Al momento sembra vincere lei, ma vedremo! Questa rosellina del deserto sembra molto delicata, ma se si arrabbia sono guai!
Comunque, cerchiamo di pensare a questo mese appena concluso. Come già detto non ho mai amato Aprile, perché non mi ha mai portato niente di buono, ma quest’anno non è andato troppo male. Certo, i miei nervi sono saltati diverse volte, ma tutto sommato, rispetto agli altri anni è stato un mese più vivibile, penso…
Oggi oltre a stare male fisicamente, mi sento un po’ giù di morale. Tutti gli anni ero presente al Concerto del Primo Maggio a Roma, e ora invece… sto come un derelitto ancorato sul mio letto, e cerco di cancellare pensieri che possono solo farmi male.
Ci sono stati cambiamenti in me? Non lo so. La mia esperienza lavorativa mi sta portando ad essere forse un pochino più intraprendente, ad abbattere un minimo quella folle timidezza che mi impedisce di mostrare agli altri realmente chi sono, e ultimamente sono anche “uscita” con qualcuno. Certo, in casa mia sembra che se esci con qualcuno dell’altro sesso, significa che stai per fidanzarti, ma non è assolutamente così. Che poi uscire è dire troppo. Sono stata a pranzo e a mangiare un gelato con un amico, e devo dire che mi sta facendo bene. A differenza dei miei familiari, io non ci vedo nulla di male, anzi. Per me è veramente solo un amico, che sto conoscendo pian piano, e non sarà mai nulla di più. Forse così riesco a non bloccarmi troppo, a cercare di riscoprire quella parolina magica “amicizia” in cui difficilmente credo. E non è male parlarci, anche se ancora noto che la mia timidezza e l’imbarazzo non scemano.
Ho dimenticato il mio passato? No, ancora no. Ci sto lavorando, forse non dovrei neanche parlarne, perché così non faccio altro che pensarci ancora e stare male, ma certi giorni sono impossibili da dimenticare. Esistono date che sono state importanti e che fanno affiorare ricordi indesiderati. Però si va avanti, ci si butta nel lavoro e nelle passioni, e si lavora su se stessi.
Effettivamente le mie passioni, in questi mesi, mi stanno dando tanto. Ho ricevuto diverso materiale da leggere e recensire – cosa che da un lato ha incrementato di molto le mie letture - anche se ammetto che vorrei un riconoscimento anche da grandi case editrici, ma in fondo non sto facendo troppo per farmi notare. Non voglio fare del mio sito-blog una copia esatta della moltitudine di lit-blog che spopolano sul web, e infatti, nel mio piccolo, sto cercando di differenziare anche le rubriche. Ora, la mia mente sempre attiva, mi ha spinta a tentare la strada delle interviste agli autori. Pensavo di iniziare dagli esordienti, perché in fondo è mio desiderio aiutarli, promuovere le loro opere, farli scoprire, soprattutto se davvero meritevoli. Sto cercando di stilare delle domande adatte, anche se non sono un’esperta del settore, quindi spero di non sembrare scialba.
Sto leggendo molto, e trovo sempre di più che i libri possono aprire la mente e riempire il cuore di intense emozioni. Tuttavia, sento che qualcosa manca. Oltre a quell'assenza di riconoscimenti di cui parlavo prima – e che dipende sicuramente anche da me, che con la mia timidezza, non mi mostro apertamente alle Case Editrici – mi manca scrivere, portare sulla carta i mondi che affollano la mia mente, la mia fantasia. Rendere di carta quei personaggi che con le loro voci affollano i miei pensieri. E mi potrete dire, “perché non scrivi?” . Non lo so. Temo di essere entrata in un circolo bruttissimo. In quel famigerato e conosciuto “blocco dello scrittore” che mi impedisce di fermarmi, trovare del tempo, e buttarmi intensamente sulla scrittura. Forse ciò dipende anche dal fatto che difficilmente riesco a rimanere sola, a trovare quel silenzio e quella concentrazione necessari per scrivere. Da quando sono rimasta sola, e ho reagito così tristemente all’abbandono della persona amata, mi sento sempre osservata, scrutata, ed è impossibile pensare di buttar giù qualcosa. A volte ho pensato di portarmi dietro quaderni per scrivere in giro, ma è odioso essere bloccati e sentire sempre la stessa domanda “Che scrivi?”. In primo luogo, sono affari miei, e poi una volta che si viene interrotti, è difficile riprendere la trama.
Forse le mie sono soltanto mere giustificazioni prive di senso, ma spero tanto di riuscire a scrivere. La domanda seguente, però, è: avrò mai il coraggio di far leggere ciò che scrivo a qualche casa editrice? Non lo so. Ho tanti pensieri in realtà sciocchi che non scriverò, e forse dovrei anche impedirmi di pensare.
Riflettere troppo fa male, così come abbandonarsi a futili paure prive di senso. Quindi, appena possibile, cercherò di star meglio e di riprovare a vergare qualcosa. Perché ci sono tanti mondi e personaggi che attendono di prendere vita e non voglio impedire loro di comparire su bianche pagine virtuali o cartacee. Forse un giorno anch’io sarò una di quegli autori esordienti che pubblico sul mio blog, e mi auguro che ci sarà qualcuno pronto ad aiutarmi nel difficile percorso della pubblicazione e promozione.
Effettivamente, ormai diventare scrittore sembra essere una moda. E, attualmente, è facile pubblicare. Magari non con editori importanti, ma basta pubblicare su Amazon e fare un’ampia opera di promozione e puff, si ottiene visibilità, e forse si riesce ad attirare l’attenzione di qualche casa editrice. Non è una critica la mia, anzi, sono dell’idea che se uno ha veramente il sogno di scrivere, e le capacità per farlo, debba mettersi in gioco e fare il tutto per emergere. Faccio i miei complimenti a chi ce la fa, e spero tanto di farcela anch’io, perlomeno a completare uno dei miei romanzi. E’ da tanto che non scrivo più, forse anche perché sto molto su questo sito, aggiorno quasi ogni giorno, e rimane ben poco tempo per fare altro. Vedrò di organizzarmi meglio, in futuro.
Insomma, tante riflessioni forse sconnesse, ma avevo voglia di buttar giù qualcosa.
In realtà, il mio desiderio era di riportare i miei pensieri anche su due eventi che non vanno mai rimossi dalla nostra coscienza.
Il 25 aprile, data della Liberazione dell’Italia dalla dittatura e ferocia Fascista e Nazista, e il 26 aprile, ricordo del disastro di Chernobyl.
Sono due avvenimenti in realtà del tutto diversi, ma che non posso dimenticare. Il secondo poi, mi tocca da vicino. Sono nata nell’86, anno di quel terribile avvenimento, che ha portato alla morte di numerose persone, che ancora attualmente hanno tumori, e altri effetti delle radiazioni prodotte dalla centrale nucleare che scoppiò in quella data.
In molti non ne parlano, ma a mio avviso, il disastro di Chernobyl, dovrebbe sempre essere un monito per tutti coloro che desiderano creare centrali nucleari. Sì, forse ora aprirò un dibattito su ciò, ma io sono e sarò sempre contraria a questa installazione, soprattutto in un territorio come quello Italiano, dove i terremoti sono frequenti, e il rischio di disastri ambientali è molto alto. Forse sarò considerata tragica, ma provate a cercare immagini su qualsiasi motore di ricerca, e vedrete quali sono gli effetti delle radiazioni. Una volta ci ho provato, e avevo lo stomaco sottosopra, un forte senso di nausea e una profonda tristezza nel cuore. Bambini con malformazioni, donne che sono divenute sterili, perdendo per sempre la possibilità di avere un figlio, persone malate di tumore, e una città ormai quasi rasa al suolo, dove le radiazioni non sono scomparse. Ecco, io una centrale nucleare vicino casa non la voglio. Io non voglio rischiare la mia vita essendo colpita da radiazioni. Io ho il fottuto terrore delle armi/centrali nucleari. Sarò sempre contraria a eventuali installazioni.
Comunque sul Disastro di Chernobyl, lo scorso anno, avevo scritto anche un semplice racconto, che spero possiate gradire. E’ triste, ma è frutto delle emozioni che sono scaturite nel mio cuore, dopo ricerche e ricordi. Qui sotto potete trovare il link, se vi va di leggerlo.
Impossibile Dimenticare
Passando al 25 Aprile, è una festa molto importante, per tutti noi italiani. I nostri nonni e bisnonni hanno lottato per ritrovare la libertà, e grazie agli alleati e alle loro forze, alla loro determinazione, e lotta nonostante le difficoltà, ci hanno resi liberi. Sì, certo, anche in questo caso si dovrebbero aprire parentesi belle grandi, ma dovremmo fermarci anche a riflettere. Senza l'azione di donne e uomini valorosi, che nonostante il rischio di morte certa e di torture terribili hanno continuato a perseverare nel loro ottimo intento, noi oggi saremmo ancora "schiavi" di una dittatura orrenda, che puniva e colpiva chiunque andasse contro il regime. Non ci sarebbero stati blog dove poter scrivere i nostri pensieri, le nostre idee sarebbero rimaste celate, la nostra vita forse colma di miseria e paura.
Io resto nauseata dai giovani che tornano a elogiare il fascismo e - ancor peggio - il nazismo, e forse spesso non hanno neanche studiato nulla a riguardo. Persone che odiano altre persone. Persone che si professano migliori di altre. Persone che uccidono, persone che uccidono la memoria e la lotta condotta da tutti coloro che nel 45 ci hanno permesso di essere liberi.
Poi ci sono anche i giovani che non sanno neanche cosa si festeggi in questa data così importante. Per loro il 25 Aprile equivale a pic nic in montagna e al mare, e nulla più.
Lasciatemelo dire. Tutto ciò è davvero triste.
Ecco perché penso sempre che nel mondo attuale bisognerebbe aprire molto di più i libri, anziché la bocca. Bisognerebbe staccarsi da smartphone e Iphone e altri aggeggi elettronici, fissandosi su giochini e basta, e aprire la mente. Leggere, quanto più possibile, e non vedere chi già lo fa come alieni provenienti da chissà quale pianeta.
E' anche vero che a scuola molti professori non ti fanno amare e incuriosire su certi argomenti, che vengono così letti e studiati di malavoglia e senza la dovuta attenzione e il rispetto.
Personalmente, alle elementari avevo una maestra più unica che rara, che ci ha fatto partecipare a un concorso sulla Resistenza, un lavoro interessantissimo sui partigiani delle nostre zone, che ci ha permesso di vincere un bel viaggio a Roma. E' un libricino che ancora ho e che di sovente mi ritrovo a leggere, un po' per curiosità, un po' per tornare a quel mondo infantile che non posso dimenticare.
A mio avviso bisognerebbe invogliare maggiormente i ragazzi allo studio, e alla lettura. Io non sono un'esperta, anzi, ero - e sicuramente sono - all'oscuro di molte cose. Delle Foibe ho saputo solo da pochi anni, così dei desaparecidos argentini, e altro ancora. Appunto per questo, ho sempre voglia e sono sempre disposta a conoscere, ad aprire la mente, a comprendere prima di parlare.
Ok, lo so, ho scritto troppo e anche in modo confuso. Troppi pensieri sparpagliati e forse neanche analizzati nella maniera dovuta, ma avevo bisogno di gettare fuori questo flusso di parole e pensieri, che altrimenti riempiva troppo la mia testolina già piena di molto altro.
Spero di non essere risultata pesante o confusa.
A presto, e buon primo maggio, anche se la situazione lavorativa è davvero tragica in Italia, e parla una laureata disoccupata, che svolge uno stage gratuito.
Eh.