il Re Leone!
Ahahah, quei due mattacchioni mi fanno morire!

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Giorno 3 - Un film che guardi per tirarti su

Ce ne sono sicuramente tantissimi, ma ho deciso di optare per il primo che mi è venuto in mente non appena ho letto questa domanda.
Quindi, 50 Volte il Primo Bacio.
Un film che reputo bellissimo, oltre a farmi ridere.


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Giorno 2!

14/1/2013

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Certe scoperte mi lasciano sempre senza fiato e mi accorgo veramente di quanto può far male avere sensazioni che poi si tramutano in realtà, anche quando gli altri sostengono che sono errate, che sto sbagliando. Quanto avevo ragione. Quanto ho ragione. Non voglio averla sempre, ma quando è palese che è dalla mia parte, mi irrita alquanto sentire le offese o le assurdità degli altri.
Comunque sia, faccio un bel respiro, ascolto il mio Giò, e cerco di sorridere e andare avanti; tanto ormai sono sempre più convinta di non aver perso niente lungo il tragitto, lungo questa vita. Anzi, mi sono liberata di un peso, di una persona falsa e senza cuore. Già. Forse, semplicemente non mi passa, ancora dopo tutti questi mesi, perché non credevo che potesse essere veramente così ed è difficile capirlo appieno. Le delusioni non svaniscono tanto facilmente, purtroppo... Be', grazie per donarmi tutta questa sofferenza, spero che la tua cattiveria ti renda felice.

Ma passiamo alle attività che più mi piacciono e mi permettono di non pensare. Ho talmente tante cose che mi frullano nella testa che non mi basta mai il tempo per farle tutte, ma pian piano ce la posso fare!
Passo al giorno 2 delle rubriche 30 giorni di musica e film!

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Giorno 2 - la tua seconda canzone preferita

Giacché alla prima domanda ho risposto con il cantante che amo, vorrei proporre come seconda canzone preferita una delle tante perle prodotte dai Negramaro, il mio gruppo preferito.
Anche qui la scelta è molto ardua, poiché Giuliano riesce a sfonare ogni volta una canzone più bella dell'altra.
Ma riflettendoci attentamente, opto per...

Come sempre, Negramaro


una canzone che vi consiglio di ascoltare, davvero. Vi rimando al video.


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Giorno 2 - Un film che odi

Sicuramente IT!

Il pagliaccio assassino e mezzo ragno gigantesco ha turbato le mie notti da piccina (sì, come molti altri ho fatto la pazzia di vederlo in tenera età) e da quel giorno ho un odio assurdo verso qualsiasi pagliaccio, specialmente quelli con il parrucchino rosso! Argh! Rivedendolo a distanza di anni, mi è sembrata un'autentica cagata, mi i brividi me li da lo stesso.

Vuoi un palloncino?


No, sicuramente non lo vorrò mai da un pagliaccio!!!


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Nuove Rubriche e Giorno 1!

12/1/2013

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Come potete vedere al lato destro di questo mio blog, ho fatto delle piccole aggiunte: un simpatico e dolcissimo calendario con i miei animali preferiti, i gatti, trovato nel web, e due importanti e interessanti rubriche sulla musica e sul cinema. Oggi voglio iniziare a rispondere alle domande, sperando che non sia ardua la scelta!
Non ho voglia di spendere troppe parole, quindi inizio!

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Giorno 1 - la tua canzone preferita

Ecco, appunto, è decisamente arduo rispondere. Ammetto di non avere una vera e propria canzone preferita, però negli ultimi tempi c'è un artista che mi è entrato dentro, e che ho potuto apprezzare pienamente, non solo a teatro, ma anche musicalmente parlando.
Quindi, opto per una della sue canzoni:


Poche Parole d'Amore
di Giò di Tonno.


Perché questa canzone? Dalla prima volta  che l'ho ascoltata mi sono emozionata. Forse ciò dipende anche dal fatto che sembra parlarmi in un momento non facile della mia vita. Una storia finita, poche parole d'amore che non bastano più, perché tutto è finito. Vi lascio il link alla canzone! Preso direttamente da Youtube, un ringraziamento a chi l'ha creato! :)

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Giorno 1 - Il tuo film preferito

Uhm, anche qui non è facile per nulla rispondere. Però, sicuramente uno dei miei film preferiti, è Romeo+Juliet, di Baz Luhrmann (1996).
L'ho visto non si sa quante volte, tanto da imparare tutte le battute a memoria (o quasi), e tuttora sarei capace di rivederlo con molto piacere.
Sì, è una versione moderna e folle di questa storia del grande Bardo Inglese, ma a me è piaciuta davvero tanto.
Ovviamente anche la versione di Zeffirelli, molto più fedele, mi piace un casino, e la canzone "A time for us" è splendida! Mi trasmette sempre una miriade di emozioni, tali da condurmi facilmente alle lacrime.






Qui ho finito! A presto!!!


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January's thoughts

7/1/2013

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Mimì e Cocò
Salve viaggiatori tra i mondi!
Loro sono i miei due nuovi amici, Mimì e Cocò, due simpatici e bellissimi esemplari di Cocorite che allietano le nostre giornate con il loro cinguettio e il loro immenso e svenevole amore. Ebbene sì, perché questi due piccoli amanti passano gran parte  del loro tempo a baciucchiarsi - se quelli sono baci, ovviamente - e fanno una tenerezza assoluta! Forse possono  rappresentare un modo per riscoprire quei sentimenti puri riguardo all'amore, che ora il mio cuore cerca di tenere distanti. La convivenza con i miei adorati micioni non è delle migliori, anche se sto facendo del mio meglio per impedire loro di far del male a questi due piccoli pappagallini. Devo ammettere che le mie precedenti esperienze con altri esemplari di volatili non sono state splendide, ma bisogna anche aggiungere che ho tentato di salvare passerotti e rondini, ma tutto è stato vano. Ahimè. Spero che questa sia la volta buona per essere maggiormente responsabile, anche se mi sento più affine ai gatti, lo ammetto.
Insomma gennaio inizia con delle novità, per ora piacevoli, e il desiderio di modificare un po' di me. C'è ancora quella mancanza di voglia di attivarmi veramente per trovare un nuovo lavoro, ma non demordo. So che quando mi sentirò pronta darò il massimo e non ho più troppa paura. Una leggera ansia c'è sempre, ma unicamente perché è parte integrante del mio carattere, purtroppo, ma ce la posso fare.

In questi giorni di festa mi sono abbuffata non solo di cibo, ma anche di Film, Musicals e Cartoni della Disney, di cui voglio parlare a mano a mano. In realtà, per la maggior parte li avevo già visti, ma ho potuto riassaporare intense emozioni, e trovarne delle nuove, con un musical speciale come Il Fantasma dell'Opera, che mi ha spinta anche ad acquistare l'ebook dell'opera letteraria e in futuro lo leggerò con molto interesse! Guardare questo film/musical, rivedere Edward Mani di Forbice e pensare alla Festa dei Folli (ieri!!!) e al conseguente campanaro gobbo di Notre Dame, mi ha spinta a comprendere che adoro veramente queste storie dove c'è il diverso spesso disprezzato e lasciato solo, che però rivela avere un animo sensibile e nobile. Ci sarebbe anche da citare la Bella e la Bestia (anche se nel finale torna bello e perfetto), che è anche uno dei miei cartoni Disney preferiti. Questa è una riflessione che ho fatto negli ultimi giorni, prima non immaginavo quanto fossi attratta da questo genere di storia e avvenimenti, ma in effetti li adoro. Nella mia mente erano sorte anche storie a riguardo, anche se ne ho già talmente tante da scrivere, che inserire altre idee mi porterebbe a non fare proprio nulla. In effetti, ho già la volontà di scrivere dei brevi racconti/fanfictions su dei film che amo, in particolare sulla coppia Faramir/Eowyn del Signore degli Anelli e anche su Edward mani di forbice, ma non so se effettivamente ci riuscirò.
La verità è che provo una maggiore difficoltà nel prendere in "prestito" personaggi sorti dalla fantasia di altri autori, di altre menti, e cercare di renderli in maniera opportuna sulla carta, senza allontanarmi troppo dalla loro essenza. Inventare personaggi miei - che prendono comunque spunto da persone reali o da libri letti, perché in fondo ogni scrittore riporta sulla carta le sue esperienze - è più facile. Sì, tutto nasce dal nulla, e si deve formare, plasmare, costruire e fortificare. Ma sono personaggi miei e posso muoverli a mio piacimento, sempre dandogli un tocco di realtà e non renderli artificiali. Però, prendere i personaggi costruiti da altri non è facile, richiede un lavoro molto più meticoloso e attento ai particolari, delle informazioni molto dettagliate e una corretta visione del testo letto e delle loro caratteristiche peculiari. Non si può scrivere nulla se non si conosce perfettamente ciò che si vuole andare a rappresentare. Tuttavia voglio prenderla come una sfida personale, voglio riuscire a rendere Faramir e la sua meravigliosa Eowyn, ma anche il dolce e sensibile Edward e il suo creatore, in un momento straziante del film. Non dico di più, ma spero tanto di farcela. Io incrocio le dita per me, e voi? (sì, continuo a rivolgermi a un pubblico, perché nel mio cuore c'è la speranza che qualcuno effettivamente passi di qui, anche se al momento ho deciso di non rendere così pubblico questo mio blog e di non fare opera di promozione).

Ultimamente ho anche rivalutato molto un social network come twitter. Mi ero iscritta molti anni fa, quando ancora nessuno o quasi lo conosceva, ma non mi ispirava granché, forse anche perché non sapevo come usarlo effettivamente. Scrivere unicamente uno stato in 140 caratteri non mi esaltava, ma ora lo trovo davvero interessante. Ho scovato molti attori stranieri (e anche italiani) e non solo, anche nel mondo della musica e della televisione e ho capito che posso scrivere loro direttamente, senza problemi di sorta. Tra i tanti, ho iniziato a seguire la favolosa Natalie Portman. Lei è la mia attrice preferita, la seguo da quando era una ragazzina, nel film Leòn e ho visto molti dei suoi film. Credo che sia un'attrice favolosa, in grado di entrare perfettamente nei vari ruoli, e sono stata superfelice quando ha vinto l'Oscar con il Cigno Nero, ottima e sublime interpretazione! Mi ha messo davvero i brividi! Oltre ad essere brava e bellissima è anche molto gentile. Mi aveva aggiunta su Facebook (anche se ora non so perché il suo account è stato disattivato) e mi anche risposto con un "I love you too!" che mi ha scaldato il cuore. Forse per tanti posso sembrare una bambina che si esalta per poco, ma per me questa interazione con persone lontane e apparentemente irraggiungibili, capaci tuttavia di farmi provare emozioni intense, è molto importante e vedere che spendono parte del loro tempo a rispondere, anche con poche parole, ai loro fans, mi spinge a vedere con occhi ancora più "innamorati" la persona in questione.


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Non è stupenda? (immagine presa dal web)

Oggi poi ho deciso di scrivere anche al mio attore preferito: Leonardo Di Caprio, per lui ho una vera venerazione sin da quando ero molto piccola. Sì, lo ammetto, quando ero più giovane lo apprezzavo soprattutto per la bellezza, ma oggi, con una mente mi auguro più adulta, lo apprezzo tantissimo soprattutto come attore. Anzi, io ho sempre pensato che fosse uno dei più bravi attori mai visti, ma nel periodo in cui era considerato il sex symbol del momento, molte persone - soprattutto ragazzi, a mio avviso invidiosi - ne parlavano male, invece è davvero un talento notevole, e mi auguro che un giorno possa vincere un oscar, che sarebbe strameritato. Ha fatto delle interpretazione favolose, sin da ragazzo (come non ricordare il ragazzo con problemi in "Buon compleanno mr Grape?". Lì, mi ha talmente emozionato, che ho trovato ingiusto non assegnargli un premio così importante come l'Oscar, ma vabbè...). Sì, forse qualcuno mi dirà: ma i tuoi attori preferiti li scegli in base alla bellezza? Be', no, ovviamente! Non è colpa mia se queste persone che mi entrano nel cuore, accarezzando le corde della mia anima, oltre ad essere favolosi nella recitazione, sono anche bellissimi. Che poi, oggettivamente parlando, ci sono altri attori forse ancora più belli, che però non amo così intensamente come loro.
Purtroppo per Leo non potrò mai vedere tutti i suoi film; mi impressiono facilmente, e ammetto che non riesco a vedere i film di Tarantino. Non perché non lo reputi bravo eh! Ma, semplicemente, perché trovo che ci sia troppa violenza, e poi non so, mi fa paura a prescindere. Sono pazza forse, ma non ho il coraggio di vedere film di quel regista.
Non sono riuscita a vedere neanche Diamanti di Sangue, ahimé, perché già dalle prime scene mi stavo sentendo male. Forse faccio un errore a non andare avanti, ma film che in qualche modo possono rappresentare una realtà orrenda e cruda, mi impressionano ecco. Non so se mi sono spiegata veramente. Be', comunque, visto che ci sto ora inserisco anche una sua immagine, ecco!

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Ora si comprende da dove nasce la mia fissa per i biondi con gli occhi azzurri? Sigh.

Contattare queste persone mi ha permesso anche di rispolverare un poco il mio inglese e devo ammettere che la cosa mi rende felice. Vorrei riuscire a scrivere e magari a parlarlo meglio, anche perché effettivamente è una lingua importantissima da conoscere in questo nuovo mondo globale. A piccoli passi sto costruendo una nuove me, che si butta più sulle cose, anziché essere sempre frenata dalle paure.

Credo di essermi dilungata troppo per oggi, ma spero di riuscire a scrivere con maggior cura possibile le mie impressioni sui seguenti argomenti, nei prossimi post e giorni:
- Jesus Christ Superstar
- Il Fantasma dell'Opera
- Come D'Incanto
- Il Re Leone (1,2,3)
- Edward Mani di Forbice

Sì, ho troppe cose nella testa, ma pian piano ce la farò a fare tutto!


A presto.


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