Il film in questione tratta di un fatto storico di cui ammetto l'ignoranza: la complicità di alcuni francesi nell'olocausto degli ebrei, che lega anche noi italiani, ma anche altri popoli europei. Perché, è vero, tutto nasce dalla Germania, ma se si analizzassero in maniera più approfondita tutti gli elementi storici, i documenti e le testimonianze, si comprenderebbe forse appieno quanto anche le altre nazioni siano state complici di un tale schifo.
"Vento di Primavera" - traduzione italiana che francamente non comprendo - o "La Rafle" in lingua originale, ossia "la Retata", è un film storico-drammatico del 2010 scritto e diretto da Rose Bosch.
Questa la trama:
A Parigi, nel corso dell'estate del 1942, la Francia è sotto l'occupazione tedesca e gli ebrei sono tenuti ad indossare la stella gialla. Nel quartiere della Butte Montmartre, due famiglie ebree vivono come gli altri abitanti del quartiere, fatta eccezione per gli ebrei che temono l'arrivo della Gestapo. A Parigi, i pareri sono divisi, alcuni vogliono proteggere gli ebrei nascondendoli, mentre altri come la fornaia, preferiscono insultarli.
Nella notte fra il 15 e il 16 luglio, il loro destino subisce un repentino cambiamento in seguito ad un accordo tra i nazisti e le autorità francesi per l'arresto e la deportazione di molti ebrei, accordo che porta al rastrellamento del Velodromo d'Inverno (Vélodrome d'Hiver). Il quartiere della Butte Montmartre non sfugge a questa sorte, anzi la famiglia di Joseph Weissmann, un bambino ebreo di dieci anni, ed i loro vicini vengono arrestati dopo aver provato a fuggire in diversi modi.
A seguito di questo rastrellamento vengono portati nel Vél d'Hiv, dove Joseph e Noah, il fratello minore del suo migliore amico, incontrano un'infermiera, Annette Monod, che farà tutto il possibile per aiutare loro e gli altri bambini ebrei. Nel velodromo le condizioni sono precarie e malsane: non hanno acqua, sono ammassati e costretti a fare i loro bisogni dove c'è spazio. Il cibo scarso deve essere diviso in modo che ognuno di loro abbia qualcosa da mangiare. Una mattina, mentre i detenuti sono assetati, i pompieri danno loro da bere. Essi accettano inoltre di "passare" le lettere a loro consegnate. Il colonnello Pierret dei vigili del fuoco di Parigi, usando la sua influenza (è il più alto in grado tra tutti i presenti nel Vel d'Hiv, Gendarmeria e vigili del fuoco) ne approfitta per prendere il comando del Vel d'Hiv mettendo a tacere la rabbia dei poliziotti con l'atteggiamento generoso ed eroico dei suoi uomini e di sé stesso.
Dopo due giorni, i prigionieri vengono portati in un campo di transito a Beaune-la-Rolande nel dipartimento della Loira. Affamati e deboli, gli ebrei affrontano la fame e la sete, Annette dimostra un grande coraggio perché cerca di denunciare le condizioni degli ebrei (segue per esempi la dieta dei prigionieri e dopo qualche giorno si presenta debole e stanca dal prefetto a cui aveva più volte reso nota la situazione attraverso le sue lettere senza risposta riuscì ad avere per i ragazzi più piccoli dei dolcetti). Pochi giorni dopo, i genitori ed i bambini più grandi vengono deportati nel campo di sterminio di Auschwitz, solo i più giovani rimangono con la speranza di un loro ritorno che non si verificherà. Annette deve raddoppiare gli sforzi, nonostante la fatica, per prendersi cura di loro.
Mettendo in atto gli ultimi consigli di sua madre, Joseph ed un suo compagno si danno alla fuga grazie all'aiuto dei loro compagni. Joseph non può portare con sé il suo migliore amico perché è malato: ha una brutta ernia che gli impedisce di camminare. Tranne lui e un compagno tutti i bambini vengono caricati sul treno che li porterà nel campo di sterminio. Vana l'ultima corsa della febbricitante Annette per fermare il convoglio, dopo che il medico gollista che la sta curando le ha rivelato la verità su quei trasferimenti. Nel 1945, alla fine della guerra, Joseph ritrova Annette all'Hotel Lutetia, un albergo parigino dove vengono accolti i sopravvissuti dei campi di concentramento. Lì Annette incontra anche il piccolo Noah, fuggito dal treno e salvato da una coppia di anziani.
"La vita è bella" di Benigni, e "Schindler's list" di Spielberg, due film cardine della Giornata della Memoria, ricordata il 27 gennaio, due film che non smetterò mai di guardare, anche se ogni volta ne esco straziata e con mille domande alle quali non so trovar risposta.
L'ultimo è uno dei bambini più piccolini del film sopracitato. Il piccolo e bellissimo Noah, che con la sua ingenuità e dolcezza ti colpisce dritta al cuore.
Ma non solo lui. C'è una scena nel film durante la quale ho avuto davvero una stilettata al cuore. I bambini piccoli vengono lasciati soli, senza i loro genitori e pian piano dimenticano il loro nome. Nel momento in cui li preparano al treno, chiedendo le loro generalità, una bambina risponde con il suo nome. Le viene chiesto il suo cognome. Lei non risponde. E poi, alla domanda:
"Come si chiama il tuo papà?", lei risponde.
"Papà".
E' una scena straziante. Una bambina che avrà potuto avere quattro anni che non capisce, che non sa dove la condurrà quel brutto treno, senza la sua mamma, senza il suo papà. Soli vengono mandati al loro viaggio finale, alla morte.
Ma, in fondo, Giosuè e la piccola col cappottino rosso non sono da meno. Sono così ingenui, così soli, anche se il primo ha un grande dono: suo padre che fa di tutto per non fargli comprendere la triste situazione nella quale si trovano. Suo padre che lo salverà da morte certa, che gli farà vivere tutto come un gioco, quando intorno a sè c'è solo morte e nessuna speranza.
La mia domanda è: Come si può far del male a dei bambini? Non che il male sia ammesso agli adulti, ma io proprio non mi capacito di come si possa anche solo picchiare con ferocia un bambino, soprattutto così piccolo.
Ma non è solo questo. Ho un pensiero su questo tratto di storia che, a mio avviso, non è mai veramente concluso.
No. L'olocausto degli ebrei non è l'unico tratto di storia orribile che va studiato e ricordato. Ce ne sono altri, molti anche recenti.
Certi avvenimenti così spregevoli dovrebbero rimanere impressi nella memoria di tutti e non cancellati o sminuiti, non per colpevolizzare una nazione, bensì per far comprendere che non devono tornare.
Da piccola credevo che i tedeschi fossero dei mostri, fossero il male. Li "colpevolizzavo" tutti, ma ora che sono più adulta e che ho studiato, mi sono informata - anche se ancora c'è tanto da sapere e conoscere - e ho un'altra visione generale. Io non credo che TUTTI i tedeschi siano il male, né tutti i Francesi o gli Italiani o altri popoli siano stati complici di quel che è accaduto. Io non credo neanche che gli Americani siano il bene, né che gli ebrei siano santi. Perché, se vogliamo dirla tutta e analizzare con più attenzione i fatti, l'odio nazista non si riduceva solo a loro, ma a tutti quelli considerati impuri, non appartenenti alla razza ariana (che poi, Hitler non era neanche alto, biondo con gli occhi azzurri, ma vabbè.): quindi, nomadi, omosessuali, e tutti coloro (Anche tedeschi!) che presentavano difetti fisici e mentali. E' questo il punto a cui voglio arrivare.
Leggere consente di capire - forse è per questo che molti politici consigliano di non leggere, per rendere tutti ignoranti e pendere dalle loro labbra. Be', in fondo Hitler e simili non fecero lo stesso? - e leggere un libro romanzato - ma che può anche essere vero - come "La figlia dei ricordi" mi ha aiutata a comprendere che i tedeschi - non tutti, continuo a ribadirlo - erano fortemente malati. Per arrivare alla Razza Pura arrivarono a costruire dei progetti come il Lebensborn, nel quale madri puramente tedesche dovevano donare i loro figli - nati da coppie stabilite secondo il progetto stesso - alla patria. Questi figli dovevano essere forti, privi di malformazioni o malattie e, a tenera età, se ritenuti degli Ariani puri, venivano mandati in scuole specializzate e veniva loro impartito un insegnamento rigido che portava alla lettura del Mein Kampf e tutto ciò in cui Hitler follemente credeva. Ma la cosa più grave è che per compiere al meglio questo folle progetto, arrivarono a rapire bambini anche in Norvegia o territori vicini, nei paesi nordici che più si avvicinavano alla folle idea della Razza Pura.
Ovviamente, se questi bambini e le loro mamme non rispettavano i requisiti richiesti, non facevano una bella fine.
Quello che voglio dire e che non risulta facile senza ledere a nessuno è che non si può accusare un'intera popolazione per i crimini di molti. Infatti, come si evince da molte testimonianze, libri e film, è vero che molti tedeschi hanno scelto il male, ma c'è anche chi ha cercato di fare del bene (pensiamo a La Rosa bianca, il film, solo per fare un esempio); come del resto è vero che a causa di governi idioti francesi, italiani e altri ancora sono stati complici dei nazisti, ma non tutte le popolazioni hanno aderito a quell'odio, anzi in molti hanno permesso a ebrei e simili di vivere, li hanno aiutati anche a rischio delle proprie vite.
E per me in guerra non ci sono vincitori e vinti, ma tutti ne escono sconfitti. Le guerre producono solo dolore, fomentano ulteriore odio e non si concludono mai. Una guerra porterà a un'altra guerra e l'odio non smetterà mai.
A mio avviso, ricordare questi tratti di storia serve non a fare un'opera buona così tanto per, ma a cercare di educare le generazioni presenti e future al rispetto dell'altro, e a non far tornare lo spettro del terrore.
Ma guardiamoci intorno, però. L'odio è davvero finito? No. Per nulla.
Gli ebrei che si sono salvati hanno scelto la Palestina come patria, ma ora c'è un odio reciproco con i Palestinesi e non entro troppo nel merito perché non conosco appieno la storia. La religione, come le folli idee di Hitler e i suoi sostenitori, fomenta guerre continue. Ma anche qui, non tutti i mussulmani (per fare un esempio) devono essere condannati. In ogni religione (anche in quella cristiana/cattolica) ci sono sempre dei pazzi criminali che interpretano i libri sacri a modo loro e fomentano l'odio di generazione in generazione.
Ma la giornata della memoria non deve soffermarsi unicamente sugli ebrei. Quegli anni sono stati terribili anche, come dicevo prima, per tutti colori considerati inferiori, per chi si opponeva ai regimi. Come dimenticare le foibe? Le lotte partigiane? I nostri - intendo italiani - innumerevoli sbagli. Per non parlare della Russia di Stalin e i lager presenti anche in quei posti.
E poi ci sono i voli della morte in Argentina, e altro, altro ancora.
E' veramente finito quel periodo? No.
Continueremo a piangere quei morti con nuovi morti. Quando?
Quando una donna, un uomo, un bambino vengono torturati o uccisi. Quando non si può vivere in libertà. Quando si viene uccisi o considerti diversi per professare un'altra religione, un altro credo, altre idee.
Finché ci sarà l'odio, la guerra (a prescindere dai buoni e dai cattivi) , la non accettazione del diverso, il credere che esista ancora una razza superiore, ci sarà ancora un Olocausto. Ci sarà ancora morte. Quel periodo del terrore non finirà mai.
A volte mi chiedo perché gli uomini siano così bestie. Si dice "Bestia" all'animale, ma in realtà quest'ultimo è mosso solo dall'istinto. Un gatto mangia un topo perché è nel suo istinto. Un uomo uccide un altro uomo perché sceglie il male. Ma sta appunto nella possibilità di scegliere la diversità tra uomo e animale. L'uomo può scegliere se perseguire il bene o fare il male. L'uomo può scegliere tra guerra e pace. L'uomo può scegliere tra amore e odio.
E non capisco perché in molti scelgano sempre il male, la guerra, l'odio.
Sono così brutti il bene, la pace, l'amore?
La verità è che io ho paura. Paura di vivere in questo folle mondo, dove i ragazzi tornano a leggere il Mein Kampf, citano il fascismo e il nazismo, dove i governi non ragionano più, dove la violenza c'è ogni giorno e una ragazza non è più libera di uscire da sola senza il rischio di essere aggredita.
Vorrei solo un po' di pace, di amore. Forse è anche per questo che amo perdermi nei miei mondi immaginari, fatti di carta e "inchiostro", perché così per qualche ora posso evadere, perché così posso provare a scrivere di mondi migliori.
Comunque, spero che il senso del mio discorso si sia capito. Io non sono a favore dell'uno o dell'altro, io non condanno una nazione intera, né esalto un'altra.
Ci sono persone che scelgono il bene, altre che scelgono il male.
Ma, non capirò mai come si possa distruggere la vita delle persone, renderle come il niente, far dimenticare il loro nome, se stessi, solo per vile denaro o desiderio di dimostrarsi superiore.
Mi scuso per i temi trattati, ma è da ieri che ho una moltitudine di pensieri nella testa e ho paura di non averli neanche espressi tutti. Spero però di essere stata chiara...
Io non dimenticherò mai né quello che è successo in passato, né quello che succede ora.