Newton Compton Editori
Prezzo Cartaceo: 6 euro
Prezzo Ebook: 0,49 cent
Pagine: 240
Consigliato? Sì! Peter Pan è un classico, per chi non smette di sognare e per chi riesce a trovare ancora il bambino che c'è in sè. Non è possibile non leggerlo!
«Nel momento in cui dubiti di poter volare, perdi per sempre la facoltà di farlo».
È questa la ragione che spiega il mistero, semplice eppure profondo, del fascino di Peter Pan. La magia dei personaggi e delle atmosfere deriva da un’incrollabile fiducia nella forza dei sogni: con la sua freschezza e vitalità, questo strano ragazzo vola, insieme con i lettori, «dritto fino al mattino». Nel primo racconto, Peter Pan nei giardini di Kensington, Peter è un bambino fuggito dalla culla che vive nel grande parco, tra saggi pennuti, fate e creature di sogno. In Peter e Wendy ha invece già raggiunto la famosa “Isolachenoncè”, e affronta bizzarre avventure in quella terra fantastica, popolata da pirati, sirene, pellerossa e da un feroce coccodrillo divoratore di uomini e sveglie...
«Chiedete a vostra madre se da bambina conosceva Peter Pan, e lei vi risponderà: «Ma certo, piccola»; domandatele poi se a quei tempi egli se ne andava in giro a dorso di capra e vi dirà: «Che domanda sciocca, certo che sì».»
Recensione:
Tutti i bambini, tranne uno, crescono.
Quante volte ho sentito questa frase, ma solo all'età die 26 anni, quando ormai non sono più bambina sono riuscita a leggere questo libro meraviglioso, che mi ha sorpresa, emozionata e fatto perdere nell'Isolachenoncé, insieme ai bimbi sperduti. Mi sono sempre definita una peter pan in gonnella, perché dentro il mio cuore non voglio perdere quella bambina che c'è, esiste ed esisterà sempre. I bambini hanno una capacità di sognare e fantasticare che, crescendo, spesso l'uomo perde. I bambini riescono a guardare il mondo con gli occhi pieni di luce e meraviglia. I bambini creano mondi immaginari dove possono recarsi quando i genitori non li guardano. Poi, crescendo in molti perdono questa capacità di sognare, di vivere avventure meravigliose con la mente. Perché una volta adulti tutti ti prenderanno in giro se dici di credere nelle fate e di volerle incontrare, se scrivi storie fantastiche per bambini, se riesci ancora a sognare nonostante il mondo crolli intorno a te. Io non voglio mai perderle la piccola rosellina che c'è dentro di me, e anzi me ne prenderò cura e non smetterò mai di credere in Peter, nelle fate e in altri mondi meravigliosi che la fantasia può creare.
Detto ciò, partiamo con il libro.
E' innanzitutto doveroso dire che è strutturato in due momenti: in principio Barrie, parlando al lettore, lo introduce nei giardini di Kensington a Londra, perché è lì che ha inizio la vita del piccolo Peter Pan, un bambino sperduto che si ritrova a vivere sensazionali avventure tra strani uccelli, fatine, e altro ancora. Un bambino che, però, in un certo momento torna a casa da sua madre una prima volta e sente quasi il desiderio di rimanere con lei... ma quando in un secondo momento compie il medesimo viaggio di ritorno, trova la finestra sbarrata e sua madre che dorme con un nuovo bambino. E' lì che il suo cuore sembra indurirsi, e lui non crede più nell'amore delle mamme, e non vuole più crescere.
La seconda parte, invece, si concentra maggiormente sulle sue avventure, con Wendy, John e Michael, che tanto la Disney e vari Film hanno presentato sui teleschermi. La storia credo che la conosciamo tutti; ma ammetto che non mi aspettavo che fosse anche così spietato nel raccontarla, c'è quasi una sorta di cinismo nelle sue parole.
Il testo scorre rapido e si legge con piacere. Barrie parla continuamente con il suo lettore, portandolo con sè prima nella Londra dell'epoca, e poi seguendo la rotta verso l'isola che non c'è. Seconda stella a destra e poi dritti fino al mattino, no?
Wendy e i suoi fratellini si ritroveranno presto in quel mondo che loro stessi hanno immaginato e creato con la loro deliziosa fantasia. Un mondo dove vivono insieme bambini sperduti sotto la guida di Peter Pan, pellerossa guidati dalla piccola e deliziosa Giglio Tigrato, fate... di cui sembra in realtà essere rimasta solo Campanellino che prova un odio e una gelosia tale da mettere spesso Wendy in pericolo (perché, come dice l'autore, le fate possono provare un solo sentimento alla volta. Bisogna capirle no? Esserini irrascibili quando qualcuna prova a toccare il loro "amore"). E poi ci sono ovviamente i Pirati, guidati dal terribile, quanto sentimentale, Capitan Uncino che nutre un odio estremo verso Peter, a causa dell'arroganza - evidente - del bambino.
Sono storie che agli occhi di un adulto che ha perso ormai la facoltà di sognare ed è entrato toalmente nella realtà, possono apparire sciocche, ma a me son piaciute veramente molto. Forse perché ho sempre avuto un pensiero positivo verso questo piccolo bambino che non vuole crescere, e forse perché per molto tempo anch'io non avrei voluto crescere. Perché dopotutto crescere ti fa entrare in un mondo reale che spesso non piace, perché crescere comporta avere molte responsabilità che possono spaventare, perché crescere spesso ti porta a smettere di sognare. Ma non è sempre così. Chi smette di sognare, rischia anche di non vivere.
E' un libro per bambini sì, ma anche per quegli adulti che amano ancora sognare. Mi è piaciuta particolarmente la parte che parla delle fate, della loro struttura sociale, dei loro comportamenti! Amo quelle creature non sempre dal dolce animo, ma di una bellezza che incanta e spero in futuro di riuscire a scrivere di loro, perché io credo nelle fate!
Le Avventure di Peter Pan è un libro che va letto sicuramente, anche ad età avanzata. Un libro magico, dove la fantasia predomina, ma c'è anche una sorta di malinconia che pervade la storia, specialmente nel punto culminante, in cui Wendy cresce.
Per finire vi lascio le frasi che più mi son piaciute e ho evidenziato nel mio kindle:
"...nel momento in cui dubiti di poter volare, perdi per sempre la facoltà di farlo."
"Quando il primo bambino rise per la prima volta, la sua risata si sbriciolò in migliaia di frammenti che si sparpagliarono qua e là. Fu così che nacquero le fate."
(non è una descrizione bellissima della loro nascita?)
"Chiunque abbia commesso un grande errore, quanto diversamente si comporterebbe se gli venisse concessa una seconda possibilità."
"Le stelle, per quanto meravigliose, non possono in alcun modo immischiarsi nelle faccende umane, ma devono limitarsi a guardare in eterno."
"... i bambini oggi sanno un sacco di cose e troppo presto smettono di credere alle fate. Ogni volta che un bimbo dice 'Non credo alle fate', una fata muore."
(quanto è vera questa frase e che tristezza. Vorrei che i bambini restino bambini il più a lungo possibile, non comprendo la loro fretta di crescere...)
"... ma non c'era nessuno a guardare, eccezion fatta per un bambino che li spiava dalla finestra. Quel bambino conosceva estasi meravigliose che gli altri bambini non potevano neanche immaginare, ma in quel momento stava guardando dalla finestra l'unica gioia dalla quale sarebbe stato escluso per sempre."
"Solo coloro che sono felici, innocenti e senza cuore riescono a volare."
Per oggi ho finito. Vi lascio con una breve nota sull'autore e vi annuncio che i libri attualmente in lettura sono Il Signore degli Anelli (Rilettura) e Black Friars - l'Ordine della Spada di Virginia de Winter. So che il primo l'ho iniziato da tempo, ma non ho moltissimo tempo per leggere e ho tante cose per la testa da dover fare, oltre naturalmente al mio lavoro... quindi, diciamo che mi godo le avventure di Frodo, Sam e gli altri con la giusta calma, anche perché -diciamolo- è triste dover dire di nuovo addio alla Terra di Mezzo, è un luogo così spettacolare! Adoro Tolkien, il RE del Fantasy, assolutamente.
Be', a presto :)
Sir James Matthew Barrie (Kirriemuir 1860-Londra1937) si trasferì in Inghilterra dopo la laurea all’Università di Edimburgo. Per un breve periodo lavorò come giornalista presso il «Nottingham Journal»; successivamente, intraprese a Londra la carriera di scrittore e nel 1913 fu nominato baronetto. Autore di numerosi romanzi e testi teatrali – per l’opera comica Jane Annie collaborò con Arthur Conan Doyle, cui era legato anche da una profonda amicizia – è comunque universalmente noto per la creazione del personaggio di Peter Pan. La sua vita e le vicende che lo portarono a comporre il suo capolavoro sono state trasposte sul grande schermo nel film Neverland – Un sogno per la vita (2004).
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